Pian di Mealla, la seconda campagna di scavi archeologici restituisce tesori inattesi
Terme romane. Tombe, con tanto di tegole relative ad una sepoltura alla cappuccina, senza corredo, e polvere con i resti della cremazione. Grandi strutture murarie d'epoca etrusca arricchite dalla presenza delle cosiddette suspensure, piccoli pilastri in mattoni utilizzati come sostegno del pavimento rialzato, e dei tuboli che, con un sistema molto raffinato, scaldavano le pareti. E ancora ceramiche e una moneta, risalente al 270, che ritrae l'imperatore Claudio II il Gotico trovata nella stessa trincea con i resti dell'impianto termale.
È un materiale inaspettato anche per gli stessi archeologici quello restituito dalla seconda delle tre campagne di scavo pianificate nel periodo 2023-2025 e in corso, ancora per una settimana, a Ficulle, in località Pian di Mealla. Iniziati sul finire di giugno, gli scavi di quest'anno confermano che questa non era solo la villa imperiale di Claudio Tiberio Termodonte, risalente al II secolo d.C.
"Qui – spiega il professor Claudio Bizzarri – c'era un insediamento già esistente per lo meno nel V secolo a.C. L'area individuata con prospezioni di carattere geofisico e geomagnetico si estende per cinquemila metri quadri e conserva tutta una serie di mura, ben disposte secondo una griglia ortogonale, che fanno parte di un vasto complesso omogeneo. Interessante osservare come quelle del V secolo abbiano lo stesso orientamento di quelle di epoca imperiale. Al tempo stesso le porzioni di leucitite confermano la presenza nell'antichità di attività produttive di livello".
L'area è situata su un terrazzamento elevato a poche centinaia di metri prima della briglia del Chiani, l'antico Clanis, fiume di primaria importanza in epoca etrusca e romana dal momento che era navigabile nelle due direzioni e che aveva una portata quattro volte maggiore rispetto all'acqua dell'attuale ruscello che sfocia nel Paglia. Una risorsa idrica preziosa anche a fini commerciali che consentiva il trasporto di merci non solo da monte a valle, ma anche controcorrente. Nelle zone ripariali, infatti, c'era spesso la strada che serviva per l'allaccio.
Dell'insediamento di epoca imperiale si erano perse le tracce dalla fine dell'Ottocento, quando vennero recuperati iscrizioni ed elementi decorativi in marmo, individuando anche un impluvium. Da giugno 2023 un team di 24 ricercatori e studenti dell'University of Oklahoma ha ripreso ad indagare l'area. Direttrice dello scavo è l'archeologa Susan Alcock, coadiuvata sul campo da Joey Williams, mentre il professor Bizzarri coordina l'intero progetto, di cui è concessionario il Comune di Ficulle.
Anche quest'anno l'ente, a ridosso della conclusione della campagna, ha organizzato, come annunciato, una mattinata di apertura al pubblico dello scavo e una conferenza di presentazione serale dei risultati al Teatro Comunale "San Lorenzo". Due momenti molto partecipati a conferma dell'interesse che l'archeologia suscita sul territorio, anche nei non addetti ai lavori.