cultura

Bagnoregio, che Passione. Con la Processione rivive il fascino antico del Venerdì Santo

venerdì 3 aprile 2015
di Davide Pompei
Bagnoregio, che Passione. Con la Processione rivive il fascino antico del Venerdì Santo

Rossa, la croce che giganteggia sotto l'arco di Porta Albana. Centinaia, le fiaccole che vestono di fascino antico Corso Mazzini e Via Roma. Accade così dal 1860, a Bagnoregio, in concomitanza con il Venerdì della Settimana Santa, scandita da riti e suggestioni. Non ultimo, il grande fuoco notturno che viene acceso di fronte alla Chiesa di San Donato Vescovo e Martire di Civita, al termine della Processione Storico Religiosa che torna puntuale venerdì 3 aprile a partire dalle 21:30.

In mezzo a tante rievocazioni, sempre più piegate a logiche turistiche di spettacolo e folklore che costellano l'intero centro Italia, si conserva ancora in questo lembo dell'alta Tuscia buona dose di autenticità, mista al desiderio di partecipazione, che rende unico l'appuntamento a cui sono legati racconti, aneddoti e leggende e, nel tempo, sono state dedicate pubblicazioni, dvd e raccolte fotografiche.

Convivono in esso devozione, tradizione e un senso d'identitaria appartenenza generazionale. Il legame più forte è con Civita, dal cui ponte una volta all'anno viene trasportato alla Chiesa di Sant'Agostino il crocefisso ligneo del XV secolo che richiama lo stile della scuola di Donatello. Popolare per le tre espressioni che il volto sembra assumere, dopo la processione ed entro mezzanotte, dovrà fare ritorno al caratteristico borgo che svetta nella Valle dei Calanchi, dove è custodito.

Sfilano solenni 150 personaggi in costume d'epoca. Raffigurano i principali protagonisti degli ultimi momenti della vita di Cristo – da Giuda tentato dal diavolo alla dolente Veronica fino ai ladroni – nel suo faticoso incedere verso la croce. Un drappello di romani, a piedi e a cavallo, seguiti – da alcuni anni – da una quadriga guidata da Ponzio Pilato. E poi i dodici apostoli, i sacerdoti del sinedrio, un gruppo di guardie giudee che precedono a loro volta quello di Maria, delle pie donne e delle popolane.

Altrettanto carica di fascino, la parte religiosa popolata da una serie di quadri raffiguranti le scene salienti degli ultimi giorni che precludono il trapasso, le varie Confraternite, la statua della Madonna addolorata, la bara con il Crocefisso di Civita e, in chiusura, la cosiddetta "Stella", il grande quadro con gli angeli portato a spalla, a simboleggiare la resurrezione per la speranza e salvezza dell’umanità.

Dondolano con tenerezza, lungo tutto il percorso, i più piccoli trascinandosi dietro lanterne, parole e simboli che evocano la Passione. Cadenzano il passo lento degli oltre 350 figuranti, il tamburo e i ferri dei cavalli che battono sul selciato di pietra. L'irreale silenzio è rotto dagli squilli di tromba. Da tre anni a questa parte, poi, il Comitato Permanente Processione Venerdì Santo di Bagnoregio ha introdotto anche la scena della flagellazione. Si tiene sul palco montato accanto al Duomo, in Piazza Cavour che si tinge di rosso. Ad amplificare il forte impatto, emotivo ed evocativo, delle scudisciate, la musica. E un'atmosfera senza tempo.