cultura

La cultura verso la terza età. Musica e sorrisi per risvegliare energie

domenica 18 settembre 2005
di Davide Pompei
Maria Antonietta che canta e muove i piedi sulle note di un walzer. Umberto che tiene il tempo con le mani stanche e malate, ma sorride sereno. Maria che si commuove riascoltando un canto di soldati che le ricordano la guerra. All’inizio c’è diffidenza, soprattutto tra gli uomini che stanno a braccia conserte (segno di chiusura), ma poi tutti accettano di lasciarsi coinvolgere dalla musica…
Sono solo alcuni flash che documentano la possibilità di risvegliare le energie vitali attraverso la musica. I risultati di questa arte, scienza o processo interpersonale che lo si voglia definire, sono ancora più interessanti se i soggetti coinvolti sono gli anziani. Nel nostro territorio si sta elaborando un progetto rivolto ad essi, non solo in termini di strutture e servizi assistenziali, ma anche come occasione di relazione fra gli anziani e la società, teso al recupero del rapporto fra le generazioni e al miglioramento della qualità della vita.

Di tutto questo si è parlato nell’ambito del convegno “Musicoterapia con anziani” organizzato dal “CentroMusica” di Orvieto e dalla “Fondazione Tamaro”, voluta dalla scrittrice Susanna Tamaro per creare progetti di sostegno e sviluppo per le categorie più deboli, soprattutto donne e bambini e persone in stato di disagio (all’interno del CentroMusica, la fondazione ha favorito, tra l’altro, l’introduzione delle tecniche di auto-narrazione e di psicomotricità).
“Nel nostro paese – ha affermato la Tamaro – non c’è una vera cultura verso la terza età, che viene spesso considerata soltanto un periodo di parcheggio. E’ veramente incredibile vedere come la musica e le parole possano agire sulla memoria e sulle emozioni. Lo sforzo verso cui dovremmo tendere è quello di lasciare il mondo un po’ meglio di come lo abbiamo trovato e, anche grazie alle potenzialità della musica, aiutare gli altri. La musica è dentro di noi, è qualcosa di innato. Tutti almeno una volta abbiamo cantato. Anche la natura segue una sua musicale armonia, e la musico-terapia favorisce la crescita e l’armonizzazione delle relazioni umane attraverso l’uso del linguaggio non verbale”.

“L’esperienza della musicoterapia – ha osservato l’Assessore alle Politiche Sociali Cecilia Stopponi – si può accostare a quella condotta nel corso dell’estate dalla Carovana del Sorriso dei dottori-clown che hanno svolto interventi di comico-terapia e di laboratorio teatro, portando nelle strutture residenziali per anziani dell’Orvietano calore umano, colori, scherzi e un po’ di sana follia, sottolineando l’importanza dell’aiuto comico-terapico non solo per i bambini, ma anche per le persone anziane. D’altra parte, una consistente presenza della popolazione anziana in Umbria, specie nel nostro territorio, non può essere ignorata dalle istituzioni che operano nel campo sociale, sia nella realizzazione di strutture ad essa rivolte, sia nelle politiche a sostegno della famiglia”.

La musicoterapia si presta a lavori di équipe e di confronto con altre discipline, i suoi ambiti di intervento sono quello educativo, riabilitativo, terapeutico e formativo. Potenzialmente potrebbe essere rivolta a chiunque, anche se si tende ad associarla ad azioni destinate a persone in difficoltà. Gli obiettivi, i metodi, i criteri di osservazione e le tecniche variano in funzione del riferimento teorico, ma in generale si tratta di favorire canali di apertura di coloro che partecipano attraverso il linguaggio non verbale. Un presupposto fondamentale per favorire un percorso evolutivo nella relazione è la costituzione di un rapporto di fiducia, in cui grazie ad un ascolto sincero rivolto alla persona, è possibile favorire quelle risorse fondamentali per un miglioramento.
Forse non esiste una musicoterapia, ma tante musicoterapie in relazione ai diversi approcci teorici, interpretati in modo particolare da ogni singolo operatore nel campo, come del resto in ogni ambito professionale ed artistico. E’una disciplina in erba alla ricerca di spazi e confini e di professionalità riconosciute.