cultura

Dobbiamo mettere il marketing al servizio della cultura.

domenica 19 ottobre 2003
di gabrieleanselmi@unn.it

La Politica culturale dell’amministrazione Cimicchi garantisce prestigio alla città, ma anche oneri finanziari considerevoli per il bilancio pubblico. Quale è la strada per continuare nel futuro a mantenere l’attuale livello di manifestazioni senza compromettere gli equilibri di bilancio?

La strada è quella di metterci nella condizione di utilizzare gli eventi all’interno di una politica complessiva di marketing. Quindi far crescere nelle aziende, negli operatori, a livello locale, la competenza e la sensibilità necessarie per arrivare ad utilizzare adeguatamente i grandi eventi che oggi ci sono ad Orvieto, come veicoli di offerte anche di carattere economico. Oggi la ricollocazione di Orvieto tra le città d’arte è un fatto importante, non siamo ancora del tutto attrezzati, o meglio c’è ancora molto da fare per poter effettivamente cogliere all’interno di una prospettiva di marketing rigorosa, ciò che effettivamente sono le potenzialità di questa politica di grandi eventi.

 

Da più parti si auspica un ruolo maggiore dei privati nelle manifestazioni culturali. È questa la strada giusta da favorire?

Decisamente si, però è necessario fare una distinzione. Nella scelta della qualità della proposta artistica e nella individuazione delle tipologie di offerta culturale secondo me c’è un ruolo insostituibile dell’istituzione pubblica. Nella organizzazione, invece, della stessa offerta culturale, cioè in quegli aspetti che hanno a che far con la gestione e con la impostazione di carattere economico organizzativo, li devono intervenire altri operatori. Quello è lo spazio deputato, lo spazio privilegiato di crescita degli operatori privati. Nell’ideazione è ancora importante che ci sia qualcuno che stia al di fuori di interessi immediati.

 

Esiste, secondo lei, lo spazio e la possibilità di organizzare ad Orvieto un altro evento che possa affiancarsi a quelli che già esistono nel corso dell’anno?

Probabilmente si; però prima vorrei veder compiute tutte le altre manifestazioni. Secondo me siamo ancora lontani da cogliere adeguatamente gli sviluppi che possono avere le cose che già ci sono. Prima di inventarmi qualcosa di nuovo penso che sarebbe il caso di arrivare a consolidare ciò che già c’è perché gli effetti potenziali di queste manifestazione sono in parte ancora da sverminare, perché per ognuna di questa non è stato fatto uno sfruttamento sistematico del marchio. Perché ci sono ancora delle sinergie organizzative da trovare e infine perché quel lavoro di coinvolgimento dei privati può essere reso sistematico e capillare e poi arrivare a distribuire meglio le risorse economiche che senz’altro sono indotte su Orvieto attraverso questi eventi.

 

 

Come è giustificabile l’assoluta mancanza di avvenimenti culturali nel periodo estivo, con l’unica eccezione di manifestazioni di nicchia come la musica classica? Non ritiene che ciò penalizzi la città?

No! Intanto il periodo centrale dell’estate tutte le città d’arte soffrono di una riduzione del turismo, invece, è vero il contrario rispetto alla domanda. Spazio Musica, perché ci si riferisce a questo quando si parla dell’organizzazione ad Orvieto di stages, workshop, seminari che hanno a che fare con la musica classica e con il perfezionamento strumentale, porta a d Orvieto proprio nei mesi centrale dell’estate oltre 4000 presenze alberghiere. Spazio Musica lavora con un’orchestra in residenza ad Orvieto, aggrega sulla rupe studenti che vengono reclutati sulla base di bandi internazionali soprattutto dai paesi asiatici. A me sembra vero il contrario e cioè che impreziosisca la stagione estiva di Orvieto.

 

Quindi Spazio Musica è Il Grande Evento dell’estate?

