Unitre verso l'assemblea generale. Tra paesaggio, Medioevo e cultura spagnola

Fuori dalle aule accademiche, dentro il vivo delle tematiche. A ritmo serrato, l'Università delle Tre Età di Orvieto continua a proporre alla città lezioni, incontri e conferenze gratuite. Per approfondire argomenti, per indurre a una riflessione sui cambiamenti. È stato questo il caso dell'appuntamento che nel pomeriggio di sabato 8 aprile ha portato in cattedra, nella Sala Incontri "Maria Teresa Santoro", il biologo Gianni Cardinali, già professore di Scienze Naturali, per riflettere su "Le modificazioni del nostro paesaggio negli ultimi sessanta anni".
"Il paesaggio – ha spiegato – è come un libro che si può leggere se si conosce il linguaggio con cui è scritto. La scrittura può essere di due tipi: naturale ed artificiale. La naturale comprende tutti i segni viventi e non viventi che non dipendono dalle attività umane. L'artificiale, invece, comprende i segni prodotti dall'uomo. Le abitazioni, i ponti, le strade, le ferrovie, le industrie sono segni artificiali come lo è in parte l'agricoltura". Merito dell'incontro, quello di aver guidato un'attenta lettura del territorio locale negli ultimi sessanta anni. Da quando, cioè, almeno la metà della popolazione viveva in campagna e della campagna.
E il paesaggio, compreso quello urbano, era sostanzialmente immobile. Emblematico l'accostamento di panoramiche del 1954 con quelle moderne – ottenute con il supporto del portale della Regione Umbria "Paesaggi nel Tempo" - per notare come le dimensioni del quartiere di Sferracavallo abbiano raggiunto quasi metà del centro storico o che la filigrana dei terreni sotto la Rupe si sia ampliata. "Il bosco – ha detto – ha preso il sopravvento sugli orti in località Cannicella, Tamburino, Patarina. Prima degli anni '60 l'economia era prettamente agricola, tutto era coltivato. Le vacche chianine servivano ad arare campi, produrre latte, trasportare carri. Ciò avviene anche a ridosso del Fiume Paglia.
Il rimboschimento è avvenuto quando gli addetti in agricoltura, passati dal 58,3% del 1951 al 10,2% nel 1986, hanno cessato di tagliare regolarmente il verde". Eloquenti, gli scatti degli anni '60 con la Diga di Baschi, l'Autostrada del Sole in costruzione e la linea ferroviaria Direttissima ma anche quelli più recenti di Bolsena e Castel Giorgio, tra cave di basalto e prati di fiordalisi. Con approccio umanistico a dati scientifici per constatare quanto altrove – dalla Francia all'Inghilterra, fino al Nord Europa dei Paesi Bassi – l'organizzazione del lavoro sia stata più rispettosa del paesaggio. "Un'urbanistica non migliore, ma sicuramente più consapevole".
"Note sull’iconografia degli strumenti musicali nel Medioevo" è stato, invece, il tema declinato nella mattinata di martedì 18 aprile nell'accogliente saletta del limitrofo ristorante "Capitano del Popolo" da Corrado Fratini, ordinario di Storia dell'Arte Medievale presso l'Università degli Studi di Perugia e curatore, tra l'altro, della pubblicazione "Iconografia musicale in Umbria tra XII e XIV secolo". Incontro, questo, inserito nell'ambito di "Suggestioni Chopiniane", il percorso musicale dedicato a Frédéric Chopin e curato dal Maestro Riccardo Cambri, presidente dell'Unitre.
Slide di miniature, bassorilievi e meccanismi come quello della Torre del Maurizio alla mano, nel corso dell'incontro si è parlato di Medioevo come "epoca esistente sui libri di storia". "Non è chiaro infatti – ha specificato Fratini – quando nasca e quando finisca, dal momento che la datazione non coincide per storici e storici dell'arte. Il 1400, in ogni caso, segna l'inizio di una nuova era per quanto riguarda i musicisti. C'è continuità tra strumentazione esistente e loro raffigurazione.
Tra organetti a manovella, liuti, flauti, tamburelli, cimbali, ribeche, arpe e zampogne, poco rappresentate la ghironda, usata soprattutto da giullari e cantastorie, ma anche la crotta, il salterio triangolare e la viella. Ha colpito gli studiosi per la precisione e il rigore degli strumenti medievali raffigurati, la 'Madonna del Pergolato' (nella foto d'apertura, ndr), opera di Giovanni Boccati, databile al 1446, custodita a Perugia, presso la Galleria Nazionale dell'Umbria. La Vergine attorniata da angeli cantori prelude all'avvento della Schola Cantorum e, quindi, della Cantoria inteso anche come elemento architettonico.
I chiostri, invece, hanno dato ispirazione a un libro fondamentale nella storia della musicologia come 'Pietre che cantano. Studi sul ritmo di tre chiostri catalani di stile romanico' di Marius Schneider. Per dirla con Elémire Zolla, 'rari sono i libri che possono cambiare la vita di chi legge: questo è uno di essi. Chi sappia cavarne tutte le deduzioni, vede in modo nuovo la storia, ascolta altrimenti i suoni della natura e la musica, guarda diversamente le cose'".
Archiviata la breve pausa pasquale, il calendario di attività mensili prosegue ora all'insegna delle novità. Mercoledì 19 aprile, alle 17, nella sede di Piazza del Popolo avrà luogo il primo dei due "Incontri di Cultura Spagnola", curati da Emilio Berrocal, titolare madrelingua del corso di Lingua Spagnola. Letteratura, musica, cinema, costume e curiosità del mondo culturale ed artistico spagnolo saranno al centro dell'approfondimento anche nel pomeriggio di mercoledì 26 aprile.
Per sabato 22 aprile, in seconda convocazione alle 16, infine, il consiglio direttivo in scadenza composto anche da Alberto Romizi (vicepresidente), Iva Barbabella (presidente onorario), Fabrizia Mencarelli (direttrice dei corsi), Maria Luisa Cinti (segretaria), Paolo Calistri (tesoriere), Cristina Croce e Maria Silvana Petrangeli (consiglieri) ha convocato l'Assemblea Generale dei Soci, in forma ordinaria e aperta. Tra i punti iscritti all’ordine del giorno, la situazione dei conti e bilancio previsionale, il regolamento della sede, le attività del triennio 2014/2017, le modalità di elezione del consiglio direttivo per il triennio 2017/2020.

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