cultura

Giornate Nazionali dei Castelli. Il ventennale apre "il meglio dell'Italia a ponti levatoi"

sabato 19 maggio 2018
di Davide Pompei
Giornate Nazionali dei Castelli. Il ventennale apre "il meglio dell'Italia a ponti levatoi"

Nel giorno in cui gli occhi del Regno Unito (e non solo) saranno puntati sulla Cappella St. George del Castello di Windsor per il royal wedding tra il Principe Harry e l'attrice americana Meghan Markle, l'Italia si appresta a (far) vivere, comunque, la sua favola. Tra visite, convegni, tavole rotonde, mostre, concerti e celebrazioni di restauri di edifici fortificati, da Nord a Sud - dove si contano almeno 20.000 strutture tra castelli, torri e rocche - nel fine settimana si celebra, infatti, la 20esima edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli.

L'evento patrocinato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e promosso dall'Istituto Italiano dei Castelli, associazione culturale senza scopo di lucro costituita per incoraggiare lo studio storico, archeologico ed artistico dei castelli e dei monumenti fortificati sabato 19 e domenica 20 maggio aprirà le porte di 33 siti esclusivi (qui, l'elenco completo), dislocati in 19 regioni consentendo a a famiglie, turisti ed appassionati di storia, architettura, restauro, valorizzazione di godere de "il meglio dell'Italia a ponti levatoi".

In Umbria, quest'anno, è la volta di Palazzo Cesi edificato ad Acquasparta nel '500 per volontà del porporato Federico Aquitani Cesi. Per secoli l'imponente edificio situato sul luogo dell'antica rocca dove dal 2015 sventola la bandiera de "I Borghi più belli d'Italia" fu attribuito al Vignola, ma ormai è certo che a realizzare il progetto, nel 1561, furono esponenti della sua scuola come Guidetto Guidetti, poi Giovan Domenico Bianchi. L'impianto urbanistico è ancora quello gentilizio voluto dalla nobile famiglia che acquistò il feudo da Pier Luigi Farnese, figlio del papa Paolo III. Qui, nel 1609 venne ricostituita l'Accademia dei Lincei. Qui, nel 1624 soggiornò Galileo Galilei.

Con la decorazione ispirata alle Metamorfosi di Ovidio, tra mascheroni e cherubini, e i soffitti a cassettoni intagliati attribuiti a un disegno di Giovanni Domenico Bianchi, Palazzo Cesi ospita affreschi riferiti alle Vite di Plutarco e su, un lato, una loggia caratterizzante. Rimasto disabitato per anni, nel 1973 l'Università degli Studi di Perugia lo riportò in agibilità. Il gioiello dell'Alto Medioevo, ricostruito nel XVI secolo, è oggi proprietà dell'Università degli Studi di Perugia. E dal 2013 in usufrutto trentennale al Comune di Acquasparta.

"Dopo essere appartenuto alla famiglia degli Atti, alla municipalità di Todi e alla Camera Apostolica nel 1540 il feudo di Acquasparta fu ceduto per permuta da Pier Luigi Farnese, che aveva acquisito quelle terre nel 1537 dalla Camera Apostolica, a Isabella Liviani, figlia di Bartolomeo di Alviano, moglie di Gian Giacomo Cesi, in cambio di Guardea e della quarta parte di Alviano. Intorno al 1556 il cardinale Federico Cesi avviò, sui resti dell’ antico castrum della famiglia degli Atti, distrutto nel corso della guerriglia secolare tra gli Atti e i Chiaravalle di Canale, rissosa famiglia ghibellina un esponente della quale, Altobello, nel 1500 fuggì ad Acquasparta dove incontrò una morte atroce, la costruzione della splendida dimora cinquecentesca che, secondo alcuni studiosi, conserva nella sua articolata struttura le torri, unici elementi superstiti della fabbrica precedente. Con questo si intenderebbero spiegare, almeno parzialmente, alcune incongruenze dell’edificio".

Il giorno di apertura per le visite guidate gratuite senza prenotazione è sabato 19 maggio dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 18 in collaborazione con Comune, Ente Rinascimento ad Acquasparta, Associazione Lynks.

Per ulteriori informazioni:
i.nardi50@gmail.com – 347.4135100 - 335.6660222 - 347.3307318

 

Foto all'interno: http://www.iluoghidelsilenzio.it/