Orvieto e il suo Merletto

Lentamente, ma tenacemente la vecchia citta si rinnovava; il suo aspetto si faceva migliore, almeno per la moda dell'epoca. Vecchie case e palazzi venivano abbattuti, come in tutta Italia, per far posto a nuovi e più moderni edifici. Era già costruito il magnifico Teatro ed il Palazzo della Poste, nei cortili dell'antico Palazzo del Governatore papale.
Si rinnovava l'interno del Duomo, riportandolo alla sue antiche e purissime forme ed i maggiori palazzi pubblici venivano restaurati, se pur un poco fantasiosamente, indizio certo di un glorioso e fantastico passato. Nuove e prestigiose Accademie esaltavano i fasti antichi della città.
L'elettricità aveva fatto la sua meravigliosa comparsa, simbolo per eccellenza del nuovo secolo e la stupefacente funicolare ad acqua collegava l'antico Centro con la ferrovia e da qui al mondo.
Quell'inizio di secolo non lesinava fantastiche aspettative e tutto sembrava possibile. Turisti eleganti si pavoneggiavano sul Corso e nei caffè e la recente ricca borghesia contendeva il primato sociale e politico all'esausto patriziato storico che volgeva irrimediabilmente al suo finale declino. Splendidi e "moderni" palazzi venivano edificati con vasto sperpero di denaro, mai visto prima. L'esigenza di lusso e di raffinatezza era aumentato, ma non tutto era a portata di mano. Quindi semplici falegnami divennero abili mobilieri, modesti sarti creatori di moda, piccole modiste grandi pellicciaie.
L'artigianato fioriva, dando nuova vita al ferro, al legno, alla ceramica alla pittura e a tutte le arti decorative rielaborando spesso le antiche forme tradizionali. Su questo humus perfetto stava per nascere una nuova e mai vista prima in citta' forma d'arte, eterea e nobile, tutta al femminile, assolutamente esclusiva: il Merletto di Orvieto.
Importata dall'Irlanda una nuova tecnica dai marchesi Guglielmi al Trasimeno, in breve approda a Orvieto dove viene rielaborata in forme complesse ed elegantissime, mutuate dallo stesso Duomo e da i decori medioevali presenti in città. Il grande successo e le numerose commissioni decretarono un rapido sviluppo di questa nuova forma di artigianato artistico, che attirò, per la sua esecuzione, numerose giovani donne.
L'Ars Wetana, fondata nel 1907 consorziò molte di esse, altre preferirono lavorare in proprio, in laboratori artigianali autonomi e per lo più familiari, dando vita ad una rete commerciale che superava in breve i confini della città per poi, nel volgere di pochi decenni, quelli nazionali ed internazionali, unico esempio di imprenditoria femminile orvietana di quell'epoca.
Da un archivio privato orvietano emerge una bellissima serie di cartoline postali prodotte dalla ditta Armoni illustranti decine di esemplari di merletti dell'epoca di un unico laboratorio, quasi un catalogo di vendita. Una di queste, datata 1915, spedita al fronte, è indirizzata al fidanzato dell'autrice dei merletti, con brevi, pudiche e commoventi parole affettuose. Questa Merlettaia orvietana all'epoca aveva diciotto anni, ma già era padrona di una tecnica perfetta e di una inusuale abilità nel disegno ed era riuscita a creare una rete commerciale per diffondere le creazioni del suo neonato laboratorio, lavorando per metter su casa, al posto del suo futuro marito, chiamato per lunghi anni alla guerra.
Non fu un caso isolato, ma certo emblematico e documentato: molte donne si cimentarono in creazioni più o meno complesse e difficili, certo con esiti artistici diversi, ma fu un corale fiorire di tralci d'uva e di acanto e un intero bestiario di animali fantastici, grifoni, delfini ed uccelli in cieli di trina stellati e nuvole ariose cosparse di fiori. Forme ed elementi fantastici si inseguono e si animano in sempre più arditi ed eleganti disegni, gareggiando e giocando con l'aria che sottilissimi fili intrecciano ed imprigionano.
Questa breve storia credo che possa riassumere cosa sia e cosa rappresenti per Orvieto e gli orvietani il loro Merletto, non certo solo una forma di artigianato artistico, per quanto apprezzabile, ma una assoluta peculiarità ed esclusività, legata imprescindibilmente alla loro storia ed alla loro anima.
A questi profondi sentimenti di appartenenza e di orvietanità dovremo accostarci con grande rispetto nell'affrontare il non facile compito dello studio e della valorizzazione di tale fenomeno artistico. Il Lions club di Orvieto si è prefissato questo compito, arduo quanto delicato, di censire sistematicamente tutte le opere presenti sul territorio, per la compilazione di un Catalogo Generale, questo per la prima fase dello "studio", al quale dovrà seguire una seconda fase, la valorizzazione. Contiamo, per portare a termine questo nostro ambizioso progetto, sull'appoggio delle Istituzioni, allo scopo di dare al Merletto Orvietano la rilevanza storica che gli compete e un indirizzo di sviluppo giusto e condiviso.

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