"Da 160 anni Ludovico Negroni attende degna sepoltura"

Era il 18 febbraio 2011 quando, in occasione del 150° dell'Unità d'Italia, si tenne in Comune un Concerto dell’Orchestra e Coro della Scuola Comunale di Musica “Adriano Casasole” e del Coro Polifonico della Cattedrale di Orvieto “Vox Et Jubilum”. Nel ricordare gli orvietani patrioti Ludovico Negroni, Pietro Stagnetti, Filippo Antonio Gualterio, i rappresentanti istituzionali di allora sottolinearono come "questa nostra storia per l’Unità d’Italia dimostra come nei momenti importanti della vita cittadina, Orvieto ha saputo dimostrare di essere unita e all’altezza del compito. Anche oggi la città ha bisogno di forte unità e coesione". Peccato, però, che nessuna amministrazione - prima e dopo il 150 anni dell'Unità d'Italia - abbia dato degna sepoltura a Ludovico Negroni.
A raccontare il "dimenticato conte", uno dei trecento giovani che presero parte alla Spedizioni di Sapri, ai microfoni dell'ANSA è Sandro Bassetti, ingegnere elettronico in pensione con la passione per la storia. "E' stato il primo martire dell'Unità d'Italia - afferma - e attende una degna sepoltura da 160 anni, senza tralasciare che dal 1912 alcuni resti del suo corpo martoriato sono custoditi in una piccola urna impolverata nell'androne del cimitero di Orvieto. Negroni fu il primo ad essere ucciso e morì per un iniziale sentimento di Unità d'Italia che muoveva gli animi di quei giovani, il conte cadde nella battaglia di Padula del 1857". Chi invece ricorda ogni anno i 300 della spedizione e in particolare il giovane orvietano è la città di Padula, in provincia di Salerno. Per Marcello Ferrigno, membro dell'associazione La Ginestra, un'idea potrebbe essere allora quella di "trasferire i resti di Negroni a Padula, nel Sacrario dei 300, in compagnia dei suoi compagni di battaglia".

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