cronaca

Corpus Domini, in archivio tra luci e ombre l'edizione 2017

lunedì 19 giugno 2017
Corpus Domini, in archivio tra luci e ombre l'edizione 2017

Con il sole di un giugno inoltrato che illumina una città vestita a festa e la pioggia acida di critiche e polemiche - interne alle singole realtà, ma anche tra associazioni chiamate a collaborare - che mai come quest'anno sembrano aver accompagnato l'intera durata dei festeggiamenti. Così Orvieto ha mandato in archivio domenica 18 giugno, l'edizione 2017 del Corpus Domini. Un'edizione che, anche stavolta, ha visto in marcia per onorare il Corporale praticamente l'intera città.

A presiedere le celebrazioni, accanto al vescovo Benedetto Tuzia, è stato il cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, e poi le principali autorità civili e militari del territorio che nel pomeriggio hanno presenziato anche gli appuntamenti di Bolsena, a sottolineare un legame antico con la città del Miracolo Eucaristico, per apprezzare la tradizionale infiorata.

Tanti, orvietani e turisti anche se in più di un punto del percorso si è avuta l'impressione di una minore affluenza, dovuta forse anche a una giornata che tutti presagivano particolarmente calda, come poi in fondo non si è rivelata. Ma, è bene ricordarlo, anche al numero massimo di persone che la direttiva prevedeva per evitare assembramenti.

Sul fronte logistico, complessivamente, sembra aver funzionato la macchina organizzativa che ha richiesto a forze dell’ordine, polizia municipale, protezione civile e associazioni una serie di adeguamenti messi in atto con la direttiva Gabrielli, tra cui misure di sicurezza straordinarie e modifiche alla viabilità.

Bene, rispetto ad altre edizioni, anche il coordinamento tra il corteo storico, la processione religiosa e quella civile. Ha fatto storcere più di un naso, invece, la "decimazione" del corteo dei popolani - presenti con un'esigua rappresentanza nella sfilata e con una coreografia sul sagrato della chiesa di Sant'Andrea - e l'assenza dei bambini. Le critiche non hanno risparmiato nemmeno il loro abbigliamento giudicato troppo moderno e quindi anacronistico. Risultato, dal prossimo anno chi vorrà sfilare potrà farlo solo se "convocato" dall'organizzazione. Per quanto riguarda il corteo storico, invece, da registrare non pochi malumori anche per la variazione nell'ordine di uscita delle rappresentanze dei quartieri, storicamente determinato da quello di arrivo della staffetta. 

Dopo tre anni, il rinnovato comitato di gestione ha scelto poi di non riproporre in piazza della Repubblica la variante dell'omaggio del capitano del popolo al podestà con le bandiere delle terre assoggettate schierate sul balcone del municipio. Aumentati, invece, secondo quanto annunciato dall'associazione "Lea Pacini" i costumi resi tracciabili dall'App realizzata da Vetrya con la funzione radar e apprezzato l'annullo filatelico realizzato da Poste Italiane.

Notevole, l'inedito colpo d'occhio regalato da tutti i figuranti allineati all'ombra del Duomo, in attesa di entrare all'interno della cattedrale. L'immancabile caccia all'errore che fa cronaca della compostezza o meno dei figuranti appare francamente anacronistica per una sfilata che, seppure solenne, punta ad essere anche umana rispetto alla parata.

"Il Corteo Storico di Orvieto - ha postato su Facebook l'Associazione Lea Pacini, al termine della giornata - ringrazia con sentita gratitudine e affetto tutti coloro che hanno reso possibile la riuscita dalla sfilata prendendovi parte come figuranti o garantendo supporto e attenzione come pubblico! Un ringraziamento speciale al magistrale lavoro svolto dalle sarte per la cura e la custodia dei nostri splendidi costumi. Al prossimo anno!".

Applausi, infine, sul sagrato del Duomo anche per il tradizionale concerto solidale promosso dall’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Luogotenenza per l’Italia centrale appenninica, Sezione Umbria, affidato quest'anno alla banda musicale dell'Esercito, che ha chiuso un lungo weekend in cui la città ha dimostrato ancora una volta la sua natura, fatta di luce e di ombre. A chi ha a cuore la città, il compito di stabilre se più una o le altre.