Ciak a Palazzo Gallenga. Dalle ritrovate Stanze della Memoria al set di "1991"

Un gioiello barocco, nel cuore dell'acropoli. Dal 1927 sede dell'Università per Stranieri di Perugia, la dimora della nobile famiglia Antinori ospitò nel 1720 la prima recita di Carlo Goldoni, allora giovanissimo. Mercoledì 20 settembre, invece, Palazzo Gallenga Stuart si è fatto set cinematografico per le riprese del film "1991", prodotto dalla Urania Pictures e diretto dal regista di origini canadese di origini italiane Ricardo Trogi (nella foto al centro, in Piazza IV Novembre). Direttore della fotografia, Steve Asselin.
Per l’intera giornata, cast e troupe hanno girato alcune scene nelle aule storiche del palazzo, tra i luoghi simbolo nei quali è ampiamente ambientata la pellicola, in lavorazione in queste settimane tra Perugia e dintorni. Il ciak d'inizio è stato battuto martedì 5 settembre dalla stazione ferroviaria di Fontivegge. Duecento, tra studenti e studentesse di tutte le nazionalità, le comparse arruolate dalla produzione cinematografica in estate, che saranno impegnate fino alla fine del mese.
Dopo "1981" girato nel 2009 e "1987" del 2014, è questo il terzo capitolo della trilogia autobiografica sulla giovinezza del regista, classe 1970. Il film racconta, infatti, di uno studente del Québec, che con il pretesto di andare a perfezionare il suo italiano all’Università per Stranieri di Perugia, insegue la collega di università, Marie-Ève di cui è segretamente innamorato. Durante il viaggio in Italia, incontrerà Arturo, giovane croato che gira l’Europa con zaino e chitarra, che sarà il testimone delle avventure dell'amico, alle prese con la riscoperta delle proprie origini.
Quanto al palazzo, a luglio dopo cinque mesi di accurato lavoro ha visto tornare a splendere le cosiddette Stanze della Memoria, restaurate per volontà del Rettore Giovanni Paciullo nel loro patrimonio artistico e identitario per essere consegnate agli studenti e all’intera comunità umbra. Si tratta di cinque aule e due sale di passaggio con i suoi affreschi, i lampadari veneziani e le tappezzerie di broccato.
"Gli interni sono riccamente decorati in gusto rocaille in stucco, grandi valve di conchiglia si aprono agli angoli dell’atrio, impreziosito anche da colonne binate e da due busti di divinità entro ovati. Al secondo piano, una decorazione affrescata inizia dalle due anticamere di ingresso arricchite anche da tele parietali datate al 1762, con paesaggi e rovine di incerto autore.
Nella prima di cinque sale contigue si sviluppa il tema del Tempo, raffigurato come l'anziano Saturno accompagnato dai suoi tradizionali attributi ovvero la clessidra e l’uroboro (il serpente che si morde la coda)". All’importante lavoro di restauro hanno lavorato gli esperti della Kyanos, sotto la direzione di Sergio Fusetti e Carla Mancini con la supervisione della soprintendente Tiziana Biganti.

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