cultura

"Misteri, leggende e storia del lago di Bolsena" nel nuovo libro di Claudio Lattanzi

giovedì 28 gennaio 2016
di Davide Pompei
"Misteri, leggende e storia del lago di Bolsena" nel nuovo libro di Claudio Lattanzi

Accantona l'inchiesta politica, per praticare i sentieri dell'indagine storica. Vira di genere, senza rinunciare alla voglia di raccontare. Cambia regione e, a ragione, promette di guidare i lettori alla scoperta del fascino arcaico ed enigmatico che si nasconde tra i lembi dell'Alta Tuscia, intorno a quel lago dove lui stesso ha trovato rifugio ed ispirazione. C'è un intero territorio da ri-scoprire tra le 135 pagine di "Misteri, leggende e storia del Lago di Bolsena", il settimo libro che Claudio Lattanzi farà arrivare a giorni sugli scaffali di edicole e librerie per Intermedia Edizioni, con relativo calendario di presentazioni.

A sei anni da "Orvietopoli. La casta, gli affari e il potere all'ombra della Rupe" e dopo "Scacco al monsignore. I retroscena e gli intrighi del caso Scanavino", "La mafia in Umbria. Cronaca di un assedio" (2011), "I padrini dell'Umbria. La casta, i soldi, la massoneria, le coop rosse. Il sistema di potere che controlla la regione" (2013), "La zarina. Dal feudo dell'Umbria rossa al cuore del potere" (2014), "Chi comanda Terni. I compagni, i tedeschi, i perugini. Potere e affari in una città a sovranità limitata" (2015), il nuovo anno per l'autore coincide con l'arrivo di un'altra pubblicazione.

Differente nei temi, altrettanto feconda di spunti. E di storie "che - dice - attendevano solo di essere raccontate". "Il lago di Bolsena e i paesi che lo circondando – aggiunge – sono depositari di una storia millenaria. È la sensazione magnetica di attrazione e singolare fascinazione che evoca la vista di quell'enorme distesa d'acqua solcata da due isole che mi ha spinto ad approfondire chi era davvero Amalasunta, la regina dei Goti che terminò i suoi giorni relegata nell’Isola Martana e il cui fantasma aleggia sul lago, ma anche quali arcaici significati religiosi si celino dietro la figura di Santa Cristina e il suo terribile martirio.

E poi i segnali misteriosi lasciati dagli Etruschi nel loro centenario cammino in questa terra considerata speciale, le quattro ciclopiche costruzioni preistoriche sommerse dalle acque, gli avvistamenti di oggetti volanti e la leggenda di Agarthi del mondo sotterraneo, il pozzo scavato nell’Isola Bisentina, di cui nessuno ha mai saputo spiegare la genesi e ancora, stregoneria e racconti diabolici, lo spaventoso mostro Volta con le sue fauci terrificanti e le terribili lingue di fuoco, fino alla scomparsa della città di Bisenzio".

Con il linguaggio iperbolico della narrativa, la Storia ispira un viaggio dall'epoca arcaica a quella moderna costellato di personaggi. Dall'enigmatico Defuk, immortalato su una lapide nella Chiesa di San Flaviano a Montefiascone, alla famiglia dei Farnese, tra le più importanti del Rinascimento italiano, che ha disseminato di meraviglie la Tuscia. Episodi affascinanti, che hanno avuto origine sulle rive bagnate dal lago, dove si mescolano racconti mitizzati, leggende al limite del favolistico e misteri che rappresentano spesso l'unica forma di conoscenza di cui è rimasta traccia nel fluire dei secoli.

È tutto attendibile e documentato o c'è molta visionarietà? "I misteri qui sono ovunque – continua Lattanzi, pronto alle critiche di storici, accademici e studiosi – a partire dai ciclopici tumuli sotto le acque del lago di cui nessuno ha saputo spiegare origini e finalità fino al sinistro pozzo scavato in epoca sconosciuta sull’isola Bisentina che qualcuno vorrebbe accesso al mondo sotterraneo di Agarthi e dal quale si sprigionerebbe una forte energia, capace di far percepire in maniera alterata la forza di gravità".

Non mancano cenni all'esoterismo e riferimenti al forte significato spirituale che questa terra sprigiona. Uno dei temi centrali con cui l'autore suggerisce di comprenderlo è quello connesso alla difficile evangelizzazione dell’area del lago da parte della Chiesa. "Si è trattato – spiega – di un grande sforzo, reso particolarmente difficile dal fatto di essere stato questo territorio uno dei cuori pulsanti del paganesimo. È forse solo un caso che la Chiesa abbia riconosciuto ufficialmente, in un paese così piccolo, due eventi prodigiosi come il martirio della santa bambina e il miracolo eucaristico? O piuttosto, non si è trattato di una ponderata e reiterata strategia di conversione attuata là dove la concezione spirituale degli Etruschi aveva condotto ad una marcata sacralizzazione del territorio, poi cristianizzato?".