cultura

"A conti fatti". Fare i conti con Simone de Beauvoir

martedì 12 gennaio 2010
di Ornella Cioni

Nei mesi di novembre e dicembre un piccolo gruppo di lettura si è incontrato due volte per confrontarsi sul quarto volume dell'autobiografia di Simone de Beauvoir, "A conti fatti", che Giuliana Misserville ci aveva proposto per riflettere sulla scrittura autobiografica della filosofa francese. Questo libro è stato scritto tra il 1971 e il 1972, quando Simone de Beauvoir aveva superato i sessant'anni.

Ci incuriosiva molto scoprire come la scrittrice affrontasse questo passaggio di età. Rispetto a questo, come sempre, è molto esplicita e pone una data precisa tra il 1958 e il 1962, tra i 50 e i 54, come il momento in cui ha vissuto la sensazione di avere oltrepassato una linea al di là della quale si è sentita "istallata nella vecchiaia". Grazie alla buona salute e alla sua modalità fondamentalmente ottimistica di affrontare la vita, sottolinea che la sua situazione di sessantenne è caratterizzata dal fatto che negli ultimi dieci anni per lei niente è cambiato e che si sente aperta all'avvenire. Ma registra onestamente il mutato rapporto col corpo, con l'ambiente, il sentire fortemente il raccorciamento dell'avvenire.

Nel trascorrere del tempo trova anche vantaggi: il poter scorgere la curva di certe vite, i mutamenti a volte positivi dei luoghi, ma anche un diverso modo di gestire la memoria, lo scoprire di aver dimenticato completamente dei libri già letti, l'aver presente l'idea della propria fine. Ci è stato facile ritrovarci in certe riflessioni, ma abbiamo constatato che forse noi donne, dagli anni sessanta ad oggi, abbiamo guadagnato dieci anni circa. La linea di passaggio indicata da SdB si è spostata e i cinquant'anni talvolta sono stati per noi un'età di nuovi inizi, di ribellioni, di energie ancora intatte rispetto a prima.

Nell'opera di Sdb la riflessione sulla crisi tra la fine della maturità e la vecchiaia è già annunciata nell'ultima parte di "La forza delle cose", ma sotto diversi aspetti viene affrontata dall'autrice anche ne "Le belle immagini" (1966) e ne "L'età della discrezione", il terzo racconto di "Una donna spezzata". Nel 1967, terminato questo romanzo De B, con la generosità che la contraddistingue, vuole affrontare con un saggio, che la impegnerà in tre anni di lavoro, il tema della vecchiaia. Nel 1970 pubblicherà "La terza età".

"Perché mi stava tanto a cuore questo argomento?", si chiede nel quarto volume dell'autobiografia. "Anche in questo caso, a sedurmi fu a tutta prima l'idea di una demistificazione - risponde-. Ma se mi decisi, fu perché provo il bisogno di conoscere nella sua generalità la condizione in cui mi trovo io personalmente. Come donna, ho voluto chiarire la condizione femminile; all'avvicinarsi della vecchiaia, ho sentito il desiderio di sapere come si definisce la condizione dei vecchi."

In questo difficile territorio la scrittrice ha certamente tracciato una strada, che poche altre scrittrici hanno seguito; tra queste vi è Luisa Passerini, che nella "Fontana della giovinezza" parla della generazione del '68 e da questa prospettiva di lettura generazionale pone l'embrione di un progetto: lavorare al proprio invecchiamento e all'invecchiamento di tutte, ponendo dunque l'istanza di un rimodellamento della percezione di questa età.

Altri temi sui quali ci siamo soffermate durante i nostri incontri sono stati il rapporto della scrittrice con la scrittura, con la lettura, il suo attaccamento alla cultura occidentale, il suo rapporto con la politica, con i giovani e il femminismo, che svelano la sua capacità di aprirsi continuamente e di lasciarsi travolgere dall'onda degli anni Settanta.

"A conti fatti" termina con la dichiarazione di non voler dare nessuna conclusione al testo e di voler "lasciare al lettore la cura di trarne quelle che gli piaceranno di più". Non vogliamo essere noi a trarne, ma ci pare significativo e in qualche modo una lezione di vita il racconto che la scrittrice fa della sua partecipazione, sessantenne, al maggio francese e al femminismo, con la capacità di muovere anche qualche critica e qualche correzione al "Secondo sesso", come dichiara nelle pagine conclusive dell'autobiografia. Ci richiama alla mente, come un augurio, come una speranza, il bel personaggio di Manette, la madre di André nell' "Età della discrezione", una donna ottantacinquenne intelligente, vivace, ancora animata dalla passione politica e dall'esigenza di capire e di intervenire.


Questa notizia è correlata a:

Una giornata dedicata a Simone de Beauvoir. Sabato 16 gennaio a cura de "Il Filo di Eloisa - Associazione culturale Eloisa Manciati"