cultura

Il legame tra Luzzati e Orvieto nel terzo Quaderno della Nuova Biblioteca Pubblica 'Luigi Fumi'. A cura di M. L. Salvadori

mercoledì 16 gennaio 2008
Il 10 maggio 1997 la Città di Orvieto conferì a Luzzati la cittadinanza onoraria come segno di “omaggio ad un artista che nella sua lunga vita feconda ha saputo unire la gioia della creatività all’uso sapiente di mezzi espressivi originali e inconfondibili”: così si scrisse nella motivazione. Con quella scelta si ricordava il sodalizio artistico e umano che ha legato con i colori della fantasia Lele Luzzati a Gianni Rodari – al quale Orvieto ha intitolato un Centro Studi - nella condivisa attenzione al mondo dell’infanzia. Un’attenzione diretta e vicina come l’occasione di lavoro comune che i bambini e le bambine di Orvieto ebbero disegnando e lavorando insieme con il “concittadino” Emanuele Luzzati presso le biblioteche ragazzi della città. I testi della pubblicazione "Orvieto per Luzzati", realizzata per quella occasione, furono tratti da interviste che lo stesso Luzzati aveva rilasciato al giornalista Carmine De Luca e vanno a comporre uno degli affreschi più vivi e più belli dell’artista. Il 27 gennaio del 1996, il Teatro della Tosse di Genova, ribattezzato Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse, rappresentò Pinocchio al Teatro Mancinelli di Orvieto: testo originale di Collodi, regia di Tonino Conte, musiche di Nicola Piovani, scene e costumi di Emanuele Luzzati. Allo spettacolo seguì un incontro pubblico con gli autori coordinato dallo scomparso Carmine De Luca, studioso e critico giornalistico da sempre appassionato dell’opera di Luzzati e subito pronto a intuire la saldatura possibile, in azioni creative e idealità profonda, tra il nome di Luzzati a quello della nostra stupenda cittadina. Emanuele Luzzati può infatti essere annoverato tra i geni creativi che, da Signorelli in su, hanno raccontato vita, storia e storie attraverso l’arte della rappresentazione e dell’immagine. Egli ha anche messo la sua creatività a servizio dell’infanzia, fatto teatro per i ragazzi, scritto per loro e illustrato alcuni tra i più bei libri della storia della letteratura italiana di autori come Boccaccio, Collodi, Italo Calvino e Gianni Rodari. La proposta di conferire la cittadinanza onoraria di Orvieto a Lele - così lo chiamavano affettuosamente amici e collaboratori - fu accolta dall’Amministrazione che affidò la cura dell’iniziativa a Maria Luisa Salvadori, Direttrice della Biblioteca Comunale già legata a Emanuele Luzzati da sentimenti di autentica amicizia. Anche a lei Luzzati riservò l’onore di un importante servizio-intervista pubblicato in una rivista specialistica a tiratura nazionale. Non solo, nel 1998 il "Museo etrusco C. Faina" di Orvieto ha istituito una sezione dedicata ai ragazzi la cui segnaletica è stata illustrata da Emanuele Luzzati, che non mancava mai di sottolineare la sua speciale dedizione alle forme dell’arte applicata. L’anno successivo, nel 1999, sempre su proposta di Maria Luisa Salvadori, il Comune di Orvieto ha “adottato” la Trilogia rossiniana, film di animazione che si compone di tre cortometraggi d’arte - La gazza Ladra, L’Italiana in Algeri e Pulcinella - realizzati da Giulio Gianini e Emanuele Luzzati su musiche di Gioacchino Rossini. L’adozione, come previsto dalla campagna "Restaura e adotta un film" allora promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, consisteva nel contribuire al salvataggio di film d’importanza storica minacciati dall’usura del tempo. La Trilogia è stata presentata a Orvieto il 27 marzo 1999, in prima nazionale dopo il restauro. Con quell’iniziativa-evento, Orvieto - “città di adozione” di Emanuele Luzzati - si è ancor più significativamente legata a lui e alla stessa Genova che gli ha dato i natali. La nuova pubblicazione “Luzzati per Orvieto”, a cura di M. Luisa Salvadori (Edizioni Quasar/Quaderno n. 3 della Nuova Biblioteca Pubblica “Luigi Fumi”), ricostruisce il legame tra Luzzati ed Orvieto. Contiene una intervista realizzata nel 1999 e una bibliografia di opere illustrate da Luzzati, dei cataloghi delle mostre e della sua filmografia. All’interno vi è anche una scheda sullo spettacolo “La mia scena è un bosco” e una dichiarazione di Luzzati tratta dal canovaccio dell’opera, oltre ad una nota di regia di Tonino Conte. La pubblicazione costituisce, pertanto, un agile strumento per chi fosse interessato a conoscere l’opera di Luzzati.

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