cultura

La Compagnia delle Lavandaie della Tuscia fa il bis a "San Pellegrino in Fiore"

lunedì 30 aprile 2018
La Compagnia delle Lavandaie della Tuscia fa il bis a "San Pellegrino in Fiore"

Dopo lo straordinario successo di pubblico per la sua partecipazione a "San Pellegrino in Fiore" nel giorno dell’inaugurazione, la Compagnia delle Lavandaie della Tuscia farà il bis nel giorno della chiusura, martedì 1° maggio. Al suo quinto anno di attività, il gruppo di donne fondato e diretto dal M° Simonetta Chiaretti in seno al Club per l’UNESCO Viterbo Tuscia dimostra una grande vitalità e una capacità di reinventare continuamente la propria intuizione di fondo.

Il gruppo è costituito da un nucleo di donne che hanno conservato l’uso e l’arte di lavare i panni nelle acque del Lavatoio pubblico di Bolsena e da altre (di tutta la Tuscia) che hanno aderito con entusiasmo all’idea di recuperare e valorizzare un’esperienza tradizionale di lavoro e di socializzazione. Le “Lavate-Cantate” – le originali esibizioni del gruppo – trovano nei lavatoi il loro scenario naturale in cui la gioia, l’orgoglio di esibire la propria maestrìa, l’improvvisazione teatrale e canora, la fantasia e lo scherzo, coinvolgono ogni volta il pubblico in una vera e propria festa dell’acqua.

Nella sua composizione libera ed aperta, il gruppo ha consolidato un “carattere” inconfondibile: una vocalità femminile antica, naturale e volutamente “grezza”, con sbavature ritmiche e dal particolare timbro che sembra nascere da una ferita, tipico dei canti di lavoro. Il contesto storico-sociale a cui si ispirano anche i costumi delle lavandaie, poveri ed essenziali, è quello di fine Ottocento/inizi del Novecento, documentato dalla pittura dei maestri del realismo e dalle prime fotografie, pur senza inutili compiacimenti e forzature filologiche.
Conte, filastrocche, nenie, giochi mimati e cantati della tradizione orale del lago di Bolsena sono rigorosamente appresi a memoria, senza l’ausilio di spartiti o testi scritti.

La Compagnia delle Lavandaie della Tuscia, oltre ad essere stata inserita nel social movie Italy in a day di Gabriele Salvatores, è stata chiamata a partecipare, tra l’altro, al Jazz Up-Caffeina di Viterbo, all’ Umbria Folk Festival con una significativa presentazione presso l’Istituto Centrale per i Beni sonori e audiovisivi di Roma (ex Discoteca di Stato), al I° Festival Italiano di Permacultura e alla manifestazione ciclo-turistica La Carrareccia a Bolsena, al Grande Picnic in Vendemmia organizzato annualmente a Montecchio dall’Azienda vinicola Falesco di Riccardo Cotarella ed alla Maggiolata di Assisi. Ha partecipato a EXPO 2015, invitata da Coldiretti, per rappresentare le tipicità della Tuscia.
Nel 2016 è uscito il libro-CD Ràma de rosa e frónna de fiór, pubblicato da Annulli Editori, che raccoglie i testi e i canti tradizionali del Lago di Bolsena.

Nella giornata dell’apertura della manifestazione florovivaistica, la Compagnia delle Lavandaie della Tuscia si è esibita nel lavatoio del ‘300 che si trova sotto il ponte che conduce al Palazzo dei Papi. Nel suggestivo scenario, impreziosito dall’addobbo floreale curato dalla Presidente dell’Associazione “Nympha” e dai suoi collaboratori, il gruppo ha raccolto un grande apprezzamento del pubblico. Martedì 1° maggio dalle ore 17 la Compagnia delle Lavandaie della Tuscia sarà invece a Piazza San Carluccio con il suo nuovo spettacolo “Lavar Cantando. Opera popolare”.

San Pellegrino in Fiore è un evento imperdibile della primavera viterbese. Nato nel 1987 da un’idea di Armando Malè, che è stata poi realizzata in collaborazione con Fabio Fontana, l’allora assessore Giuseppe Genovese e il comitato S.S. Salvatore, l’evento coinvolge numerosi florovivaisti locali per dar vita a una coloratissima mostra mercato di piante e fiori nel cuore più antico della città.
Il risultato è stato e continua ad essere a distanza di oltre ventotto anni, un’occasione speciale per valorizzare il prezioso centro storico di Viterbo, attrarre turisti e appassionati, sottolineare l’assoluta bellezza del quartiere medievale attraverso il netto contrasto tra la vivacità e la delicatezza dei fiori e la severità e l’imponenza del peperino che domina in palazzi, profferli e fontane.

Dalla prima edizione ad oggi, la manifestazione è cresciuta e si è ampliata stimolando sempre nuove idee e iniziative. Nel 1993 è stato fondato l’Ente Autonomo di San Pellegrino in Fiore, grazie anche al contributo dell’allora sindaco Giuseppe Fioroni, presieduto dal Cavaliere Armando Malè, tuttora in carica e attivo nell’organizzazione annuale dell’iniziativa. San Pellegrino in Fiore ha riscosso sempre un immenso successo ed è stato collegato nel tempo ad altri eventi come il passaggio della Mille Miglia, rievocazioni storiche, estemporanee di pittura, concorsi fotografici e sfilate di moda di livello nazionale, animazioni musicali, degustazione di prodotti tipici della Tuscia, mercatini di antiquariato, artigianato e collezionismo, laboratori per bambini e altri spettacoli di diverso tipo come giochi pirotecnici di luci e suoni con il meraviglioso sfondo del palazzo papale.

Tutto questo ha fatto della manifestazione qualcosa in più di una semplice mostra mercato: un momento carico di fascino e poesia, in cui ogni angolo della città è un confluire irrefrenabile di proposte, energie e impulsi volti a sottolineare con architetture vegetali e tripudi di piante e fiori le meraviglie del tessuto urbano e le sue risorse assolutamente uniche in termini di arte, bellezza, storia e cultura.