Verso la costituzione dell'Associazione culturale "Livio Orazio Valentini"
Alla costituenda Associazione culturale "Livio Orazio Valentini" voluta dalla famiglia e dedicata alla figura dell'artista orvietano scomparso il 23 luglio del 2008 allo scopo di mantenerne vivo il ricordo, quale figura significativa dell'arte moderna italiana e internazionale attraverso la promozione di iniziative culturali nell'ambito artistico moderno e contemporaneo nella città di Orvieto, parteciperà anche il Comune di Orvieto in qualità di fondatore.
Pittore, scultore, ceramista e per anni docente di disegno dal vero all'Istituto Statale d'Arte di Orvieto, Livio Orazio Valentini nacque a San Venanzo nel 1920 ma da sempre è stato legato ad Orvieto, dove ha vissuto e lavorato, e alla cultura etrusca, aprendosi al confronto artistico, maturando esperienze in ambienti qualificati italiani. A vent'anni e per cinque lunghi anni conobbe la dura esperienza della guerra e della prigionia nel campo di concentramento tedesco di Buchenwald, esperienza che lo segnò in maniera indelebile alimentando dalla metà degli anni Quaranta, la sua espressività artistica e il forte legame alla vita. All'inizio degli anni Cinquanta si dedicò anche alla scultura. Esordì a Perugia nel 1951 e venne notato dalla critica e da Gerardo Dottori, il maestro futurista dell'aereopittura con il quale in seguito espose a Roma.
Partecipò e vinse numerosi premi in varie parti d'Italia; significativo l'invito alla IV Quadriennale di Roma nel 1951. Nel decennio successivo superò il figurativo e si espresse per grandi cicli: le Germinazioni negli anni ‘60, gli Uccelli come espressione della violenza dell'uomo su l'uomo dal '70 all'80, la rilettura dell'arte rinascimentale con la grande opera Valentini e il Finimondo di Signorelli nel 1985.
Lavorò poi alla lettura spazio temporale dell'evoluzione della terra con paesaggi geologico-cosmici nell'opera Fuga nel Quaternario negli anni Novanta.
Significative le esperienze per il suo fare artistico sviluppate partecipando a seminari all'Università di Parma con Pietro M. Toesca negli anni Settanta e con i viaggi di studio e di lavoro a Lisbona e Oporto in Portogallo e in Nigeria negli anni Ottanta. Arricchì le sue esperienze internazionali all'Università di Athens in Georgia, su invito dello storico dell'arte Alan Collier nel 1982 e poi all'Università di Aiken Sud Carolina nel 1997 con la mostra Odissea e nel 1999 e 2000 con l'attività di docenza e di laboratorio didattico. Nel 2001 con la mostra Alter ego a Charleston in occasione del Piccolo Spoleto Festival, e nel 2003 ancora ad Aiken per ricevere la laurea "honoris causa" in Belle Arti e per presiedere alla inaugurazione della grande opera Galassia realizzata su commissione dell'Università stessa.
Il rapporto di Livio Orazio Valentini e Orvieto è stato nel vissuto quotidiano, nei legami con gli amici, gli artigiani e con la gente, nelle conversazioni che hanno animato le sue botteghe d'arte, nella passione comunicativa con la quale si è accostato ai suoi numerosi studenti del Liceo d'Arte, sta nelle opere che in questa città ha realizzato in un lungo periodo di vita artistica, sta nella capacità di rappresentare la sua Orvieto dove ha lasciato dei segni emblematici, nel suo entusiasmo di aprirsi al confronto, nel suo impegno di uomo e di artista teso a raccontare la guerra per educare alla pace. "Il mio legame con Orvieto - diceva - è particolare. Dopo un intenso periodo trascorso a Roma a contatto con grandi Maestri del Novecento, De Chirico, Guttuso, ed altri, sono tornato ad Orvieto perché Orvieto è una città formativa perché i monumenti, le opere d'arte sono a quattro passi da ciascun cittadino, perché quando cammini il monumento è personalizzato per ciascuno. Ai giovani dico che ‘Orvieto ti forma' perché in questa città c'è l'arte universale, non nelle piccole cose ma nella caratterialità dell'arte".