cronaca

A proposito di periferie urbane e qualità della vita

venerdì 25 agosto 2017
di Ass.ne Val di Paglia Bene Comune
A proposito di periferie urbane e qualità della vita

Caro socio, gentile lettore,
alcuni abitanti di Orvieto scalo e alcuni nostri associati, visto che, ormai da un po’ di tempo, facciamo proposte di riqualificazione urbana e di animazione sociale, ci hanno chiesto di intervenire sulle polemiche relative alle cosiddette Passeggiate della Sicurezza realizzate dall’associazione “Orvieto non conforme”.

Non ripetiamo ciò che è stato detto, né vogliamo inserirci nella polemica: solo riflettere.
L’iniziativa, si dice, serve come contrasto della prostituzione, dello spaccio di sostanze e dei furti. C’è prostituzione in questa zona di Orvieto, ma avviene di giorno quando alcune ragazze, almeno in parte Rom, scendono dal treno e adescano in prossimità dei giardinetti. Si conosce anche l’utenza e le prestazioni. Per essere di contrasto o di deterrenza, l’iniziativa, allora dovrebbe cambiare orari, luoghi e obbiettivi. E riguardare anche, se non soprattutto l’utenza locale.
Ancora: lo spaccio di sostanze ad Orvieto c’è. Ma anche questo non avviene né sui percorsi né negli orari delle Passeggiate. Stessa considerazione va fatta per i furti che non hanno maggiore incidenza statistica qui rispetto ad altri quartieri della città.
Fatte queste semplicissime precisazioni e non entrando nel merito della liceità dell’iniziativa e della qualificazione dei suoi partecipanti perché meriterebbero un discorso a parte, l’iniziativa risulta pressoché ininfluente rispetto allo scopo dichiarato: è fuori luogo e fuori tempo. Oltre a ciò ignora, per esempio, che la zona ha un’alta concentrazione di sale da gioco: per la dipendenza che creano e per le frequentazioni che attraggono reale motivo di degrado sociale.

Sembra dunque che l’iniziativa manchi dell’essenziale conoscenza del caso e che risponda più a logiche di propaganda (le elezioni amministrative non sono ormai lontane) che a effettive pratiche di deterrenza mirata o, meglio sarebbe, di animazione sociale. Orvieto scalo e il Borgo sono usate come scena per l’allestimento di una rappresentazione in cui l’associazione “Orvieto non conforme” è il garante dell’ordine. Ma le paure e la sicurezza evocate sono prese da slogan prodotti altrove, non sono quelle realmente percepite e vissute dagli abitanti del luogo.
Effetto indiretto e negativo di ciò è la riproposizione dello stereotipo di Orvieto scalo e del Borgo come zona degradata: a danno delle persone che ci vengono come utenti dei molteplici servizi, pubblici e privati che la zona offre; e soprattutto a danno di quanti ci abitano e delle imprese commerciali, artigianali e professionali che hanno qui la loro sede. Questi ultimi si sono dati da fare per riprendersi dall’alluvione e da precedenti stigmatizzazioni, pesanti almeno quanto quella, e faticosamente si stanno associando per intervenire propositivamente sull’arredo urbano, sull’organizzazione dei servizi, sulla progettazione partecipata della riqualificazione urbanistica. Qualche risultato comincia a vedersi.
Altro effetto indiretto e negativo dell’iniziativa è la bislacca riduzione di una questione sociale complessa come quella che chiamiamo “qualità della vita” ad un fatto di ordine pubblico, per il quale, sono competenti le forze pubbliche dell’ordine.

Per dare il giusto contesto ambientale al miglioramento della qualità della vita nelle zone periferiche di Orvieto, associazioni, categorie artigianali e commerciali, singoli cittadini stanno dando vita ad un percorso di progettazione partecipata che riesca ad influenzare i decisori politici e i tecnici. Riguardo scelte fondamentali, come, solo per fare qualche esempio e restando stretti sui luoghi dell’iniziativa: il recupero del centro sociale e dello spazio verde annesso; l’individuazione di percorsi ciclo pedonali che rendano possibile anche ai diversamente abili di muoversi senza ostacoli sulla propria strada; la riqualificazione dell’ex scalo merci; la riqualificazione fruitiva degli argini sul Paglia per la mitigazione del rischio; la realizzazione del parco del Paglia come riconnessione delle parti moderne della citta tra loro e con il centro storico.

L’impegno che si sta profondendo, da parte di tanti, per accrescere la dignità di un quartiere, di chi lo abita e di chi lo frequenta, merita rispetto e considerazione. In chiusura ci consentiamo una battuta: “l’impegno necessario ad intervenire sulla qualità della vita è tanto e quotidiano: non è una passeggiata”.

 

Nota di: Associazione Val di Paglia Bene Comune

 


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