cultura

Tale madre, tale figlia: intervista (dialettale) a Zaira Marchesini

mercoledì 30 novembre 2005
di Davide Pompei
Tale madre, tale figlia: intervista (dialettale) a Zaira Marchesini

Le mani tremano un po', ma gli occhi le brillano vivaci: il 1 dicembre Zaira compie 85 anni. La mamma dell'attrice Anna Marchesini, la maestra che ha educato generazioni di orvietani e delle campagne intorno, una delle animatrici del Salotto Bonelli, una delle persone più attive che ha partecipato all'Università della Terza Età, la simpatica signora che, tra una cucina e l'altra, non ha mai smesso di scrivere poesie e libri in dialetto, in anni in cui ancora pochi lo fanno.

Signora Zaira, signora maestra...ci racconta la sua esperienza tra i banchi?
Io l'ho fatta sessant'anni fa la scuola. Erano proprio povere creature. Tutt'ora il rapporto con gli ex alunni è molto bello, premetto che io non ho mai dato uno schiaffo e ho cercato di non mortificare. Innanzitutto mi mettevano pena perchè erano bambini poveri. I primi anni ho insegnato un po' dappertutto, poi anche a Orvieto e mi sono trovata benissimo. Quando ero giovane facevo anche 18 chilometri a piedi co' 'na valigia, co' tutta l'acqua 'n c'ho manco un mal d'ossa, niente, sempre fradicia ero, so secca, ma resisto!

Il rapporto con loro è ancora molto buono, moltissimi li incontro ed è una cosa che mi fa veramente piacere: abbracci, baci, quanto c'ha voluto bene!, non perdevo tempo, perchè cercavo de insegnaje tanto, perchè se 'n sentivano le cose bone da me, non le sentivano da nessuno. Bestemmie, parolacce, cose schifose, in campagna era così! Una volta un bambino a scuola - era un contadinello sveltissimo che mi faceva tante domande e io logicamente tutte le volte rispondevo - venne a scuola e si mise tutto mortificato con la testina così. Dico: "Che c'è che non va?!". "Maestra, su a casa, mica so come voe... Parlavano male, pori cocchi. Dico: "Perchè che t'hanno fatto?". "Io signora maestra, je facevo le domande comm'a voi. Loro m'hanno ditto: 'sta zitto, see cicino, chiacchera quanno pisciono le galline! Ma voe lo sapete quanno pisciono? Così chiacchero po po'...

Da questo aneddoto prende il nome uno dei suoi libri, vero?
Sì, da qui ho intitolato così l'ultimo libro che ho scritto, sono tutti fatti che mi sono accaduti veramente, è la vita della scuola di campagna. "Maestra, ma voe lo sapete quanno pisciono le galline?" non so perchè, è piaciuto tanto e me so rimasti pochi pochi, così come per altri che ho scritto. Un altro è un libro di ricerca, si chiama "Benvenuta la mi' nuora" perchè quando sposavano tutto il corteo della nuora col futuro marito andavano a casa della socera, la quale tutta impettita con un fazzoletto legato je diceva "Benvenuta la mi nuora, serva si, ma no padrona". Allora una contadinella 'n tantino più simpatica di quell'altre se permise di rispondere, scherzando sempre, "So venuta col mi zio, serva voi, padrone mio...non l'ha potuta vedè! E allora partendo da questo, ho ricercato le abitudini e ci sono tantissimi sonetti. Un altro è una specie di vocabolario, tutte parole in dialetto spiegate in italiano. Il primo che ho scritto sono poesie, anche un po' scioccarelle in dialetto. Ho scritto otto libri: ho anche rifatto l'Inferno di Dante con gli stessi versi, solamente che la prima e la terza sono in rima, la seconda e la quarta no perchè il vocabolario dialettale è povero e non si trova sempre la rima giusta. C'ho messo persone d'Italia conosciute, ma anche gente d'Orvieto, che quelli più grandi come me intuiscono chi sono. Penso che sia riuscito, perchè è piaciuto molto.

