cultura

"Premio Mauri" ai fratelli Campino. La Scuola Librai Italiani può tornare a Orvieto

mercoledì 4 febbraio 2015
di Davide Pompei
"Premio Mauri" ai fratelli Campino. La Scuola Librai Italiani può tornare a Orvieto

In mano, i libri. Negli occhi, il futuro. Cuore e passione, dedizione per il proprio lavoro. Sotto la pioggia acida che ha digitalizzato il presente, pulsa un mondo di carta che resiste e si reinventa. Lo navigano con sete di cultura e buona dose visionaria, ormai da oltre trent'anni, i fratelli Campino che, insieme alle letture, periodicamente somministrano a Orvieto incontri ed eventi che equivalgono a iniezioni di bellezza e fiducia, in tempi dove impera l'abbrutimento.

Orvietani d'adozione ma affezionati a una città così difficile più di quanto non facciano i suoi stessi indigeni, venerdì 30 gennaio Enza e Riccardo Campino si sono visti conferire a Venezia il Premio per Librai "Luciano e Silvana Mauri" che, giunto alla sua nona edizione, nel settore equivale all'oscar per il mondo del cinema. "Ancora non ci crediamo – commentano, storditi – non possiamo che essere soddisfatti di un riconoscimento così importante e inatteso".

Cornice dell'evento, la Fondazione Giorgio Cini nell’Isola di San Giorgio Maggiore, che ha richiamato il mondo dell'editoria internazionale per il 32esimo seminario di perfezionamento della Scuola per Librai "Umberto e Elisabetta Mauri", organizzato dall'omonima Fondazione in collaborazione con Messaggerie Libri e Messaggerie Italiane, l’Associazione Librai Italiani, l'Associazione Italiana Editori e il Centro per il Libro e la Lettura. La targa che incorona i Campino "librai dell'anno" ha trovato posto ora nella Libreria dei Sette, incastonata nel crocevia della città, che non più tardi di due mesi fa ha brindato con musica e parole alle sue prime venti primavere.

In mezzo ai volumi, brilla lucido il premio arrivato forse un po' a sorpresa ma non a sproposito, come riconoscimento dell'instancabile impegno profuso nella promozione di tutto ciò che gravita intorno al libro e alla lettura. "Eravamo convinti – confidano – di essere fuori dai giochi. Rispetto ai colossi, siamo una libreria di piccole dimensioni e in franchising con Mondadori. La nostra partecipazione al master di Venezia era avvenuta nel 2012, sotto forma di una lezione sull'identità della libreria e sull'organizzazione degli eventi, che poi è quello che ci caratterizza. Ma certo non avremmo creduto di essere premiati".

Conferisce ulteriore valore, il fatto che finora il riconoscimento è sempre andato alle librerie. Quest'anno, invece, è stato assegnato ai librai premiando così il loro percorso, la voglia di miglioramento e la volontà di trasferire la propria esperienza. "La Scuola Librai Mauri – dicono – è stata fondata nel 1983, nello stesso anno in cui abbiamo aperto la nostra prima libreria a Formia, ed ha avuto un ruolo guida creando in Italia la vera comunità del libro. Per questo abbiamo sempre guardato ad essa come al faro per capire come muoverci nel nostro settore e rapportarci all'utenza del territorio".

Da qui, muove anche "Il Libro Parlante", la rassegna di incontri letterari con i protagonisti dell'ultima stagione letteraria che negli anni ha portato a Orvieto scrittori del calibro di Tahar Ben Jelloun, Paulo Coelho, Luis Sepúlveda e tanti tanti altri. Un appuntamento entrato di diritto nel calendario cittadino che, sempre di più, si sta orientando su personalità di spessore in grado di lasciare un segno, un segnale, un messaggio. Non a caso quest'anno, l'edizione 19 ha recuperato la felice formula di "Orvieto Città Narrante" con il dichiarato obiettivo di "costruire il futuro sull'economia della conoscenza" e "identificare la città come centro nevralgico della cultura".

In quest'ottica, all'indomani anche della presentazione del progetto di sviluppo del Centro Studi Città di Orvieto, si torna ad accarezzare l'idea di riportare sulla Rupe – dove è nata nel 2006 per iniziativa congiunta di Associazione Librai Italiani, Fondazione Csco e Ca' Foscari di Venezia – la Scuola Librai Italiani di Orvieto. Un'esperienza, unica nel suo genere, trasferita da oltre due anni per motivi di ordine finanziario a Roma, dove lunedì 16 marzo partirà il nono corso di alta formazione in gestione della libreria.

La formula didattica punta, tra le altre cose, a contribuire all'ampliamento del mercato librario italiano attraverso l’apertura di nuove librerie, in particolare in zone dove queste sono carenti o non esistono affatto. Presupposti per (e speranze di) un suo ritorno a Orvieto sembrano esserci tutti. Sono lì, insieme ad altri ambiziosi progetti come un festival interamente dedicato ai più piccoli. Sarebbero sufficienti risorse economiche contenute e volontà politiche precise per farli uscire dal claustrofobico cassetto, all'interno del quale una certa miopia li ha confinati. A rischiarare quel buio, adesso c'è anche il luccichio di un "oscar".