La statua della Madonna di Loreto deve restare alla caserma Bixio

Non ci stanno a vedere trasferita la statua della Madonna di Loreto. E' questo lo spirito con cui i dipendenti della Direzione Generale Interforze per il Personale Militare (PERSOMIL), attualmente dislocata presso la Caserma "Nino Bixio" di Orvieto (nella foto), hanno inviato una lettera aperta al Sindaco Antonio Concina, al Vescovo Padre Giovanni Scanavino, al Capo di Stato Maggiore della Aeronautica Militare, Generale Daniele Tei, alla Soprintendenza per i Beni Artistici dell'Umbria, e a tutte le autorità militari interessate.
Il gruppo di dipendenti, venuto a conoscenza della richiesta da parte del comando generale dell'Aeronautica Militare di Roma, di poter trasferire presso i propri uffici la statua che si trova nel complesso orvietano, e dopo il benestare del Vescovo della Diocesi Orvieto-Todi favorevole al trasferimento, hanno deciso di opporsi poiché ritengono che la statua della Madonna faccia parte della storia della caserma e del vissuto di quei luoghi.
La statua, una preziosa opera lignea del XVII secolo attribuita ad alcuni allievi appartenuti alla scuola di Ippolito Scalza e raffigurante la Madonna di Loreto, fu collocata sullo sfondo nel corridoio al piano nobile della caserma Bixio per opera del Generale Renzo Marziantonio, allora comandante del distaccamento dell'Aeronautica. Fu proprio il parroco della Chiesa di San Domenico, dove l'opera lignea era ospitata in una sala chiusa al pubblico, a volere il trasferimento della statua nell'ex convento agostiniano del XIV secolo che allora ospitava i militari della Aeronautica con la promessa che, qualora nel tempo fossero mutate le condizioni e la Chiesa avesse potuto ospitare di nuovo la statua, questa sarebbe stata restituita alla parrocchia. La statua, che si trovava in pessime condizioni, fu restaurata ad opera della Aeronautica stessa e non lasciò più la Bixio.
I dipendenti si battono ora per ottenere che la statua resti nella Caserma o, se questo proprio non fosse più possibile, che si trovi per l'opera una altrettanto degna collocazione nella città di Orvieto in quanto ritengono che essa faccia parte, a pieno titolo, delle ricchezze storiche ed artistiche della nostra città.

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