cultura

"Entro l'anno torneranno in Duomo anche le statue degli Apostoli"

sabato 16 marzo 2019
"Entro l'anno torneranno in Duomo anche le statue degli Apostoli"

Lavoro di squadra fra Enti e competenze ai massimi livelli scientifici e tecnologici, per concretizzare una “svolta storica” nel patrimonio artistico della Città di Orvieto e dell’Italia, e anche legittima soddisfazione. Sono gli elementi salienti emersi venerdì 15 marzo nel corso dell'annunciata conferenza stampa che si è tenuta presso la Sala Urbani dell’Opera del Duomo di Orvieto, per l’atteso annuncio del riposizionamento all’interno della Cattedrale delle grandi statue monumentali realizzate tra XVI e XVIII secolo, fino ad ora esposte nella chiesa di S. Agostino nel quartiere medievale della città. 

Nel presentare il ritorno in Duomo del ciclo scultoreo dell’Annunciazione di Francesco Mochi il Presidente Opera del Duomo, Gianfelice Bellesini ha ringraziato il Vescovo Mons. Benedetto Tuzia per il “grande incoraggiamento dato a questa operazione. Un grande evento artistico e culturale che è innanzitutto un atto di fede e devozione, che testimonia il ‘ritorno di un’anima’ nella sede che gli è propria: la casa del Signore”. 
“Un prefetto – ha aggiunto - è abituato a coordinare, non è un uomo solo al comando, quindi sono onorato del confronto costruttivo e della condivisione e la passione con la quale, tutte le istituzioni hanno collaborato per risolvere le varie problematiche che una operazione così complessa comportava e comporta, consapevoli però dell’importanza storica di questa iniziativa che è molto sentita e partecipata dalla collettività. Ringrazio tutti per il grande lavoro che si sta facendo, in armonia. Parliamo con i fatti. Oggi diamo comunicazione di un obiettivo raggiunto. Con il concorso di tutti. Il complesso scultoreo dell’Annunciazione, eccellenza dell’arte barocca sono già in Duomo. Stiamo lavorando alla pianificazione per riportare entro fine anno in Duomo anche le statue degli apostoli. Il coordinamento tecnico costituito tra Soprintendenza, Ufficio Tecnico del Comune, ENEA, Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro sta portando avanti la pianificazione ed anche il monitoraggio, la manutenzione e la conservazione del Duomo, le cui schede tecniche realizzate dall’Opera del Duomo ha avuto grande apprezzamento in sede di riunioni tecniche dall’Associazione delle Fabbricerie delle diverse Opere del Duomo presenti nel nostro Paese”. 

“Il progetto della ricollocazione delle statue nel Duomo di Orvieto non è nato oggi – ha aggiunto Don Stefano Puri, Presidente del Capitolo della Cattedrale - sono anni che se ne parla. Il progetto è stato ripreso negli anni in cui ho avuto la fortuna di essere consigliere dell’Opsm. La Cattedrale è un luogo di culto e tutto quello che l’arte ha prodotto per la liturgia e per il Duomo è arte di culto.  A questo scopo abbiamo voluto coinvolgere anche i sacerdoti che curano il culto della cattedrale. Il traguardo che oggi si raggiunge è importante per ridare voce a queste opere che non parlano solo il linguaggio dell’arte, ma anche della fede. Negli ambienti asettici dei musei, perdono la loro profonda valenza simbolica. La riacquistano invece nello spazio per il quale sono nate. Il Cardinale Ennio Antonelli, il 25 marzo sarà nel nostro Duomo dove, al termine della liturgia, suggerirà una lettura iconologica e spirituale per dare la giusta valenza a questo intervento culturale e storico dei nostri giorni. Oggi si fa la storia, ne siamo consapevoli. Non è facile trovare l’unanimità di pensiero. Chi in questo momento è responsabile di questa decisione, sia come custode che come Capitolo lo ha fatto con serietà e responsabilità verso la Città. Ringrazio l’Opera del Duomo che negli anni ha lavorato convintamente con convegni e supporti di competenti alla realizzazione di questo notevole progetto”. 
 
