cultura

Visita a Palazzo Farnese. Il Pentagono della Tuscia, tra astronomia e simbolismo

sabato 24 novembre 2018
di Davide Pompei
Visita a Palazzo Farnese. Il Pentagono della Tuscia, tra astronomia e simbolismo

Un'equipe di professionisti come "Antico Presente" che persegue un atteggiamento di tutela dell'essenza del territorio della Maremma Tosco-Laziale. E il gioiello tardo-cinquecentesco di Caprarola legato ad una delle famiglie più importanti del Rinascimento italiano come Palazzo Farnese. Sono questi gli ingredienti della visita annunciata, come "assolutamente insolita", per domenica 25 novembre con ritrovo alle 10 nel piazzale interno d'ingresso.

A renderla tale, l’aggiunta di nuovi contenuti utili alla scoperta di quello che viene chiamato “il Pentagono della Tuscia”, dove hanno resero opera i più illustri architetti e pittori dell’epoca per celebrare ed immortalare negli affreschi i fasti della potente famiglia tramite allegorie, scene mitologiche e momenti gloriosi. Al fascino del simbolismo si lega quello dell'astronomia, declinati rispettivamente da Sabrina e Marco.

Guida della Tuscia Viterbese, studiosa del periodo rinascimentale ed esperta dell'antiquaria locale, la prima. Guida ma anche fisico, studioso di archeoastronomia e astronomia culturale, il secondo. Saranno loro a suggerire su cosa focalizzare lo sguardo nella cosiddetta Stanza dei Mappamondi, con il gigantesco soffitto affrescato da una meravigliosa volta celeste.

È lì che "le costellazioni, rappresentate ognuna dal proprio simbolo mitologico, danzano sulle eclittiche astronomiche perfettamente riportate dall'artista dell'opera. Certamente doveva avere una maestria pittorica eccezionale, una conoscenza mitologica fuori dal comune, ma soprattutto una dovizia scientifica da astronomo puro. Chi era costui, così erudito e dalla personalità così sfaccettata?

 Cosa raccontano i miti celesti rappresentati nei loro particolari atteggiamenti e come fu possibile creare una rappresentazione dei moti spaziali così precisa nell'ottica astronomica? Parrebbe che mito, sapienza e conoscenze riservate, per quei tempi, concorrano insieme nel tripudio di questa rappresentazione unica al mondo. Ci voleremo dentro, per cercarne di comprendere fascino e bellezza, a metà strada tra il cosmo e la sua umana visione".

"Nei cicli pittorici delle stanze di Palazzo Farnese – aggiungono – furono utilizzati simboli e particolarità stilistiche connesse ad una visione alchemico-ermetica. L'elemento onirico, inteso come liberazione del vincolo verso un accesso ad una conoscenza superiore, parrebbe essere presente in diverse decorazioni, soprattutto, e non a caso, in quelle delle stanze da letto.

Girando per questi ambienti sfarzosi e avvolgenti, non può sfuggire la presenza di Hermatena. Un unico corpo ospita due busti, una terribile biforcazione. Da una parte Hermes, il mercurio, la filosofia, il significato delle cos. Dall'altra Atena, lo zolfo, la sapienza, la rettitudine. Questo deforme, ma tutt’altro che malandato corpo, parrebbe rappresentare proprio le ‘nozze alchemiche’.

Il definitivo matrimonio tra il Sole e la Luna, che raffigura, poi, la mistica unione tra Cristo-Sole e Maria-Luna. Che dire della Stanza dell'Aurora, laddove Nyx, la Notte, porta in braccio i suoi angelici figlioletti Morpheus e Tanatos, rispettivamente il Sonno e la Morte? Più in là, una figura alata con torce pare affiancata dalla Luna e da Mercurio, ancora lui, mentre l’Aurora coronata di rose, conduce placida il Carro del Sole.

Parrebbe che le figure allegoriche dell’affresco danzino una coreografia simboleggiante i momenti chiave della ‘Grande Opera Alchemica’, in cui alcuni gli elementi catalizzatori interagiscono con gli imperfetti attraverso varie fasi, fino a ricondurre le sostanze allo stato puro, eliminando il peccato della materia. Il dualismo tenebre-luce presente parrebbe proprio realizzare la tanto ricercata ‘coincidentia oppositorum’, attraverso la purificazione degli elementi".

Al termine della visita, per chi vuole, sarà possibile mangiare in uno dei locali più caratteristici del centro storico, dove si ripropone la cucina tradizionale della Tuscia con alcune innovazioni e ricercatezze, ma dove al primo posto c'è la qualità, la semplicità e la genuinità degli ingredienti con due menù a scelta, adatti per ogni esigenza. Il costo del biglietto d'ingresso è di 5 euro, il contributo per la visita per i soci è di 6 euro. Per i nuovi tesserati nel costo della tessera di 10 euro è inclusa la prima visita guidata, poi dall’uscita successiva il contributo sarà di 6 euro.
 
Per ulteriori informazioni e prenotazioni (obbligatorie):
339.5718135 - info@anticopresente.it