cultura

Perplessità di Italia Nostra sull'acquisto della raccolta di ceramiche orvietane degli Anni Venti appartenuta a Pericle Perali

mercoledì 21 dicembre 2011

E' stato affrettato e poco ponderato, secondo la sezione di Italia Nostra Orvieto, il recente acquisto da parte del Comune di Orvieto della raccolta di ceramiche orvietane degli Anni Venti appartenuta allo studioso Pericle Perali,
73 ceramiche prodotte dalla fabbrica dell'"Arte dei Vascellari di Orvieto" e 24 documenti il cui costo è pari a 18 mila euro.

Con una nota del presidente Lucio Riccetti, Italia Nostra Orvieto afferma che l'acquisto, destinato "all'inesistente Centro di Documentazione, Ricerca e Sperimentazione della Ceramica di Orvieto", solleva più di un interrogativo. "Premesso che non s'intende mettere in discussione la competenza degli esperti coinvolti - afferma Riccetti - si resta perplessi per la troppa fretta, palesata dall'iter comunale, con cui sono state seguite le operazioni di verifica e deciso l'acquisto. Fretta dovuta alla scadenza, ormai prossima, del finanziamento regionale, dopo che era rimasto nel cassetto per oltre due anni. L'acquisto di raccolte, storicamente importanti più per essere appartenute a personaggi famosi o studiosi, piuttosto che per il loro valore intrinseco, è sempre un'operazione delicata che dovrebbe essere fatta con estrema cautela, specialmente quando gli oggetti acquistati sono destinati ad un museo inesistente".

"Tutto ciò solleva qualche titubanza sulla giustezza dell'intera operazione - continua Italia Nostra - in parte alimentata anche dalla decisione dell'assessore di assentarsi durante la discussione in Giunta. Probabilmente sarebbe stato meglio procrastinare l'acquisto della collezione Perali, magari dopo una presa visione e analisi più
particolareggiata della stessa e della documentazione prodotta, con più tempo rispetto a quanto permesso dalla scadenza del finanziamento".

Se quei soldi erano destinati al "Centro di Documentazione, Ricerca e Sperimentazione della Ceramica di Orvieto", secondo Riccetti "forse il Comune ne avrebbe potuto destinare almeno una parte allo smantellamento di quella specie di ‘cavatappi gigante' in metallo addossato al Palazzo Simoncelli, indicato come sede del Centro, che offende la storia e l'architettura di Piazza del Popolo". Sull'entrata al Centro di Documentazione, Italia Nostra si era già pronunciata duramente al momento della sua installazione nell'aprile 2010.