Attualmente lavora a qualcosa?
Attualmente c'ho un migliaio di poesie da fare. Ieri l'ho scritta una al buon Dio, con tutto il rispetto io scrivo, mentre cucino che voi omini quanno avete fatto 'na faccenna, pare chissà ch'avete fatto! Io al cinema non vado mai, non c'ho tempo. Forse so sciocchezze, ma ho sempre scritto, anche adesso che ho fatto l'operazione a la cataratta e ce devo sta un po' più attenta. Io scrivo, se piace piace, se no fanno come je pare!

Come ricorda l'Università della Terza Età?
L'Università della Terza Età l'ho lasciata da qualche anno perchè sono anziana, anche se lo spirito ce l'ho giovanissimo, sto bene tra i giovani, se non sono maleducati! Lì c'erano le riunioni a tarda sera, e non posso pià andarci, ma l'università è stata un'esperienza bellissima, mi sono incontrata con persone pressappoco della mia età e poi è interessantissima perchè è una cosa culturale, si trattano tantissimi problemi, si fanno gite e poi si fanno pranzi, tutte cose che servono ad unire, ma soprattutto mi è piaciuta tanto dal lato culturale perchè abbiamo trattato moltissimi argomenti.

A proposito di cultura, che dice del salotto letterario della Professoressa Bonelli?
Ah! Anche quello è stato un periodo bellissimo, perchè intanto ci siamo trovati insieme in tante persone pressappoco della stessa cultura e poi c'era tanta gente che ci veniva a sentire. Leggevamo queste poesie, mica io sola, tanti altri! E passavamo dei pomeriggi molto belli, portavamo ciascuno qualche cosa (noi donne), si faceva un rinfreschetto e si passava una bella domenica. C'ho un buonissimo ricordo. Senti, laddove io sono stata sarà perchè c'ho il carattere allegro, ma sono stata sempre bene!

Questa ironia l'ha un trasmessa po' anche ad Anna?!
Anna è la copia conforme mia...

Anche fisicamente vi assomigliate molto.

Adesso, non mi guardare che so diventata brutta, da giovane anche in disordine uno è bello, ma li capelli ce l'ho tanti, che c'ho sempre 'na testa alta! Io so caduta e ho rotto il naso e da allora qualcosa è cambiato, ma se no, Anna è la mia copia conforme, anche come gusti, come modo di studiare, come rendimento. Io non ho potuto fare tutte le cose che ha fatto lei perchè al tempo mio diventare maestra era un'impresa faticosa e poi devo anche ringraziare i miei genitori che hanno capito il mio tipo. Io ero piccina, non mangiavo e la mia mamma per farmi mangiare mi comprava tutti i sabati 'na bambola, di quelle che dopo io le lavavo, mi si scolorivano e piangevo. Brutte, che erano le bambole allora! Mettevo in fila una decina, dodicina di bambole, je davo nome e cognome e tutto il giorno con quelle bambole...spettacolo, ecco, di solito da piccola facevo questo gioco e poi mi piaceva fare la maestra e credo che per me è la più bella professione che ci possa essere. A stare quarant'anni tra i bambini penso che il cuore rimane giovane perchè io non me sento vecchia. Assolutamente! Anche se qualche giorno so un pochino più stanca, non m'avvilisco, anche troppo bene per la mia età. Dico!

La sua passione per lo studio e la lettura, quindi, ha influenzato i suoi figli?
Si, tutte e tre li fiji! Beh influenzati...quando vivi in una famiglia è naturale. A me chi m'ha influenzato?! La mia mamma amava leggere, ma l'istruzione di allora...il mio babbo era un pochino più elevato perchè, fatta la terza elementare quelli 'n tantino più su il prete li portava in sagrestia e quante ore di scuola...poveretto. Dio gli dia gran bene perchè il mio babbo ha potuto fare l'amministratore di una trentina di poderi solo perchè il prete gli aveva fatto scuola, se no...