 

Non è un grande evento perché non ha un battage pubblicitario, un ufficio stampa. Non è un grande evento perché non fa attività di attrazione di pubblico. Però è secondo me una grande evento per Orvieto, è una grande organizzazione per Orvieto, è una grande opportunità per Orvieto Perché: intanto porta qui musicisti di livello, lascia un’attività concertistica molto interessante e io sfido chiunque andando a guardare bene nelle proposte musicali a poter metter in gioco professionalità di quel tipo in quel periodo dell’anno. Porta su Orvieto clientela selezionata perché gli studenti che le accademie musicai o dei conservatori che sono in giro per il mondo, sono per noi clientela selezionata e quella che stiamo pensando di far rivolgere sempre più in maniere consistente su Orvieto. Quindi a tutti gli effetti questa mi sembra un’ottima operazione di marketing, si mette in gioco la nostra capacità di accoglienza per realizzare attività che appunto fanno convergere qui tutte queste attenzioni. Quello che a mio avviso manca a Spazio Musica è anche in questo caso la capacità di un organizzatore locale che sappia con due o tre ritocchi dare all’evento una collocazione ancora più interessante. Farla conoscere meglio, far conoscere i programmi che vengono fatti e far assumere notorietà ai concerti. Qui ogni tanto ci si meraviglia perché non è stata data adeguata pubblicità ad un concerto di questo o quell’altro artista. Benissimo c’è da fare proprio in questa grande direzione, Ormai i grandi artisti ci sono su Orvieto, la città vanta un’effervescenza culturale notevolissima, bisogna trovare le forme per far partecipare a questa cosa tutta una serie di operatori in primo luogo e poi, in senso generale, un tessuto sociale più ampio.

 

Dopo l’ipotesi di commissariamento della scuola di musica fatta da Cimicchi in questi giorni sono seguite le dimissioni del presidente Massimo Ciotti, a questo punto quali altri risvolti ci saranno per le sorti dell’Associazione Musicale Luigi Mancinelli?

Ero presento al consiglio quando si è parlato del commissariamento dell’Associazione Luigi Mancinelli. Il sindaco ha reagito rispetto ad una affermazione fatta da un consigliere  per cui non darei troppa importanza alle parole pronunciate da Cimicchi in quella particolare circostanza. Il fatto nuovo sono le dimissioni del presidente dell’associazione Mancinelli, Massimo Ciotti, perché pongono l’urgenza di prendere una decisione. Quale decisione sarà presa io non sono in grado di anticiparla. Allo stato attuale io faccio questa analisi; esiste una scuola di musica, esiste una banda musicale. Ad Orvieto fino a qualche anno fa quelli della scuola di musica dicevano a quelli della banda che non sapevano suonare e quelli della banda dicevano a quelli della scuola di musica che erano dei signorini. Le due realtà si ignoravano quando, addirittura, non si danneggiavano fra di loro.

 

Comunque circa sette/otto anni fa c’era un rapporto tra scuola di musica e banda per cui gli allievi che suonavano in banda avevano una riduzione delle quote mensili rispetto agli altri allievi della scuola di musica.

