cultura

Beni culturali ecclesiastici e turismo, "Dedicato a Maria" il video di Mirabilia

mercoledì 20 maggio 2020
di Davide Pompei
Beni culturali ecclesiastici e turismo, "Dedicato a Maria" il video di Mirabilia

È "Dedicato a Maria" come la titolare della Basilica Cattedrale, chiesa madre della Diocesi di Orvieto-Todi, e come il quinto profumato mese dell'anno che, già dal Medioevo, a Lei è tradizionalmente consacrato. In due minuti, il video realizzato dalla società Mirabilia Orvieto condensa forme e simboli ed omaggia, ancora una volta, il capolavoro dell'architettura gotica con il taglio particolare di chi vuole essere cassa di risonanza del significato di un'opera d'arte unica nel suo genere.

Una promozione cittadina inedita, lontana da scopi strettamente commerciali che attraverso l'arte, la voce di Giuni Russo e la poesia di Marco Guzzi rivela i dettagli policromi di un oggetto di osservazione pieno di grazia. La bellezza monumentale della facciata finisce per fondersi con l’emozione di una presa di coscienza che si rivela, suscitando in chi guarda la percezione di un inaspettato spazio interiore, dove l’anima entra in dialogo con il mistero della Madre di Dio.

Anche quelli che la casa editrice nata nel 1999, dopo il Corso LUMSA per operatori esperti nel turismo culturale e religioso, è impegnata a valorizzare con passione e tenacia da 21 anni. Ne sono trascorsi 18 dal primo convegno dedicato a "Beni culturali ecclesiastici e turismo" durante il quale venne fatta l'esperienza della speciale visita guidata alla Cappella di San Brizio, definita nel XII Rapporto del Turismo Italiano come "un modo nuovo di illustrare le opere d'arte a carattere religioso".

"Questo – affermano Fabio Massimo Del Sole e Patrizia Pelorosso, curatori di numerosi volumi di arte e fede – potrebbe essere un piccolo esempio di cosa si intende quando oggi si parla del crescente bisogno di un nuovo tipo di turismo, quello che l'esperto gesuita Jean Paul Hernandez chiama il turismo del senso. Un turismo che, proprio in questi tempi così problematici ed incerti, non si qualifica solo come bisogno di evasione ricreativa.

Ma come il tentativo, spesso inconsapevole, di voler ritrovare se stessi, attraverso luoghi che parlino di un senso forte, di una identità sicura. È allora che i capolavori acquistano tutta la loro forza e la loro efficacia senza correre il rischio di essere banalizzati, indeboliti o persino snaturati. Ogni bene culturale non può e non deve essere considerato come qualcosa che appartiene al passato: esso è chiamato a ritrovare il suo senso vivo, dinamico e quindi attuale.

Bisogna conoscere bene di cosa sono fatti i nostri capolavori d’arte, quale mistero si portano dentro, quali messaggi vogliono trasmetterci ancora, e quindi, occorre sforzarsi di creare strumenti di mediazione veramente innovativi che facilitino l'incontro con l'anima di questi luoghi. Se collegati alla nostra vita, alla nostra esperienza personale, questi luoghi diventano vivi e attuali trasformandosi appunto in luoghi dell’anima, che è l'Anima d'Europa, l'Anima del mondo".