Può raccontarci qualche episodio di quando Anna era piccola, che descriva un po' la sua personalità?
Quante cose ci sono, tanti aneddoti buffi di Anna da piccola. Notava subito i difetti delle persone, subito! Un giorno avevamo messo una donna da due o tre giorni, si chiamava Amalia. Torno a casa da scuola e mi dice: Mamma, guarda come cammina la Lamalia? Dico: Come cammina? Io manco e con un piede così, rifece questa Amalia ugualissima. Un'altra volta all'asilo nido, dove era un po' la preferita - nel senso che li faceva ridere - avevano preparato, per bene, tutte le merendine con la marmellata sui tavolinetti e stavano mettendo in fila i bambini per andare a mangiare la merendina, ma quando vanno là...tutte le marmellate leccate. Anna, aveva leccato tutte le marmellate, perchè allora mangiava molto, adesso niente, da piccola era robusta, bella. Insomma, era birichina, era vivace, era chiacchierina, tanto tanto chiacchierina. Da piccola ha parlato presto, a 8-10 mesi c'aveva le scarpette col bottoncino e se le sapeva allacciare! Intrufolava, capisci, ma le cose le faceva!

Come è oggi il rapporto con i figli?
Molto buono. Anna è di una bontà eccezionale, non dico per vantarmi...proprio brava non posso dire proprio niente, guarda. Il rapporto è bello con me e con i fratelli. Lei ha fatto il Liceo Classico qui a Orvieto e l'Università a Roma, ha preso la laurea e poi un giorno è venuta a casa e ha detto: 'Mamma non mi gridare'. Dico: 'Che hai fatto?!'. Insomma, aveva dato gli esami all'Accademia d'Arte Drammatica. Dico: "E perchè te devo gridà, ti piace?" Dice. "Sì". "Falla! Basta che non mi fai svergognare a fare la sciocca come l'altri perchè le cose sciocche non mi piacciono. E' stata sempre frizzante, ma tutti e tre i miei figli, se conoscessi Teresa, quella di Perugia, è d'una simpatia...e c'avrà centinaia d'amici che je telefonano. E Gianni lo conosci?

Lei ha contribuito un po' ai personaggi che Anna ha portato e porta in scena?
No, no, no perchè lei è fuori, capito? Nemmeno i primi tempi. Non l'ho ostacolata, anzi l'ho incoraggiata, dico se ti piace cocca mia, basta che tu faccia un lavoro con onestà, poi quello che fai fai. L'ambiente dove andrai è pericoloso, ma la mi' fija poi in quell'ambiente niente, lei fa il teatro e va a casa da la su' figlia...se vojono gran bene, certo la mamma e la fija. E' modesta, è rimasta di Orvieto.

A proposito di Orvieto, non le farebbe piacere che Anna recitasse nel teatro della nostra città?
Si, ci verrà. E' che lei recita da sola, si sposta da sola e diventa una spesa immensa, che sostiene tutta da sola. Orvieto è piccolina, capito? Ma ci verrà, ci verrà...come no, sì sì. So contenta che ce venga anch'io.

Dal contesto orvietano Anna ha preso spunto per molti personaggi, la Flora è una signora di qui?
Per molte scenette si è ispirata ai vicini, a una signora che abitava qui sotto, la Sora Flora appunto. Nel suo lavoro ha un po' preso di mamma, se non siamo sicuri di saperla fare una cosa, non la facciamo. Sarà anche superbia, non lo so, ma insomma ci piace che una cosa sia curata, si faccia bene. Io, per esempio, la maestra. Mai mi sono permessa, durante la ricreazione, di farla diventare di un'ora, mai. Quando i bambini avevano mangiato e s'erano riposati, s'andava subito a studiare perchè pensavo se rubo un quarto d'ora a 'ste creature è più peccato che de' 'na bestemmia, momenti! Perchè non sentivano niente di buono.

Si ricorda quello che ha provato la prima volta che ha visto Anna recitare?
Il primo spettacolo fu con Buazzelli. Dico la verità: vidi subito che poteva fa carriera, senza presunzione. Sia perchè ho visto da me come faceva, e poi perchè i grandi applausi insomma...Mi sono sentita un pochino commossa, certo. Però ero sicura perchè so come è Anna, io vado sempre ai suoi spettacoli quando non sta troppo lontana. Ora l'ha fatto a Recanati, poi a Firenze, poi Roma e Perugia, e io andrò a Perugia, dove abita l'altra figlia mia.

Grazie cara signora Zaira, per aver aperto il suo cuore parlandoci di una storia, che è anche la storia di molti orvietani, sperando di poter vedere presto la figlia Anna nel teatro della nostra città.