cultura

Luci tricolori sulle facciate dei palazzi per accendere la speranza nel Paese

giovedì 2 aprile 2020
di Davide Pompei
Luci tricolori sulle facciate dei palazzi per accendere la speranza nel Paese

Verde come le pianure, e la speranza. Bianco come la neve di Alpi e Appennini che, per le virtù teologali, è anche il colore della fede. E poi rosso come il sangue versato dai compatrioti per l’unione della terra e come la carità. Senza nazionalismi di maniera, sono tanti gli italiani – "calpesti, derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi" – abituati a sentirsi tali solo quando gioca la Nazionale di Calcio, che in questi giorni hanno esposto con fierezza il tricolore alle rispettive finestre. Venerdì 3 aprile a Orvieto si illumineranno il Pozzo di San Patrizio e, in serata, la facciata del Palazzo Comunale.

Un vessillo sì, ma anche un simbolo identitario, la bandiera, alla quale è dedicata anche una Giornata Nazionale che ne celebra la nascita a Reggio nell'Emilia, dove nel 1797 venne approvata per la prima volta la sua adozione da parte di uno Stato italiano sovrano, la Repubblica Cispadana. E se vedere quei tre colori sventolare, silenziosi, dai balconi di istituzioni e appartamenti non è sufficiente a tenere alto l'umore del Belpaese, c'è chi legittimamente ha deciso di illuminare intere facciate per l'intera durata dell'emergenza.

Tricolori, in segno di solidarietà, molti monumenti nel mondo. Fra quelli luminosi dell'Umbria, quelli della Rocca di Gualdo Cattaneo e del Palazzo dei Consoli di Bevagna (nella foto sopra). E, nel vicino Lazio, quelli di complessi come il Castello Ruspoli di Vignanello e il Castello di Santa Severa. Dalla serata di martedì 31 marzo si è vestita di verde, bianco e rosso con il supporto organizzativo di LAZIOcrea, anche la facciata del Palazzo Doria Pamphilj (nella foto d'apertura), il gioiello di San Martino al Cimino, alle porte di Viterbo. Un segnale di unità nazionale in queste settimane difficili.

Un'iniziativa scenografica che, dopo i tricolori listati a lutto di Anci, in questo caso vuole "testimoniare il sostegno della Regione Lazio a tutti coloro che hanno perso i loro cari e agli operatori in prima linea nella lotta contro l’epidemia". Le luci si accenderanno ogni sera all’imbrunire sulla facciata dell'immobile voluto da Olimpia Maidalchini Pamphilj sugli antichi ambienti dell’Abbazia intorno alla metà del XVII secolo, rimasto chiuso negli ultimi anni ed inserito nel progetto Art Bonus.

Il programma di valorizzazione del patrimonio storico-artistico regionale, finalizzato alla riapertura e alla promozione di alcuni tesori del territorio, interessa infatti anche l'opera affidata all’architetto Marcantonio De Rossi che trasformò il borgo e l’antica abbazia in un sontuoso palazzo signorile utilizzando i materiali provenienti dall’altro palazzo di famiglia, quello della capitolina Piazza Navona. Da Nord a Sud, isole comprese, sono tante in queste ore le urgenze storiche artistiche pronte ad accendersi.