A raccontare la vicenda che ha accompagnato il complesso scultoreo, parte fondamentale nella decorazione del Duomo di Orvieto è stata la soprintendente ai Beni culturali dell’Umbria, Marica Mercalli. “Tale intervento – ha affermato – è il frutto di anni di analisi e riflessioni, con pareri espressi nei vari contesti e organismi tecnici investendo sia la parte che riguardava l’amministrazione religiosa, sia l’amministrazione civile. Il meraviglioso complesso scultoreo costituisce un unicum: le 12 Statue gli Apostoli e il gruppo dell’Annunciazione, opera di Francesco Mochi, uno dei maggiori rappresentanti del Barocco italiano che nulla ha da invidiare a Bernini. Negli anni della realizzazione delle opere il legame tra Roma e Orvieto è sostanziale. Mochi lavora a Orvieto che con il suo Duomo costituiva una grande attrattiva per molti artisti i quali hanno in Orvieto una seconda Roma. Il Duomo di Orvieto rappresentava e rappresenta una delle cattedrali più importanti del Gotico italiano. Qui lavorano i massimi artisti e scultori, come Raffaello da Montelupo della scuola di Michelangelo. 

La presenza dei 12 apostoli richiama l’Ecumenismo. La prospettiva della navata centrale converge su l’Annunciata e l’Annunciante. Il rapporto tra la giovane donna, non è seduta in preghiera ma che si alza dalla sedia sorpresa da un angelo in volo, non stante, coglie questo momento di straordinaria emotività. Sorpresa dall’arrivo di colui che le sta annunciando, appare smarrita.  Mi auguro che possa esserci un convegno internazionale per segnare l’importanza di questa operazione culturale e artistica. Realizzate sul finire del ‘500, le statue più importanti vengono rimosse nel 1897 in base ad un criterio. Quello fu un momento di rottura.

La storia di questo complesso indica tappe fondamentali di riflessione sulla storia del restauro. Le vicende di questo ciclo sono infatti legate alle diverse interpretazioni del restauro. Quello che oggi si va a concretizzate è perciò un ritorno che è integrazione, colma una lacuna. Il Duomo, unica opera d’arte, si trovò sottratto dal complesso scultoreo, oggi invece si riconduce all’unità l’edificio e sua decorazione scultorea.  L’affermazione di Cesare Brandi sulle pagine del Corriere della Sera aprì una riflessione profonda in materia di restauro in Italia. Grazie a Cesare Brandi e Giulio Carlo Argan nacque l’Istituto Nazionale pe la formazione dei restauratori. L’atto critico comporta una scelta, tenendo conto della sua istanza estetica ma anche storica. Ogni opera ha in sé un percorso. Non si può interrompere il flusso della storia. Del Duomo di Orvieto dobbiamo difendere tutti i momenti storici. L’operazione di sottrazione delle statue e ricondurre la navata alla fisionomia medievale venne considerata arbitraria perché negava la storia del momento. 

Desidero ricordare in questa circostanza il ruolo fondamentale delle Soprintendenze e degli uffici di soprintendenza che sono dei baluardi. Fu proprio la Soprintendenza dell’Umbria a riportare all’attenzione del mondo scientifico il ritorno delle statue nel Duomo di Orvieto. Il 25 marzo 2019 giorno dell’inaugurazione del rientro in Duomo dell’Annunciazione di Francesco Mochi è una data storica. Le statue tornano in duomo e si chiude un ciclo di reintegrazione".
 
“C’è la consapevolezza di partecipare ad un evento che va nella storia – ha dichiarato il Sindaco, Giuseppe Germani – ringrazio la Soprintendenza per vicinanza verso Orvieto e il Duomo e tutti gli attori di questa vicenda: Opera del Duomo, Capitolo della Cattedrale, Vescovo, Fondazione CRO, che hanno studiato e lavorato insieme producendo questo importante risultato, che non era scontato. A nome della Città ringrazio tutti coloro che si sono spesi per realizzare questo obiettivo, fra i quali i dipendenti dell’Opera del Duomo. Dentro la Cattedrale ci sono pezzi importanti della nostra storia. In questo periodo di preparazione e messa a punto del progetto per un evento complesso come il trasferimento delle statue, la collaborazione tra l’Opera del Duomo e l’Amministrazione Comunale, attraverso il Dirigente Ing. Longhi, per la parte tecnico logistica è stata costante, e l’Assessore alla Cultura, Cannistrà ha fatto sì che come Esecutivo ci fosse questo stretto legame. Di fronte a noi c’è una settimana densa di eventi. Se collaboriamo tutti possiamo viverla come un’occasione per darle risalto anche mediatico per l’immagine della nostra città che richiama turisti dall’Italia e dal mondo”.
 
