cronaca

Una tragedia che distrugge il cuore, ciao Riccardo

mercoledì 9 maggio 2018
di G. An.
Una tragedia che distrugge il cuore, ciao Riccardo

Non a caso la pioggia. Non a caso un pianto struggente, devastante, un cielo asfissiante di tristezza. All’improvviso si oscura lo sguardo e si perde la cognizione; il rumore martellante della pioggia ti stordisce come il dolore, ti disorienta al punto da toglierti il respiro.

L’acqua rintocca sul ferro delle rotaie, sibila sfiorando i fili dell’alta tensione, si mescola alla terra e alla sabbia portando via i segni di una tragedia inspiegabile, disumana, straziante. I pochi operai, rimasti in quella maledetta fetta di terra tra due gallerie lungo i binari che solcano le campagne di Allerona, corrono a mettersi al riparo.

Il furgone grigio ha trasportato il povero Riccardo Cirilli verso l’Ospedale di Orvieto dove il rituale investigativo compirà gli ultimi atti prima di lasciare che quel ragazzo sorridente, di appena 26 anni e un giorno, torni verso il suo paese. Ventisei anni sono troppo pochi per morire, per lasciare la propria vita sparire nella terra smossa di un cantiere.

Riccardo era un ragazzo sempre sorridente, sapeva divertirsi, amava la genuina compagnia dei tanti amici che proprio un giorno prima del tragico destino, sulla pagina Facebook dove piangono la sua perdita, gli avevano scritto un lungo elenco gli auguri. Dal padre aveva ereditato la passione per i motori ma anche per un lavoro, difficile e complesso, di cui Riccardo andava fiero e non mancava di raccontare sul suo profilo. Un lavoro che oltretutto condivideva con la madre, anche lei dipendente della stessa ditta.

Tutto è svanito in un maledetto istante. Per Riccardo non c’è stato niente da fare. Da quella gola di terra, sassi, sabbia e ferro non tornerà più a casa, non riabbraccerà la sua famiglia, non ritroverà i suoi amici, non percorrerà la vie del suo paese a bordo della sua amata fuoriserie. Un altro figlio di Castel Giorgio che ha lasciato troppo presto questa terra. E come è successo purtroppo non meno di un anno fa, il cuore di un paese fatica ad accettare tragedie così imponenti, assurde e strazianti.

Intanto dopo qualche ora ha smesso di piovere. Nessuno fa caso all'acqua che evapora dopo la pioggia, quando fuori il mormorio si calma, perché in quell’acqua, oggi più che mai, ci sono le lacrime spese a piangere un dolore pungente. L'acqua evapora, torna nell'aria e torna nei nostri polmoni respirando il vento che ci investe in viso e le lacrime tornano dentro di noi come le cose che abbiamo perso. Riccardo è in quel vento, in quel vapore, in quel respiro e in quell’acqua che scivola via sul vetro. Riccardo è un’abbraccio per la sua famiglia che in questo momento ha bisogno di affetto e amore. Riccardo è negli occhi di chi guarda il cielo e non si stancherà mai di sognare la sua gioia.