Questo era già un primo frutto delle continue mediazioni che erano state fatte tra le due istituzioni musicali. Io sono assessore dal 1992 e allora le due istituzioni musicale si snobbavano a vicenda creando una situazione decisamente incongrua in una realtà come Orvieto. Sono state fatti tutta una serie di tentativi per far arrivare ad avvicinare le due strutture e arrivare alla diminuzione della quota di iscrizioni per gli iscritti alla scuola di musica che facevano parte della banda, è sto uno dei primi traguardi raggiunti. Evoluzione di questa volontà di mettere insieme le due strutture consiliari è la costituzione di un'unica associazione. Un unica associazione secondo me doveva essere il dipartimento di cultura musicale di Orvieto. Le due associazioni insieme, avendo peso su Orvieto perché tra numero iscritti alla banda e numero di iscritti alla scuola di musica si copre tutta la città, avrebbero potuto, intanto, entrare nella organizzazione di eventi musicali, avrebbero potuto arrivare a garantire il servizio fin qui fatto con in corsi strumentali e didattici. Avrebbe potuto attivare una serie di iniziative di carattere editoriale, perché non fare uno studio di registrazione, i costi sono relativamente bassi quelli per dotarsene. Avrebbe potuto arrivare a fare della convenzioni con istituti di istruzione secondaria, il liceo musicale chi lo farà ad Orvieto se non l’associazione Mancinelli?. Esistono anche tanti territori che sono di frontiera: la musicoterapica, perché non trovare un sistema per inserirsi in un accordo preciso con la ASL, azienda ospedaliera, e associazione musicale. Avrebbe dovuto fare tutte queste cose l’Associazione Luigi Mancinelli, non ha fatto assolutamente questo, non so bene di chi è la responsabilità però è vero che all’interno dell’associazione tra organismi di presidenza e organismi di direzione non c’è stata nessuna chiarezza di reciprocità e di ruoli, e dunque sono arrivate le due sfere a contrastarsi tra di loro. Le attuali dimissioni del presidente, Massimo Ciotti, sono l’esito di questa incompatibilità reciproca, le responsabilità non sono soltanto del presidente. Per cui qualsiasi cosa si faccia e che ha come oggetto l’associazione Luigi Mancinelli deve, a mio avviso, ricostruire il quadro preciso di responsabilità che ci sono per questa situazione.

 

La scuola comunale di Orvieto conta oltre 250 iscritti ma quelli che partecipano alle classi di strumenti a fiato sono un numero esiguo rispetto alla massa che affolla le classi di violino e pianoforte. Inoltre gli alunni iscritti alle classi di strumenti a fiato per la maggioranza non sono di Orvieto. La scuola di musica nel momento in cui organizza eventi musicali è costretta a  chiamare musicisti che suonano, ad esempio trombone o corno, da fuori. Questo per la una scuola di musica che conta oltre 250 iscritti è un problema reale e serio da affrontare e probabilmente il lavoro del Direttore Artistico non a favorito il riequilibrarsi della situazione.

Se noi sgombriamo il fatto da false convinzioni che possono essere riassunte in una battuta, che gli Orvietani hanno poco fiato per suonare dentro gli strumenti a fiato. Devo dire che il fenomeno che lei ha ricostruito è il frutto di una politica didattica ben precisa. Perché un ragazzo sia messo in una classe o in un’altra c’e bisogno di qualcuno che orienti questo ragazzo, c’è bisogno di qualcuno che orienti le famiglie perché spesso sono i genitori che insistono per avere accesso alla classe di pianoforte perché pensano che sia uno strumento più completo rispetto ad altri strumenti. Ma l’orientamento è una funzione precisa di tutti gli istituti formativi, di tutti gli enti didattici. Le scuole fanno orientamento, le università fanno orientamento, si sta definendo presso tutti gli istituti la figura professionale dell’orientatore. Secondo me bisognerebbe vedere le modalità attraverso le quali si fa orientamento nella scuola di musica e gli obbiettivi che si hanno con questo orientamento. Che non può essere quello di salvaguardare gli interessi di qualcuno ma deve essere quello preciso di arrivare a diffondere in maniera capillare la cultura musicale in ogni strato sociale di Orvieto.

 

Pochi giorni fa il sindaco Cimicchi aveva dichiarato ad un’agenzia di stampa Svizzera che nella Caserma Piave verrà realizzata una università slow. Questo può coincidere con la parola fine per l’organizzazione di spettacoli e concerti nel cortile dell’ex Piave oppure verranno proposti ancora?

