economia

Quale futuro per gli investimenti tecnologici?

lunedì 17 marzo 2003
Dopo l'inchiesta condotta da Orvietonews da cui è emerso che la società mista pubblica e privata Orvietolab non persegue piu' l'obiettivo strategico di stendere i cavi per le fibre ottiche nel territorio comunali, si pone adesso il problema del ruolo che tale azienda deve svolgere.

Orvietolab è nata un anno fa dalla fusione tra la società privata 2Net ed il consorzio pubblico Crescendo formato da vari comuni dell'Orvietano oltre che da Sviluppumbria e dalla Provincia.

La scorsa settimana Mauro Aparo e Stefano Paggetti, rispettivamente amministratore delegato e presidente di Orvietolab, avevano spiegato in due interviste al nostro giornale che, allo stato attuale, non esiste un piano industriale relativo agli obiettivi strategici di Orvietolab. Aparo aveva anche aggiunto che la stesura delle fibre ottiche non è piu' una priorità aziendale, dal momento che la società mista sta studiando altre tecnologie per venire incontro alle esigenze delle aziende e degli enti pubblici del territorio.

Da questo punto di vista, aveva detto l'amministratore delegato, che fare investimenti nel campo della rete infrastrutturale per le fibre ottiche non deve essere considerato un obbligo anche perchè il rapporto costi - ricavi non appare conveniente. Il fatto che la società sia costretta a calibrare la propria azione sulla base di una realtà diversa da quella preventivata può essere considerato un fatto accettabile anche se ci si potrebbe chiedere quale fosse l'analisi di mercato che ha portato alla costituzione della società stessa.

Esiste però un particolare di questa vicenda a cui la nostra piccola inchiesta non è riuscita a trovare risposta. Nel momento in cui Orvietolab venne presentata alla stampa, l'iniziativa fu annunciata come finalizzata a favorire l'insediamento ad Orvieto di nuove aziende. L'idea di fondo era quella di stendere prima la rete infrastrutturale per la banda larga sul territorio comunale per poi attuare una politica di attrazione degli investimenti.

Uno sforzo di partenza che avrebbe accresciuto le potenzialità per il cosidetto "marketing territoriale" in base al fatto che le future aziende avrebbero avuto la possibilità, tra l'altro, di avere connessioni internet a basso costo e con la posisbilità di avere a disposizione qualunque forma di comunicazione. Adesso invece si spiega che questo investimento non verrà effettuato perchè non sostenibile in base alle richieste del mercato. A questo punto è lecito chiedersi quale sia attualmente la strategia per favorire gli investimenti nella zona da parte di imprenditori non orvietani dal momento che le fibre ottiche non costituiscono evidentemente piu' un motivo di "appeal" da spendere per convincere qualche impresa ad insediarsi in questa zona.

Era stato promesso anche l'abbattimento di costi del 20 % per le utenze private.