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Presentati i risultati della campagna di scavo 2013 a Campo della Fiera. E Stopponi non ha dubbi: il Fanum è qui

giovedì 5 settembre 2013
Presentati i risultati della campagna di scavo 2013 a Campo della Fiera. E Stopponi non ha dubbi: il Fanum è qui

Tante le novità emerse nel sito archeologico di Campo della Fiera, a Orvieto, dove da poche settimane si è conclusa la 14^ campagna di scavo, condotta su concessione ministeriale dall'Università di Perugia e diretta dalla Prof.ssa Simonetta Stopponi. A Palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto che da cinque anni finanzia l'impresa scientifica, la studiosa ha presentato i risultati della ricerca 2013, presenti il Presidente della Fondazione CRO Vincenzo Fumi e l'Assessore alla Cultura Marco Marino.

Con una chiara e dettagliata relazione la Prof.ssa Stopponi ha illustrato come dagli scavi di Campo della Fiera continuino ad affiorare tesori che sempre più accreditano il sito come il Fanum Voltumnae, il celebre santuario federale degli Etruschi che gli studiosi hanno cercato di identificare fin dal XV secolo; e alle polemiche sorte proprio in questi giorni sulla localizzazione del Fanum, "che periodicamente - ha detto Stopponi - altri territori rivendicano a sé", la professoressa risponde di avere, per le sue deduzioni e asserzioni, rigorosi riferimenti accademici.

La Prof.ssa Stopponi ha brevemente ripercorso le tappe più significative dell'imponente ricerca archeologica che interessa un'area vasta a sud-ovest della rupe di Orvieto, ricca di rinvenimenti che abbracciano un periodo di circa duemila anni, dal VI secolo a.C. alla Peste Nera del 1348, ricordando le varie campagne di scavo realizzate dal 2000 (iniziate a cura dell'Università di Macerata e dal 2009 affidate all'Università di Perugia), i cui esiti sono stati condivisi in sede di comunità scientifica nazionale ed europea e i cui reperti restaurati sono esposti presso il Museo Archeologico Nazionale di Orvieto. Il santuario etrusco risalente al 4° sec. a.C. e l'imponente Via Sacra (larga 9 metri) del 6° sec. a.C. che collegava vari edifici sacri e i tanti reperti rivenuti nell'area archeologica di Campo della Fiera dimostrano scientificamente che in quella zona il culto è continuato in epoca romana con interventi strutturali nell'area più importante del santuario. Interventi successivi alla conquista romana di Orvieto e in seguito, anche con la creazione di un impianto termale, dettati dalla propaganda di rivitalizzazione di antichi culti voluta dall'imperatore Augusto.
In epoca cristiana il sito divenne cimitero e sede di una chiesa di VI-IX secolo sulla quale fu edificata, appunto, la pieve medievale di San Pietro in Vetere menzionata nei documenti medievali di Orvieto.
Le strutture affiorate dagli scavi occupano un'ampia zona e i materiali rinvenuti testimoniano l'importanza del luogo in epoca etrusca. Fra questi: preziosi ex-voto, ceramiche greche, monete, gioielli, decorazioni di edifici. In particolare, una lunga iscrizione ha rivelato il nome etrusco del santuario: il "luogo celeste", che la moderna critica archeologica identifica ormai con il famoso Fanum Voltumnae, il santuario federale degli Etruschi.

Per quanto riguarda le nuove emergenze affiorate in questo 2013, a una quota più alta dello scavo dove finora era affiorato il basamento dell'edificio sacro, è stato trovato il gocciolatoio di una fontana di metà 5° sec. a.C.; a quota ancora più alta è emersa una strada medievale che si sovrappone alle strutture etrusche e una canaletta che adduceva l'acqua alla fontana stessa. All'angolo con l'attuale edificio di una villa è poi emerso un altro edificio sacro di grande interesse scientifico, e inoltre una piattaforma in tufo con foro e un tappo funzionale alle libagioni e alle offerte liquide rivolte alle divinità. È poi venuto alla luce un quarto tempio, mentre un quinto resterà probabilmente sepolto sotto la chiesa medievale di S. Pietro in vetere.
Rivelazioni interessanti anche per la cosiddetta "zona termale" dove nella campagna di scavo di quest'anno è stato liberato l'intero percorso balneare: al già noto frigidarium per i bagni in acqua fredda si aggiungono ora il tepidarium, la parte delle antiche terme romane destinata ai bagni in acqua tiepida, e lo scavo della camera di combustione con gli incassi del grande calderone di acqua che distribuiva calore e un ulteriore gocciolatoio.

Dalle terme è affiorata anche una insolita spilla che raffigura la Lupa che allatta i gemelli. Emersa inoltre la parete frontale della chiesa di San Pietro in Vetere che ora è completamente visibile nelle sue dimensioni (35 metri x 7 metri) e nei suoi mosaici. Una ricerca importantissima quest'ultima, perché si tratta dell'unica chiesa esistente nella zona in cui avvenne l'incontro tra la reliquia del Sacro Corporale del Miracolo Eucaristico di Bolsena e Papa Urbano IV, e infatti il completamento delle ricerche della chiesa coincide con il biennio 2013/2014 che celebra il 750° anniversario di quell'evento, ricordato dal mondo della cristianità con il Giubileo Straordinario.

Due dei monumenti rinvenuti negli anni scorsi, il donario e il basamento di un altare, richiedono interventi di recupero perché seriamente compressi dalle piogge eccezionali dell'autunno 2012, per questo sono stati accuratamente messi in sicurezza, smontati e inviati al restauro, dopo complesse procedure di imbragamento, sollevamento e trasporto seguite con attenzione dalla Protezione Civile di Orvieto, importante braccio operativo per gli archeologi attivi a Campo della Fiera. Ed è proprio dalla terra che si trovava sotto l'altare che gli archeologi hanno visto riaffiorare dei riccioli dipinti di rosso, una base e un volto maschile - probabilmente una divinità - deposto con il viso rivolto verso l'altare.

Nell'illustrare i risultati Stopponi ha annunciato che in occasione del prossimo semestre italiano di presidenza della Commissione Europea, l'Università di Perugia ha proposto al Ministero per gli Affari Esteri di organizzare una grande mostra a Bruxelles o Lussemburgo. Sempre a fini divulgativi, oltre alla partecipata notte bianca "Sotto il cielo degli Etruschi" è stato attivato intanto anche il sito www.campodellafiera.it

Tutto questo patrimonio apre ora nuovi scenari scientifici per gli scavi archeologici a Campo della Fiera, che hanno però bisogno di risorse finanziarie e di divulgazione e conoscenza. In questo senso, la Prof.ssa Stopponi ha auspicato l'interessamento di grandi nomi del mondo dell'imprenditoria nazionale, sull'esempio di Cucinelli per il restauro dell'arco di Augusto a Perugia o di Della Valle per il restauro del Colosseo; opportuno sarebbe inoltre anche l'appoggio del tessuto produttivo locale, con particolare riferimento a quello vitivinicolo, legato al ritrovamento nel sito di Campo della Fiera di una radice di vitigno risalente a 2000 anni fa che l'Università di Perugia è disponibile a indagare scientificamente.

"Come Fondazione Cro - ha sottolineato il presidente Vincenzo Fumi - siamo molto soddisfatti di questi risultati. Da cinque anni insieme alla Cro e alla Banca Popolare di Bari finanziamo gli scavi, la cui importanza è ormai acclarata dai maggiori accademici e interessa tre settori d'intervento rilevanti dell'ente: istruzione, sviluppo locale e l'arte e i beni culturali".