cultura

Presentata "Mirum": un Duomo aperto alla Comunicazione, il dramma sacro come richiamo della Città

lunedì 26 maggio 2008
di laura
Nessun periodo migliore di quello delle festività del Corpus Domini per presentare “Mirum”, associzione culturale ma anche Centro di formazione e cultura per la promozione del dramma sacro. La filosofia e gli obiettivi del nuovo organismo, costituitosi nel giugno 2007, sono stati presentati lo scorso sabato in conferenza stampa, con il coordinamento del giornalista Rai Guido Barlozzetti, dall’Avvocato Francesco Venturi, Presidente dell’Opera del Duomo e Presidente di Mirum, da Sua Eccellenza Mons. Govanni Scanavino, Vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi, e dal Prof. Mario Morcellini, Preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma. Tra gli altri soci promotori i Prof.ri Ugo Barlozzetti, Franco Cardini, Antono Mannaioli, e ancora Mons. Italo Mattia, Franco Ercini, Giancarlo Giacomini, Armando Ninchi, Giancarlo Riccio, Sergio Valzania; tra i soci ordinari il Prof. Giorgio Mori e i giornalisti Manfredo Retti e Guido Barlozzetti. Una vasta compagine all’opera per far riemergere, dalla polvere degli anni Cinquanta/Sessanta in cui questa tradizione era a Orvieto fiorente, il dramma sacro. “Perché questa città – ha affermato tra l’altro Barlozzetti – se vuole ancorarsi e imporsi all’attenzione con qualcosa di specifico, non deve inventarsi niente, deve solo tornare alle sue radici sotterranee e subliminali: la sproporzione ardita del Duomo, teso verso il cielo, e le viscere della terra. Mirum, nelle intenzioni dei suoi promotori, deve diventare uno degli elementi di richiamo – profondo – della Città, lanciare dal sagrato del Duomo e dal miracolo del Corporale tutti i potenti segni che da questo nucleo possono irraggiarsi per una comunicazione forte e peculiare. La Cattedrale, l’Eucaristia, il Graal: la cui ricerca, come Franco Cardini sottolinea, a livello letterario è solo una bella avventura cavalleresca, ma a livello allegorico è il processo che conduce alla conquista della sapienza. Il dramma sacro, dunque, come chiave di accesso a un mondo, come espressione popolare delle passioni dell’uomo, come riemergere, in questo tempo di crisi, di una nuova maieutica che sia, tuttavia, all’altezza del passato: riscoprire il dramma prima ancora del dramma sacro, farne forma di una comunicazione dialogante, di apertura verso le differenze. “Un Duomo aperto – ha sottolineato il Vescovo, a tutti quelli che hanno desiderio di comunicare, come casa dove le cose belle siano proclamate e vi sia dialogo; il Duomo come centro di comunicazione: musica arte, poesia contrapposti al valore meramente economico, giacché la creatività non va sempre commercializzata”. Il nome stesso è una sfida, e il suo logo: “Mirum”con le "M" belle tonde e gotiche, di medievale corposità e ricercatezza, con il voluto snobismo ma anche con la doppia accezione linguistica del latino. “Mirum” come “che meraviglia!”, la prima spontanea espressione che viene alle labbra davanti al Duomo, come il mirabile, la bellezza, il riconoscimento di un mirum estetico che può salvare dal declino; ma anche come “miracolo”, quello dell’eccezionale festa, e quelli che possono avvenire ogni giorno se si è in grado di leggerli. Insomma, il miracolo e il mirabile. Su questa traccia Mirum ha già programmato per il 2008, il suo palinsesto: un mistero su Jacopone, rappresentato a Todi in marzo per la Quaresima, il Festival di Arte e Fede appena concluso a cura del Gordon College, una sacra rappresentazione sul Miracolo e il Corporale prevista per Mezzagosto, e un’altra, il Ludus de Anticristo, per l’Avvento; insieme a queste, le lectio in Duomo, segni di quell’apertura tratteggiata dal Vescovo Mons. Scanavino, parte del progetto denominato “Per una Cattedra del dialogo a Orvieto”. Una lectio d’eccezione potrebbe tenerla addirittura Papa Benedetto XVI, qualora fosse possibile averlo A Orvieto, secondo la speranza espressa dal Vescovo, per la ricollocazione degli Apostoli all’interno della Cattedrale.