cultura

"Dagli Stati Preunitari, a Caporetto, alla Vittoria". Nuovo volume per il Centro studi culturali e di storia patria

venerdì 10 ottobre 2014
"Dagli Stati Preunitari, a Caporetto, alla Vittoria". Nuovo volume per il Centro studi culturali e di storia patria

E' attesa per venerdì 28 novembre presso la Sala Igea dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani di Roma la prima presentazione ufficiale del libro "Dagli Stati Preunitari, a Caporetto, alla Vittoria" curato da Mario Laurini e Anna Maria Barbaglia del Centro Studi Culturali e di Storia Patria di Orvieto nel centesimo anniversario della Prima Guerra Mondiale.

Con questo testo gli autori hanno voluto ripercorrere circa un secolo della storia italiana sin da Congresso di Vienna. L’Italia, come fu definita da Metternich “un’espressione geografica”, fu teatro di combattimenti tra i più potenti eserciti europei che si contendevano la supremazia sull’intero continente. È evidente che, con questo stato di cose, forte era l’esigenza dell’unità della penisola insieme all’esigenza di renderla anche una Grande Nazione.

L’intento del volume è quello di diffondere l’approdo umano, civile e militare che i Padri della Patria hanno lasciato al mondo insieme all’esempio che hanno offerto ai giovani. Nelle pagine appare chiara la motivazione di voler andare alla ricerca delle nostre radici, di compiere un viaggio nel tempo fino al cuore della nostra storia, recuperare, custodire volti, immagini, parole dette e scritte, gesti ed oggetti, accomunare e condividere, mostrare quello che è stato il nostro passato per andare verso il futuro.

Pensare al proprio passato significa “riconoscere di avere un’esistenza, un inizio ed un poi…”, è proprio nel passato che affondano le radici dell’identità personale e collettiva ed è alla memoria del passato che deve essere affidata la trasmissione del patrimonio culturale di un popolo.
Il Risorgimento Italiano è una “poesia bella”, una poesia fatta di terra e di sangue, un sogno del quale è possibile rinvenire le radici negli scritti di Machiavelli, del Guicciardini, tanto per citare tra tanti altri Due Grandi e trovare linfa vitale in quei ragazzi dell’’800 spinti da tanta passione, dal desiderio di libertà e di unione.

I giovani di oggi, per superare le miriadi di problemi che si trovano davanti, dovrebbero avere scolpito nella loro mente, ma soprattutto nella loro anima, il coraggio dei giovani di allora e noi della così detta “vecchia generazione” dobbiamo mettere al “al servizio” della nuova generazione, le nostre esperienze, i nostri errori, i nostri fallimenti ma anche i nostri successi. È per questo che il cammino deve avere inizio nel ritrovato senso civico, nella ritrovata coscienza nazionale, nel recupero dell’orgoglio che i nostri soldati dimostrarono sui campi di battaglia.