cultura

A Palazzo Coelli la mostra permanente del Merletto di Orvieto dalle origini ad oggi

lunedì 25 marzo 2024

Sarà inaugurata mercoledì 27 marzo alle 11 a Palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, al civico 1 di Piazza Febei, la mostra permanente del Merletto di Orvieto dalle origini ad oggi. L'iniziativa nasce su impulso del Lions Club Orvieto che porta così a compimento un progetto significativo che omaggia una delle tradizioni uniche della cultura e della storia della città. Preziosa la collaborazione con il Comune, il Gal Trasimeno-Orvietano e la Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto.

L'inaugurazione sarà preceduta da una presentazione all'Auditorium "Gioacchino Messina", alla presenza tra gli altri del sindaco, Roberta Tardani, del presidente del Lions Club Orvieto, Franco Barbabella, e della direttrice del Gal Trasimeno-Orvietano, Francesca Caproni. Sedici i pezzi in esposizione che annualmente saranno alternati e che resteranno visibili ad ingresso libero in maniera permanente dal lunedì al venerdì, dalle 11 alle 17, e su richiesta in altri orari.

Secondo le indicazioni del generale Renzo Marziantonio, contenute nel volume “Orvieto, l'Irlanda e il Merletto” realizzato dal Lions sembra che la storia di quest'ultimo sia iniziata negli ultimi anni dell'800 e affondi le sue radici nella trina irlandese. Dall'isola britannica arrivò una signora irlandese che lavorava come dama di compagnia presso la famiglia del Conte Edoardo Cahen. Da qui partì il lavoro all'uncinetto del Merletto d’Irlanda e, su iniziativa di alcuni aristocratici, nacque l'Ars Wetana, società di patronato che svolgeva attività di produzione e confezionamento con particolari richiami ornamentali al Duomo di Orvieto.

Una sorta di sindacato iniziale, inoltre, che si proponeva di dare alle donne del popolo un opportunità di guadagno con un lavoro a domicilio, non particolarmente pesante. L’idea del Conte Eugenio Faina fu realizzata grazie al figlio Claudio che si occupò di individuare un lavoro semplice, ma anche di valore, che le donne potessero svolgere a domicilio. È grazie a queste donne che si formarono le prime cooperative femminili.