Maurizio Vannoni tra gli "Italiani di Germania" in forze all'European XFEL

È nato a Prato, si è laureato in Fisica e specializzato in Ottica a Firenze, vive e lavora ad Amburgo ma le sue origini lo riportano in Umbria. Quarantaquattro anni, padre di due gemelli – un maschio e una femmina – e una passione smisurata per la scienza, Maurizio Vannoni è una delle risorse in forza all'European X-Ray Free-Electron Laser, l'infrastruttura di ricerca costruita grazie a 12 Paesi partecipanti in grado di generare impulsi a raggi-x ad intensità molto più elevate rispetto ai tradizionali sincrotroni.
Il nonno Angelo Muzi – padre della madre Adele – era nato a Ficulle, come tutti i figli e intorno alla metà degli anni '60 viveva ancora a "La Piscina", la località templare che sovrasta il corso del fiume Paglia, per poi trasferirsi in Toscana. Di Amburgo, Maurizio dice gradire l'architettura e l'organizzazione. Meno il meteo e il cibo, in particolare il caffè. Un suo contributo è contenuto nel terzo volume e web documentary "Italiani di Germania", appena presentato alla Farnesina.
Ovvero, "il racconto di una delle più numerose comunità italiane all’estero – quasi un milione di persone, secondo le stime dell’Ambasciata – seconda solo a quella argentina, che ha contribuito in modo significativo a fare della Germania il Paese che è oggi. Una comunità che è nelle catene di montaggio della Volkswagen, ma anche nelle redazioni dei più grandi quotidiani nazionali, nei conservatori e nei musei, nei centri di ricerca e nelle agenzie spaziali".
Dalle storie degli emigranti degli anni '60 e '70 e dei loro discendenti divenuti ormai parte integrante della società, fino alle esperienze recenti di italiani emigrati in Germania per "svolgere le professioni più varie, da quelle in campo artistico alle start up, dal design alla finanza. Un insieme di storie che raccontano un senso di appartenenza multipla, una transnazionalità a tratti conflittuale ma dal potenziale esplosivo, che racchiude complessità e bellezza dell’Europa".
Fare sì che gli elettroni producano luce di raggi-x in sincrono, generando impulsi di raggi-x ad alta intensità, che avranno alcune delle proprietà della luce laser e intensità molto più brillanti rispetto a quelle prodotte dalle radiazioni di sincrotrone convenzionali, è uno dei compiti per cui è stato progettato l'European XFEL. Fare in modo che quella prodotta sia la migliore luce possibile utilizzabile per gli scienziati di tutto il mondo, uno dei compiti del team.
Nello specifico, Vannoni si occupa della Metrologia Ottica. "Cerchiamo di capire – spiega il ricercatore – quanto sono precisi gli specchi impiegati attraverso apparecchiature sofisticate che utilizzano la luce laser per dare queste informazioni. Abbiamo esperimenti che studiano la materia, altri la biologia. Non è una misura fine a se stessa, ma un lavoro di gruppo tarato su esigenze specifiche da cui potrebbe venir fuori un nuovo farmaco, un'idea di come funziona un nuovo materiale".

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