cultura

Musei viventi

venerdì 5 gennaio 2024
di Mirabilia Orvieto

Museo Emilio Greco

Orvieto, come quasi tutte le città italiane ed europee, è un museo a cielo aperto. Ma esiste un sistema per meglio valorizzare e promuovere il nostro Patrimonio?    

Oltre a educare e a sensibilizzare i cittadini verso la propria identità storica, fondamentale per capire chi siamo e da dove veniamo, è necessario elaborare idee stimolanti in grado di intercettare l’interesse dei visitatori che, anche inconsapevolmente, sono alla ricerca di qualcosa di nuovo, di forte, di significativo. Questa esigenza deve però fare i conti con il problema dei musei che è quello di tenersi in piedi, soprattutto in un tempo in cui i finanziamenti pubblici stanno diminuendo. Ad essi -che non hanno scopo di lucro e rientrano tra i servizi pubblici essenziali- è chiesto di aumentare la propria capacità di ‘auto-mantenersi’ per garantire il lavoro del personale, la funzionalità delle strutture, la conservazione delle collezioni, l’attività di ricerca. 

A incidere negativamente sono poi i cosiddetti ‘luoghi comuni’ molto diffusi tra il grande pubblico. Un museo è molto di più che uno spazio vecchio, immobile, noioso e polveroso, comprensibile solo agli specialisti, piuttosto è un “motore del cammino dell’umanità” verso la “partecipazione alla vita democratica e alla cittadinanza attiva”. 


Museo dell'Opera del Duomo

Il museo è un organismo vivente, sempre in trasformazione e, soprattutto, sempre contemporaneo. L’interesse aumenta notevolmente quando il museo riesce a migliorare la qualità della percezione dei visitatori che andrebbero meglio ascoltati per trovare nuovi contenuti e modalità di comunicazione finalizzati a un turismo del senso. Solo allora il turista rimane colpito e ritorna, fino a farsi promotore in casa propria di ciò che ha visto e sperimentato nel suo viaggio.

Da qualche anno si stanno ormai diffondendo nei musei nuove forme di narrazione dove l’esperienza della visita viene arricchita da significati e simboli veicolati da suggestive tecnologie, dove il passato continua a parlare, a emozionare e a suscitare l’immaginazione delle persone.

Qui gli orizzonti dell’innovazione sono apertissimi! Non c’è dubbio che bisogna partire dal linguaggio e dalla comunicazione. Non va dimenticato che un museo è sempre attuale, è un antidoto alla povertà educativa, un luogo di conoscenza e di sviluppo di capacità critiche, un deposito di memoria individuale e collettiva, locale e globale. Un museo non è solo un museo, ma un moderno laboratorio per progettare, per sperimentare nuove forme di fruizione della cultura che non deve più identificarsi con una visione nozionistica e puramente accademica.

Per fare tutto questo è però necessario un impegno corale fra le varie componenti istituzionali e imprenditoriali, una sapiente ed efficace politica di reperimento di risorse umane e finanziare in cui intervengano esperti del settore culturale ed economico. 


Museo "Claudio Faina"

Insomma bisognerebbe avviare un serio lavoro di programmazione e prima ancora d’individuazione strategica degli obiettivi che si vogliono raggiungere. Dall’irriducibile “staticismo” della cultura, che non riesce a coniugare conservazione e innovazione, si deve passare a modelli di fruizione più partecipativi dove i musei, come i monumenti, acquistino la capacità di comunicare l’attualità che li eleva a ‘beni immateriali’ di grande valore culturale ed etico, come “l’educazione ai diritti umani e alla pace”. Il problema della valorizzazione dei beni culturali appare infatti sempre più attuale perché correlato alla funzione ‘umanizzatrice’ ed educativa dell’arte che -come afferma il Consiglio d’Europa e l’UNESCO- favorisce senza dubbio la crescita e lo sviluppo della personalità e della dimensione sociale per la costruzione della civiltà del futuro.      

Ed ecco allora che si fa largo una proposta ‘shock’: unire la forza e la creatività del sistema privato e associativo con il mondo museale, al fine di acquisire quelle conoscenze e quelle esperienze pratiche capaci di orientare le preferenze dei fruitori verso ciò che si ritiene più desiderabile dal punto di vista sociale; in breve riuscire a dare ai visitatori proprio quello che oggi s’aspettano di trovare! Diceva Glenn Gould, pianista e compositore: “Credo che il senso dell’arte sia la combustione interna che essa accende nel cuore degli uomini e non le sue manifestazioni pubbliche superficiali, esteriorizzate. Lo scopo dell’arte non è il rilascio di una momentanea erogazione di adrenalina ma è, piuttosto, la costruzione graduale e permanente di uno stato di meraviglia e serenità”.


Museo Archeologico Nazionale   

Spesso ci si concentra sul marketing turistico quando invece occorre riscoprire e attualizzare continuamente il nostro Patrimonio, sviluppando un modello di turismo culturale che sappia offrire forme di fruizione più adatte al nostro tempo, come la realizzazione di mostre e percorsi espositivi nei diversi luoghi cittadini per dare una visione d’insieme del nostro territorio, così da armonizzare il centro con la periferia. Ma non bisogna illudersi: uno sforzo di questo tipo ha senso soltanto se gli obiettivi dell’offerta sono chiari.