cultura

"Le Grandi Firme della Tuscia". Presentata la rivista aperiodica ispirata a Pitigrilli

martedì 23 dicembre 2014
di Davide Pompei
"Le Grandi Firme della Tuscia". Presentata la rivista aperiodica ispirata a Pitigrilli

Mutua titolo, spirito e font Bodoni dal quindicinale di novelle dei massimi scrittori diretto da Pitigrilli. Ridimensionando il tutto, però, in "aperiodico di novelle e varia umanità" liberamente ispirato alla maniera di Dino Segre che, sotto pseudonimo, conobbe successo e fortuna nell'Italia delle due guerre mondiali. Sono 15 i racconti – 8 voci di donna, 7 al maschile – presenti nel numero 0 de "Le Grandi Firme della Tuscia". Nessun filo conduttore specifico, se non il piacere mai sopito di scrivere e quello, vanesio ma dichiarato, di farsi leggere.

Presentata, come anticipato, lunedì 22 dicembre al centenario Caffè Montanucci di Orvieto la nuova rivista che si affaccia nell'affollato panorama dell'editoria locale a dimostrazione di un certo fermento o quanto meno di un'urgenza di dare forma a idee e parole, è l'iniziativa culturale senza scopo di lucro realizzata dal club letterario "Letteralbar" con il sostegno di Vetrya Spa che punta a valorizzare autori locali di racconti e saggi. Firma direzione, redazione, progetto grafico e impaginazione Lamapian Catilesp. Acronimo che sta per Laura Calderini, Mario Tiberi, Pier Luigi Leoni, Angelo Spanetta.

"L'aperiodicità – mette subito in chiaro Pier Luigi Leoniè legata al fatto che la rivista uscirà se e quando sarà pronta, aprendosi ad eventuali ulteriori collaborazioni per chi ama scrivere brevi racconti sulla storia di Orvieto e della Tuscia. Quello che propone è uno dei tanti modi possibili per impiegare saggiamente il tempo libero. L'umanità ha avuto sempre questa grande ricchezza. Tempo per dormire, e quindi per sognare ad occhi chiusi, tempo per sognare ad occhi aperti e tempo per raccontare sia i sogni della notte che quelli del giorno.

La scrittura è un invenzione relativamente recente, che consente di raccontare scrivendo e di ascoltare leggendo. Ma poiché ogni attività, anche se si tratta di impiegare del tempo libero, richiede un metodo, Letteralbar ha scelto quello di Pitigrilli, tra coloro che più hanno scritto, più sono stati letti e più hanno fatto scrivere e leggere. Gli italiani lo ricordano oggi solo attraverso alcuni celebri aforismi di cui però ignorano l'autore. Uno su tutti: "non datemi consigli, so sbagliare da me".

E di aforismi sono disseminate le 48 pagine in distribuzione nelle edicole di Orvieto e prossimamente anche online in 500 pezzi alla cifra simbolica di 4 euro. "Piccoli saggi di carattere culturale – specifica Mario Tiberidiversi tra loro, che costituiscono un ulteriore contributo alla collettività da parte di chi, ormai da tempo, è impegnato nell'attività di scrivere. C'è chi si allarga sul sociale, chi indaga la sfera politica, chi si mantiene sulla stretta narrativa. Questa rivista nasce, forse inconsapevolmente, perché dentro di noi c'è la consapevolezza che nella scala delle priorità l'agilità di una rivista più snella raggiunge anche i lettori più restii ai grandi classici con immutato impegno, amore e dedizione verso il prossimo".

Questi, i sentimenti che hanno usato – in rigoroso ordine alfabetico - Mirko Belliscioni per raccontare la storia di "Katia", Eleonora Botti per narrare di "Simone Prodenzani" o Laura Calerini in "La storia del gatto che cambiò casa". Aurora Cantini propone "Quando il gioco del calcio era divertimento e passione", Maria Virginia Cinti indaga "Al di là dei tetti". Ilaria Drago osserva "I pesci vagabondi", Igino Garbini i sintomi dell' "Influenza", Pier Luigi Leoni "La Badante". E poi c'è posto per "Il vaso" di Gianni Marchesini, "L'isola" di Maria Beatrice Mazzoni, "Il caso di Felicianna del Bello" di Santina Muzi. "La vera storia (o quasi) degli spaghetti alla carbonara" è affidata ad Angelo Spanetta, "Orvieto e Bolsena storie intrecciate" a Pietro Tamburini. Maddalena Terracina racconta di "Mia", Mario Tiberi de "La dirimpettaia".