cultura

Orvietato sporgersi: venerdì e sabato a 30 anni di distanza Orvieto si interroga sulla cultura contemporanea

lunedì 20 novembre 2006
Si è tenuta questa mattina la conferenza stampa di presentazione di "Orvietato Sporgersi", evento organizzato dall’Associazione Zerotre in collaborazione con l’Associazione Maestrale e con il Patrocinio del Comune di Orvieto, della Provincia di Terni, della Regione Umbria e della Comunità Montana Monte Peglia e Selva di Meana. Saranno due giorni di dibattito culturale, il 24 e 25 novembre prossimi presso il Teatro Mancinelli, per riproporre Orvieto, a trent’anni di distanza, come laboratorio della cultura contemporanea.


Nel 1976 si tenne infatti a Orvieto una delle più importantiiniziative di riflessione culturale su Scrittura/Lettura: prospettive della ricerca letteraria. Orvietato Sporgersi sembra fosse il titolo dell’intervento che Roland Barthes avrebbe dovuto fare al convegno. Scrittura/lettura fu una grande kermesse cui parteciparono i maggiori intellettuali ed esponenti delle avanguardie dell'epoca: tra gli altri Balestrini, Barilli, Colombo, Eco, Ginzberg, Malerba, Pedullà, Sanguineti. Or-vietato sporgersi è dunque il titolo dell’evento culturale che viene riproposto a fine novembre a Orvieto partendo proprio da quell'importante avvenimento cittadino e da quegli anni per capire quanto è cambiata la nostra società e quanto sono mutati gli strumenti critici per comprenderla. A trent’anni di distanza e dopo l'importante seminario dell’Ulivo di ottobre, Orvieto si ripropone dunque come un luogo privilegiato di dibattito sul rapporto tra cultura e società. Oltre ad una serie di iniziative che coinvolgeranno la città, sono previsti due giorni di dibattito culturale cui parteciperanno alcune figure intellettuali contemporanee (giornalisti, poeti, scrittori, filosofi e sociologi) di particolare rilevanza. Tra gli altri: Paolo Mauri, Francesca Izzo, Ilaria Borletti, Agostino Petrillo, Massimiliano Smeriglio, Nanni Balestrini, Pirkko Peltonen Rognoni, Michele Marziani, Brunella Antomarini, Piergiorgio Paterlini, Domenico Cacopardo, Tommaso Ottonieri, Paolo Gentiluomo, Angelo Guglielmi, Roberto della Seta, Michele Mezza. L’iniziativa, come tengono a sottolineare Liliana Grasso e Valentino Filippetti dell’organizzazione, è stata realizzata su base volontaria di trenta ragazzi che fanno attività affini alla cultura e che, con grande spirito di ricerca, hanno accettato con grande piacere questa sfida di elaborazione culturale senza una struttura fissa e collaudata alle spalle. “La città di Orvieto – come ha poi sottolineato il Vicesindaco Carlo Carpinelli – è pronta a recepire tali istanze, perché si è distinta sempre nel tempo ed oggi soprattutto come fulcro della politica e delle esperienze sociali.” Come nel 1976 si rendeva necessaria una riflessione sul futuro della cultura, così la nuova contingenza politica e sociale esige un dibattito sulle nuove identità culturali della società, che possono apparire come una forza unipolare in grado di omologare le diversità vitali del sapere. L’intento di Orvietato sporgersi è quello di sviluppare un convegno, contornato da attività collaterali come forum, spazi multimediali e laboratori culturali, dove il confronto sia finalizzato a costruire una proposta politico-culturale che risponda alle dinamiche e alle trasformazioni sociali in atto. Un momento di confronto utile ad un’evoluzione delle forme associative, culturali e partecipative della politica. Scrivono gli organizzatori, Liliana Grasso e Cristiano Ghirlanda

“[…] Ciò che ci aspettiamo da questa iniziativa, ciò che auspichiamo, come organizzatori e come cittadini, è che sia utile. Troppo spesso infatti gli incontri di carattere culturale seguono un modello ornamentale ed auto-referenziale di cui davvero non abbiamo bisogno. Ciò di cui invece si sente l’urgenza è di una seria e approfondita analisi sugli interrogativi posti dalle trasformazioni sociali e uno sforzo per poter individuarne le soluzioni. E l’arte ha da sempre in questo ambito un ruolo essenziale ed insostituibile. Nel mese di ottobre di quest’anno, inoltre, sempre ad Orvieto, si è tenuto il primo incontro promosso dall’Ulivo per la costituzione del Partito Democratico. Così come nel ’76 si discuteva dell’opportunità politica legata al compromesso storico, oggi è l’alba di un Partito che dovrebbe esercitare una complessa sintesi. Si tratta di nuovi strumenti, nuovi luoghi e nuove linee di confine. Di conseguenza, è evidente, nuove esclusioni e nuovi contrapposizioni. La dimensione storica del presente ci dice che si è d’innanzi alla sfida di comprendere pienamente il nuovo, e siamo a buon punto. Ma abbiamo il dovere di riorganizzarlo, ridefinendo anche, e per tempo, i mezzi dell’emancipazione. Lo sforzo che si richiede al mondo della cultura, cioè a coloro che meglio possono godere dei mezzi di decodificazione della realtà, è di contribuire alla comprensione dei suoi nodi essenziali. L’impressione è che ci si trovi di fronte ad un punto di maturazione del capitalismo dove molti dei concetti che lo componevano quali il lavoro, la merce, i diritti, l’informazione si siano fortemente modificati nella propria identità e per queste ragioni è in crisi il concetto stesso di democrazia. Sono questi i termini intorno ai quali vuole ruotare la nostra riflessione, per stabilire uno sfondo generale sul quale avviare utilmente osservazioni e valutazioni. Comprendere tali nuovi confini concettuali è fondamentale per riappropriarsi della propria identità. Una società che ha paura delle proprie trasformazioni è una società che non sa dominarle. Che non crede nella capacità delle proprie istituzioni, né crede alle forme di garanzia di controllo e di tutela. L’incertezza del futuro a qualsiasi livello sociale si vada ad insediare, produce l’impossibilità di porre in essere un progetto e costringe al rifugiarsi nell’”io”. Dunque non c’è bisogno di nostalgia pre-borghese. Si tratta di trovare il modo per attraversare e superare il presente. Il nostro intento è di conservare e ridefinire la capacità di mobilitare risorse culturali in funzione di un disegno condiviso dello sviluppo, promuovendo iniziative di produzione della conoscenza. Per la serie di questioni che vogliamo affrontare, proponiamo alcune formulazioni sulle quali vale forse la pena di riflettere, non pretendiamo di definire a priori le linee guida di un discorso molto complesso e per il quale le formulazioni unitarie potrebbero suonare astratte, costrittive e generalizzanti della ricchezza di un panorama che difficilmente si può piegare a percorsi usuali. Attraverso il linguaggio degli scrittori, degli storici, dei filosofi, dei sociologi, desideriamo attivare una funzione di networking, ovvero di costruzione di reti di soggetti orientate all’analisi del contemporaneo. Il processo è articolato e complesso, il compito che ci assumiamo non è quello di valutare, ma di stabilire una piattaforma per la discussione. È quanto proviamo a fare.”

Per porsi in questa dimensione Orvietano Sporgersi si propone come un appuntamento annuale fisso. Un luogo di riflessione culturale permanente basata sul dialogo costruttivo tra le intellettualità della società civile. Informazioni: www.orvietatosporgersi.eu

Orvietato sporgersi: il programma