cultura

"Orvieto Città Aperta (14 giugno 1944. Un giorno da ricordare)"

lunedì 14 novembre 2016
"Orvieto Città Aperta (14 giugno 1944. Un giorno da ricordare)"

"Orvieto Città Aperta (14 giugno 1944. Un giorno da ricordare)" è il titolo della manifestazione che si svolgerà mercoledì 14 giugno per iniziativa del Comune allo scopo di celebrare la liberazione della città dalle truppe di occupazione. Lo aveva annunciato il sindaco Giuseppe Germani in occasione della cerimonia tenutasi nella Giornata delle Forze Armate. Se ne saprà di più martedì 15 novembre, quando sarà ad Orvieto il sindaco della città di Meissen (Germania) Ralf Raschke per la presentazione della manifestazione.

Insieme a lui, fanno parte della delegazione Arndt Steinbach rappresentante del Consiglio regionale circondariale di Meissen, Karsten Muller in rappresentanza dell’associazione turistica di Meissen e del consiglio regionale e Wolfgang Schneider, direttore amministrativo della Schneider Oli Minerali di Meissen e, soprattutto, Manfred Lersen - figlio dell’ufficiale tedesco, Alfred Lersen - e la consorte Martina che hanno espresso il desiderio di fare dono alla Città di Orvieto della macchina da scrivere con cui venne redatto il documento che dichiarava “Orvieto Città Aperta”.

La città di Meissen ha molte affinità con Orvieto: la ceramica, il vino e la cattedrale. E’ una città d’arte e cultura percorso dalla strada del vino come la strada del vino etrusco-romana a Orvieto, ma tra Orvieto e Meissen c’è un forte legame storico legato alla liberazione:

Orvieto 1944
Il 4 giugno 1944 gli Alleati entravano a Roma, dichiarata città aperta il giorno prima, e continuavano ad avanzare verso nord.
Il 14 giugno giungevano ad Orvieto, dove i tedeschi si erano preparati per una difesa ad oltranza. L’artiglieria era stata dislocata in postazioni strategiche, compresa la zona dietro all’Ospedale nelle vicinanze del Duomo.
Il comandante tedesco di stanza a Orvieto era il tenente colonnello della Luftwaffe, Alfred Lersen, uomo autoritario e colto. Aveva stretto amicizia con Monsignor Francesco Pieri col quale, quando non si trovavano in Duomo ad ascoltare Bach, parlava in latino.
Lersen aveva dato assicurazione al vescovo che, per rispetto dei tesori d’arte e di fede … non ci sarebbero stati combattimenti nella parte alta della città, e che questi sarebbero stati ad almeno 20 km dalla città.
Gli Alleati arrivarono la mattina del 14 giugno 1944, da Viterbo che era stata pesantemente bombardata. Quando, a capo di un commando di carri armati, il maggiore inglese Richard Heseltine giunse in vista della città, vide arrivare un Volkswagen con la bandiera bianca.
Il tenente tedesco, che parlava perfettamente l’inglese, portava il messaggio del suo comandante tenente colonnello Alfred Lersen, con la proposta che Orvieto fosse dichiarata città aperta. Inoltrata al comando inglese, la proposta fu accettata e Orvieto fu salva.

Orvieto oggi
Il figlio minore di Alfred Lersen, Manfred, ora vive a Meissen in Sassonia.
Alla ricerca della verità storica, l’Ing. Sandro Bassetti fece approfonditi studi, presentando i suoi risultati in una conferenza nel 2005 e scrivendo un libro.
Da allora Manfred Lersen viene a Orvieto quasi ogni anno e, grazie alle scoperte di Sandro Bassetti, ha potuto conoscere un aspetto finora sconosciuto di un padre severo e autoritario che non parlava mai della guerra in famiglia.

