cronaca

Associazione genitori in campo contro droga e bullismo

martedì 28 marzo 2017
Associazione genitori in campo contro droga e bullismo

All'indomani dell'Operazione Albornoz, condotta dai carabinieri di Orvieto che ha permesso di rilevare tra settembre 2016 e febbraio 2017 oltre 600 episodi di spaccio, legati soprattutto al mondo delle scuole superiori, si è svolta lunedì 27 marzo l'udienza preliminare che ha chiamato di fronte al giudice i cinque ragazzi, tra i 18 e i 23 anni, residenti tra Orvieto e Montefiascone, finiti agli arresti domiciliari. Obbligo di dimora per un 37enne di nazionalità nigeriana residente a Perugia. Al vaglio della procura minorile, la posizione di quattro orvietani che non hanno ancora compiuto 18 anni.

A destare allerta, stavolta più che mai, è l'età media degli assuntori. Addirittura, in qualche caso 13enni. Giovanissimi che si aggiungono ai tanti giovani che negli ultimi anni hanno avuto a che fare a vario titolo con le sostanze stupefacenti. Sì, perchè sulla Rupe il fenomeno arriva da lontano. Prima ancora di questa operazione antidroga, quella più eclatante fu, nel 2002, la Chaos, che coinvolse 22 giovani, molti dei quali orvietani, tra i 20 e i 27 anni. Nel 2010, arrivarono poi la Ghostbuster e la Ombre. Nel 2011, la Fiesta. Prima ancora, una raffica di arresti e denunce per spaccio di stupefacenti. Dopo, la Joint 2013.

Su questa escalation si confronterà tra qualche settimana anche l'Osservatorio permanente sul fenomeno delle dipendenze della zona sociale 12, l'organismo composto dai rappresentanti dei Comuni dell'Orvietano, del Sert, delle scuole superiori, delle forze dell’ordine, dell’amministrazione della giustizia e penitenziaria e del terzo settore, che tornerà a riunirsi lunedì 10 aprile.

L'amministrazione comunale ha stabilito contatti con la Procura per estendere l’attività. “Il lavoro per cercare di affrontare il disagio giovanile – riferisce, la vicesindaco Cristina Croce – è partito da parecchio tempo. Insieme all'ufficio di cittadinanza e all'ufficio dei servizi educativi, si sta lavorando per capire, con l'Osservatorio, la reale portata di questi fenomeni, non solo droga ma anche cyber-bullismo, uso della rete e le varie forme di devianza. C'è la volontà di creare una rete con tutti i rappresentanti di istituto, famiglie, operatori istituzioni. La parte più difficile è il coinvolgimento delle famiglie. Cercheremo di fare delle azioni di sensibilizzazione rivolte a loro e stiamo cercando di far venire ad Orvieto specialisti sulle nuove derive”.

"I ragazzi – spiega Francesca Spadaccia, pedagogista che da tempo porta avanti progetti nelle scuole di Orvieto, dove sono presenti sportelli di ascolto – spesso cercano nelle sostanze un sostegno per la loro fragilità. Grazie ai loro effetti superano paura, angoscia, stati di tensione, colmano i vuoti lasciati da relazioni educative prive di rispecchiamento emotivo e contenimento delle pulsioni. La mancanza di risposte adeguate ai bisogni profondi del bambino e dell’ adolescente fa percepire le proprie emozioni come mostri sconosciuti da cui difendersi. Esse sono vissute come sensazioni spaventose da controllare, nascondere e allontanare anche con l’ uso di sostanze che agiscono come un filtro magico capace di regolare stati d’ animo altrimenti ingestibili. Dal punto di vista educativo mai come adesso, nella famiglia e nella scuola, è importante creare relazioni basate sulla sintonizzazione emotiva che, non dimentichiamo, deve essere sempre accompagnata da quelle regole che aiutano a costruire la capacità di affrontare le difficoltà della crescita".

Anche l'Associazione genitori Orvieto, infine, è al lavoro sul fronte della prevenzione verso i giovani, ma anche con il sostegno alle famiglie. "A breve – anticipa la presidente Monia Pieroni – contiamo di poter organizzare un incontro con una neuropsichiatra infantile. Sul territorio, sono tanti i fenomeni radicati. Oltre a quello delle dipendenze, c'è molto da lavorare anche per il contrasto al bullismo”.