L’Avv. Sergio Finetti, componente del Consiglio di Indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto ha sottolineato come “la presenza della Fondazione oggi caratterizza l’impegno degli enti istituzionali per la rinascita e la crescita del territorio. Non viviamo un periodo di massimo splendore a livello nazionale e generale e tale opacità si ripercuote anche qui. Ma dobbiamo unire le forze in una sinergia operativa, le risorse e le diverse attività inserendoci nel solco di quanto impostato. E’ imprescindibile l’unità delle forze anche da parte degli enti cittadini, la cui vocazione comune, non solo della Fondazione, è l’accrescimento del patrimonio e del territorio. Se oggi in Italia c’è non solo bellezza ma capacità di apprezzarla è grazie anche agli organi che lavorano nascosti. Orvieto è una città d’arte e una collettività di fede, bene ha fatto don Stefano Puri a riportare l’operazione del ritorno in Duomo della statue in un alveo spirituale, evidenziando come l’opera che esce dalla materialità raggiunge spiritualità. Non vediamo solo l’opera ma anche quello che c’è dentro. Concludo riaffermando che la Fondazione CRO ambisce ad essere sempre compagna di viaggio con tutti coloro che vogliano lavorare per il territorio, come dimostra anche la proposta avanzata di recente per l’acquisizione della nostra banca cittadina. Oggi è una giornata importante per l’anima culturale, religiosa e scientifica. Sono anni che si opera in questo senso. Bene un convegno internazionale. A tutti coloro che hanno operato per realizzare questo ambizioso progetto porto il ringraziamento della Fondazione CRO della cittadinanza. Orvieto prima di tutto e di tutti, senza riserve”.
 
Anche il rappresentante dall’Opera del Duomo nel Consiglio di Indirizzo della Fondazione CRO,  il Dott. Alberto Coppotelli, ha posto in risalto il fatto “Arte e Beni Culturali sono due settori di intervento fondamentali per l’azione della Fondazione che ha lo scopo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale della comunità. Il ritorno del gruppo scultoreo in Duomo ne è un esempio evidente e per questo esprimiamo grande apprezzamento. Il complesso ritorna in maniera definita ai lati dell’altare maggiore, quindi Arte e Fede si ricongiungono. La Fondazione è stata e sarà sempre al fianco dell’Opera del Duomo. L’auspicio che esprimo anche a nome del Presidente della Fondazione, Giacchino Messina è che questo progetto di recupero prosegua perché Arte e Cultura sono elementi fondamentali per la nostra città”.  
 
Gerardo De Canio, Ingegnere dell’Enea ha illustrato le tecniche di innovazione nella conservazione che sono state approntate per il complesso scultoreo dell’Annunciazione di Francesco Mochi, già al centro del recente convegno presso i Musei Vaticani. In particolare, “l’approccio alla vulnerabilità della base dell’angelo è stato quello di dare alla geometria la funzione di isolamento sismico. I dispositivi studiati rispondono ai seguenti requisiti: massimo isolamento dal terremoto, materiali compatibili, reversibilità, semplice manutenzione, durabilità dell’acciaio utilizzato. Il dispositivo antisismico è stato inserito in 3 step. Decisamente innovativo è poi il dispositivo ‘semi-passivo’, pronto ad assorbire e filtrare il sisma. Può essere bloccato e sbloccato con un segnale di allerta. In cattedrale in prossimità del dispositivo è posto un accelerometro tarato con valori bassissimi che in caso di sisma si sblocca”.
 
Alessandra Cannistrà, Assessore alla Cultura che è intervenuta in veste di curatore del Museo dell’Opera del Duomo ha spiegato che “tutti gli apparati del Duomo hanno vissuto tutti i vari passaggi storici. Passaggi a volte traumatici. Le statue, ad esempio, furono più volte movimentate. Alcune vennero realizzate a Orvieto, altre arrivarono da Roma. Nel 1897 avvenne il primo trasferimento delle statue dal Duomo al piano superiore di Palazzo Soliano, dove vennero collocate insieme ad altre opere e lì rimasero per molti anni. Dopo questo momento particolarissimo, nel 1989 le statue ingabbiate vennero trasferite nei sotterranei del Duomo doge sono rimaste fino al 2006 quando sono state riportate alla fruizione nella chiesa di Sant’Agostino, sede decentrata del Museo dell’Opera del Duomo inserita nel quartiere medievale per allargare il circuito turistico ed un punto di interesse culturale collegato con il Duomo. Oggi, con il nuovo trasferimento delle statue, la sede di Sant’Agostino rimarrà attiva e costituirà una tappa del circuito museale in quell’area del centro storico dove verranno portate nuove emergenze artistiche. Già nel 2006 venne effettuato un intervento propedeutico relativo alle problematiche conservative delle statue ed oggi, con il nuovo trasferimento sono state messe in pratica degli interventi di manutenzione finalizzate al loro reinserimento in Domo. Nell’occasione di questo trasferimento si è voluta rivalutare questa conservazione, c’è quindi la necessità di riprendere consapevolezza e seguirle nella loro vita conservativa attraverso un costante monitoraggio”.
 