Ecco perché martedì 15 novembre alle 18 nei locali della Bottega Michelangeli in Corso Cavour n. 26, verrà presentata la manifestazione "Orvieto Città Aperta 14 giugno. Un giorno da ricordare" in vista dello svolgimento - il 14 giugno 2017 - della giornata celebrativa istituita da Comune di Orvieto per ricordare la liberazione della città dalle truppe di occupazione. Presenta l’evento Giudo Barlozzetti, giornalista e scrittore. Nello stesso contesto, Manfred Lersen donerà alla Città di Orvieto, consegnandola nelle mani del sindaco Giuseppe Germani la macchina da scrivere con cui venne redatto il documento che dichiarava “Orvieto Città Aperta”. I fatti storici avvenuti il 14 giugno 1944 saranno narrati dall’attore e regista teatrale, Pino Strabioli mentre Chiara Forbicioni canterà canzoni di quel periodo. Seguiranno la proiezione di un video di Manfred Lersen e la presentazione di documenti tratti dalla ricerca degli ex studenti del Liceo Classico di Orvieto.

Le bellezze storiche di Orvieto salvarono la città dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale (da Archivio notizie - Comune di Orvieto / 2004 – 26 aprile. Fonte: Ufficio Stampa)

Richard Heseltine era l’ufficiale maggiore del comando inglese alleato (Terzo Ussari del Re) che il 14 giugno 1944 entrò ad Orvieto al comando delle truppe di liberazione dopo aver accolto la proposta del comandante tedesco Alfred Lersen che stava per abbandonare la città, secondo la quale Orvieto era “città aperta per via delle sue bellezze storiche”. In anni recenti – nel 2004 - anche Richard Heseltine, ormai 90enne, volle visitare Orvieto. Era il 26 aprile quando, presso la Sala Consiliare del Comune, si tenne l’incontro tra le autorità cittadine di allora: il Sindaco pro-tempore, Stefano Cimicchi, i rappresentanti dell’Amministrazione Comunale ed alcuni dei protagonisti della liberazione di Orvieto per ricostruire frammenti determinanti della memoria storica di Orvieto all’indomani della seconda guerra mondiale.

Fu un incontro particolarmente sentito, sincero, caloroso e significativo. Intorno a Richard Heseltine - un “giovane” nello spirito - che da dieci anni aveva espresso il desiderio di tornare a visitare la città di Orvieto, si strinsero nel reciproco bisogno di sapere, di capire di più i tanti dettagli di quel 14 giugno 1944, molti personaggi orvietani che quell’epoca e quella data le hanno vissute veramente, con la speranza di raccontare ai giovani studenti cose che i libri di scuola non dicono.  In un susseguirsi incalzante di domande e risposte, l’incontro costituì un altro capitolo importante della storia di Orvieto, all’insegna del dialogo e della fratellanza nel nome della Pace e della cultura.

Un incontro nel quale trovarono posto anche il ricordo per le persone che non c’erano più come l’allora Vescovo di Orvieto, Mons. Francesco Pieri e il Presidente dell’Opera del Duomo, Luigi Petrangeli che si adoperarono in varie forme per proteggere il massimo monumento della Città, ma anche per quell’ufficiale tedesco Alfred Lersen di cui non si era saputo più nulla.  In particolare, si insistette per conoscere da Heseltine, se vi fosse stata o meno da parte del Comando Supremo la volontà di accettare un tregua, questione che Heseltine non escluse visto che ciò era avvenuto anche ad Assisi, dichiarando tuttavia di non esserne a conoscenza relativamente alla parte inglese senza escludere però che fossero stati i tedeschi ad assumere tale decisione.  Un fatto è certo: “60 anni fa Orvieto è stata liberata – dichiarò Richard Heseltine - da un patto tra inglesi e tedeschi che hanno rispettato il patrimonio artistico di questa Città, perché spesso sono le opere d’arte che fanno la differenza!”.

Un’affermazione rafforzata dalla testimonianza dell’artista Livio Orazio Valentini che ricordò la sua prigionia in Germania e di quando i tedeschi facevano circolare, tra i prigionieri, le false cartoline dei monumenti italiani distrutti, compreso il Duomo di Orvieto, concludendo però che: “la Cultura è un linguaggio unificante e gli uomini di cultura sanno bene che le opere d’arte sono uniche ed irripetibili, perciò da preservare. In qualche modo Orvieto è stata difesa, dunque, dalle sue uniche ed inoffensive rappresentazioni d’arte”.