Non lo so. Io non tendo a mettere tutto quanto in relazione a ciò che dice il sindaco. In che tempi la Caserma Piave sarà sede di una università slow? Nel frattempo è possibile, è compatibile, organizzare lì dentro, nella piazza d’armi, altri eventi?. Qusto lo dovremo vedere su elementi di fatto, se dopodomani parte il cantiere è impossibile pensare di organizzarci eventi; se il cantiere partirà tra alcuni anni o interesserà una porzione di fabbricato dislocata allora si potrebbe fare. C’è un altro discorso però che è interno alle strategie organizzative di eventi musicali. Con la piazza d’armi noi abbiamo uno spazio in grado di contenere settemila persone. Orvieto si affaccia a quel tipo di eventi a cui finora era esclusa. È quel tipo di eventi che ad esempio mettono in gioco i palasport o gli auditorium, è quel tipo di eventi che soprattutto ha a che fare con i protagonisti della musica leggera. C’è una novità per Orvieto e come tutte le novità c’è bisogno di un periodo di rodaggio per quanto riguarda la struttura organizzativa . C’è bisogno di un periodo di lancio perché quel contenitore, quella zona, sia identificata dal pubblico come luogo dove avvengono cose di un certo rilievo; ora ciò che abbiamo fatto fin qui è stata più che altro una modalità di riappropriazione da parte di Orvieto e dei cittadini orvietani della Caserma Piave che è stata una porzione del territorio urbano destinata ad attività militare, quindi preclusa alla gran parte degli orvietani. Ciò che è stato fatto fin qui aveva la caratteristiche della festa, le caratteristiche del facciamo ingresso tutti insieme all’interno di una struttura per viverla in un contesto estivo che è molto particolare. Non era inserita nel contesto di quel piano per cui una struttura va rodata e collocata. Nel caso di concerti che muovono settemila persone parliamo anche di cache di una certa consistenza, parliamo di costi accessori adeguati a questi e ci esponiamo a grosse aleatorietà. Lavorando all’aperto e se ti si annulla il concerto tu rischi di dover pagare ugualmente gli artisti, le maestranze e non beneficiare dei ricavi. Per tutta questa serie di aspetti io credo che sia prematuro per poter dire di fare della Caserma Piave il Palasport di Orvieto oppure sospendiamo la sperimentazione. La mia idea è quella di fare ancora qualche esperienza compatibile con le destinazioni che verranno date a quella struttura.

 

A che punto sono i lavori per l’apertura della nuova biblioteca?

È stato aggiudicato l’ultimo appalto e noi a primavera del prossimo anno cominceremo ad organizzare il trasloco. Lo stralcio funzionale che consentirà il trasferimento della biblioteca dall’attuale sede al complesso architettonico di San Francesco, comincerà ad avvenire intorno alla primavera del prossimo anno. Per quanto riguarda il completamento dell’intervento sul San Francesco è stato fatta una richiesta di finanziamento sul patto per lo sviluppo che sarà in discussione in regione entro la fine dell’anno. Per quanto riguarda invece la funzionalità effettiva della biblioteca io penso che forse l’estate del prossimo anno la nuova biblioteca possa essere in funzione.

 

L’avvento politico di Giancarlo Parretti potrebbe coincidere ad Orvieto con un rilancio culturale legato alla cinematografia, in relazione con le esperienze internazionali del produttore. Crede che le amicizie importanti di Parretti nel mondo del cinema diano ad Orvieto una vetrina importante anche sotto l’aspetto culturale?

Di vip ce ne sono già troppi ad Orvieto, c’è bisogno di gente che lavora e che si impegni per la città. Orvieto attualmente è diventato qualcosa di molto complicato da capire ma dall’altra parte è diventata una cittadina medio piccola dove è più interessante vivere e dove è più interessante stare. Per mantenere questi livelli bisogna lavorare sodo senza fare sporadicamente comparse e convincere i cittadini con chiacchiere e fantasie. Bisogna impegnarsi a fondo per mantenere il tessuto culturale cittadino allo stesso livello che gli permetta di restare in possesso del ruolo che Orvieto ha in Italia e nel mondo.