Degli aspetti del controllo ha parlato la restauratrice Maura Borrelli, la quale ha riferito che “dopo l’intervento eseguito nel 2006, la manutenzione straordinaria delle statue ha rivelato un buon livello conservativo ed estetico seppure sui 12 apostoli sono necessari interventi più impegnativi. Grazie all’uso di materiali tecnici dell’Istituto Centrale del Restauro è stata elaborata la documentazione non solo delle fasi di restauro, ma anche i rilievi in 3D. I punti fragili sono stati individuati in maniera visiva permettendo così di anticipare i rischi del trasporto. Dai rilievi effettuati sono emerse delle notizie: la statua della Vergine (realizzata dopo), a differenza dell’Angelo non ha le pupille e in cima alla testa e ai piedi della sedia presenta due ‘non finito’. Sono notizie che consegniamo agli storici”. 
 
Direttamente in Duomo, invece, la restauratrice Roberta Rizza, segue la fase operativa dell’alloggiamento del dispositivo antisismico al basamento delle statue, una operazione molto importante e delicata in cui le due statue vanno sollevate.  Le varie fasi dei lavori e le figure tecniche attualmente impegnate sono coordinate per l’Opera del Duomo dall’Arch. Mauro Stella.

L’Annunciazione di Francesco Mochi, conosciuta come una delle opere più espressive e preziose del Seicento italiano è la prima opera che oggi, tecnicamente, ha già fatto il suo ingresso in Cattedrale e che sotto la cura e la competenza dei tecnici dell’ISCR Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, della Soprintendenza all’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio dell’Umbria e dell’ENEA è stata sistemata ai lati della tribuna in prossimità dell’altare maggiore, in vista delle celebrazioni ufficiali che si svolgeranno il 25 marzo prossimo, Festa dell’Annunciazione; per quella data il complesso monumentale completerà tutti i test di collaudo tecnologico in loco.  
 
Per quasi tre secoli, l’Annunciazione di Francesco Mochi aveva abbellito l’interno della cattedrale insieme alla numerosa serie di ben 24 splendide sculture commissionate, tra il 1552 e il 1729, dall’Opera del Duomo per valorizzare lo spazio liturgico del Tempio cittadino ed esprimere concretamente la devozione della comunità orvietana. Alla fine dell’Ottocento, restauri di matrice purista destinarono il capolavoro del Mochi e le monumentali statue di Apostoli e Santi Protettori a un esilio protrattosi fino a oggi. Il ritorno nel Duomo di Orvieto del ciclo scultoreo rappresenta quindi un evento epocale nella storia del restauro e una straordinaria restituzione. Dopo l’Annunciazione, entro l’anno il progetto di riposizionamento delle statue si completerà con l’Apostolato.  

Il progetto, già in passato proposto dalla Soprintendenza dell’Umbria è stato coordinato dall’Opera del Duomo che ha messo in sinergia le più importanti istituzioni competenti: Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, Soprintendenza all’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio dell’Umbria, affiancate da ENEA per gli aspetti scientifici e di innovazione nella prevenzione del rischio sismico. Mentre il Comune di Orvieto ha collaborazione per il supporto logistico, totale è stata la condivisione da parte della Diocesi di Orvieto-Todi, e determinante l’approvazione e il personale sostegno di S.E. il Vescovo Mons. Benedetto Tuzia.   
 
Per salutare il rientro nella sede originaria del gruppo dell’Annunciazione data l’importanza del tutto eccezionale dell’iniziativa, della sua valenza artistica anche sul piano dell’offerta culturale della Città, sono stati programmati i seguenti appuntamenti: 
- sabato 23 marzo ore 18.00 Duomo di Orvieto – Concerto d’Organo: organista Nello Catarcia, musiche di: J.S.Bach - A. Vivaldi – F. Liszt – C. Frank
- domenica 24 marzo ore 18.00 Duomo di Orvieto – Concerto per Coro e Orchestra: Coro “Vox et Jubilum” -   Orchestra della Scuola di Musica “A. Casasiole”
- lunedì 25 marzo ore 12.00 – MODO Sotterranei del Duomo – Inaugurazione della mostra fotografica di Luca Canonici “Francisci Mochis” (25 marzo - 5 maggio 2019)
- lunedì 25 marzo festa dell’Annunciazione, ore 18.00 Duomo di Orvieto – Concelebrazione Eucaristica di S. Em. il Cardinale Ennio Antonelli e di S.E. il Vescovo Mons. Benedetto Tuzia. Al termine, lettura del Cardinale Antonelli del mistero dell’Annunciazione.