cultura

"Meraviglie dal Mondo. L'architettura che di solito non si studia mai!"

martedì 29 ottobre 2019
di Davide Pompei
"Meraviglie dal Mondo. L'architettura che di solito non si studia mai!"

Uscire dal campo dell'architettura occidentale e dai suoi schemi – didattici, ma ormai divenuti mentali – di periodi a compartimenti stagni. Dall'Architettura Greca al Post-Moderno e al Decostruttivismo, passando tra l'altro per il Romanico, il Gotico, il Rinascimentale, il Barocco e il Neoclassico. Nell'idea, fondata, che l'architettura del resto del mondo risponde a motivazioni diverse – ora più filosofiche, ora più legate alla natura – ma di rado imbottigliabili in una sola parola che ne spieghi ragioni e forme.

Obiettivo ambizioso ma perseguibile grazie all'originale percorso in programma nella Sala Incontri "Maria Teresa Santoro" di Palazzo Simoncelli, sede dell'Unitre Orvieto, presieduta dal Maestro Riccardo Cambri che ha fortemente voluto la presenza dell'architetto Raffaele Davanzo, presidente dell'Istituto Storico Artistico Orvietano, e dell'architettura nel ricco palinsesto culturale dell'Anno Accademico 2019/2020. Un viaggio in tre tappe tra stilemi e caratteristiche idiomatiche dell’architettura nei cinque continenti. Filo conduttore, "Meraviglie dal Mondo. L'architettura che di solito non si studia mai!".

Con il primo incontro, in calendario per giovedì 7 novembre alle 17.30, dal titolo "L'Architettura delle Origini e l'Architettura Primitiva", si rintracceranno forme, sistemi costruttivi e metodi atavici che hanno accompagnato l'architettura dalle sue origini fino alla contemporaneità. "Pensiamo alle due prime abitazioni dell'uomo, grotta e capanna che – suggerisce l'architetto, già funzionario ispettore di zona del Ministero per i Beni Culturali – produrranno da una parte il tumulo a finta cupola, che arriverà fino al Pantheon e a San Pietro, e fino alle architetture tipo i trulli che si sono mantenute invariate nel corso dei secoli fuori da ogni organizzazione statuale, e dall'altra il tempio greco, la basilica romana e quella cristiana.

Ma i primi spazi architettonici sono anche delle progettazioni paesaggistiche, come i recinti megalitici di Malta, della Sardegna e dell'Inghilterra, come Stonehenge. Dalla razionalizzazione del tumolo (anche Ildolmen è un tumolo, è la sua struttura interna!) nasceranno poi le grandi architetture icastiche, le piramidi della Mesopotamia, dell'Egitto e dell'America precolombiana". Giovedì 21 novembre alle 17.30 sarà, invece, la volta de "L'Architettura Orientale" distinguendo quello che accade nell'India, nell'Indocina e nell'Indonesia da una parte e nell'Asia orientale dall'altra.

Sì, perché "nell'Asia meridionale tutto è guidato da un vortice di grande organicità, nel rapporto diretto con la natura. Le forze della natura si trasformano in pietra, in un'integrazione perfetta tra architettura e scultura e sottendono un naturale simbolismo. Quest'ultimo si diversifica, tuttavia, nelle zone della Cina e poi del Giappone. In questo caso c'è un'integrazione più sottile e spirituale con la natura, in quanto la forma architettonica assume forme più mimetiche, con un gusto raffinato che, specialmente in Giappone, anticipa soluzioni dell'architettura moderna. L'architettura giapponese ispirò, con la sua intrinseca organicità, un grande maestro moderno come Frank Lloyd Wright".

Il terzo appuntamento, invece, giovedì 12 dicembre alle 17.30, tratterà de "L'Architettura Islamica". "La cultura islamica copre un territorio enorme, dal Marocco e dalla Spagna fino all'Asia Centrale (Samarcanda, Bukhara, Khiva) e fino all'India. Poche, però, sono le tipologie che derivano tutte da forme nate ancora al tempo dei Persiani e dei Parti, intersecate con l'architettura tardoromana e specialmente bizantina. Ma, tenuto anche conto che la decorazione permessa è solo aniconica e quindi totalmente geometrica, si moltiplicano i moduli progettuali, pur rimanendo nell'ambito di una tradizione cristallizzata.

Fino ad arrivare a realizzare delle moschee costituite da numerosissime navate con una selva incredibile di colonne. Teniamo conto, infine, anche dell'influsso che l'architettura islamica ebbe in Europa. Pensiamo a molte chiese dell'architettura occidentale, come l'archetipo del Duomo di Pisa fino, duecento anni dopo, al Duomo di Orvieto. Sono tutte costruzioni le cui fronti, interne ed esterne, sono caratterizzate dal motivo delle fasce bianche e scure che deriva dall'architettura islamica. Motivo accettato con favore perché realizza un concetto razionale di progettazione unitaria, sia come forma che come decorazione".

Per ulteriori informazioni ed iscrizioni:
338.7323884 – uni3-orvieto@alice.it

Nota della Redazione: Orvietonews, giornale online registrato presso il Tribunale di Orvieto (TR) nr. 94 del 14/12/2000, non è una bacheca pubblica. Pur mantenendo fede alla disponibilità e allo spirito di servizio che ci ha sempre contraddistinto risultando di gran lunga l’organo di informazione più seguito e letto del nostro territorio, la pubblicazione di comunicati politici, note stampa e altri contributi inviati alla redazione avviene a discrezione della direzione, che si riserva il diritto di selezionare e modificare i contenuti in base a criteri giornalistici e di rilevanza per i lettori.