cronaca

Portano paziente a cena prima dell’operazione, muore dopo 13 giorni. Coinvolto medico orvietano

lunedì 16 gennaio 2017
Portano paziente a cena prima dell’operazione, muore dopo 13 giorni. Coinvolto medico orvietano

La brutta storia di malasanità che sta indignando l’Italia non manca di coinvolgere la Rupe per le origini di uno dei medici coinvolti nella vicenda legata alla morte dell’architetto viterbese, Gino Pucciarelli.

L’uomo morì, 49 professionista molto noto nel Viterbese, nel luglio 2015 presso la clinica neurologica del Santa Maria della Misericordia di Perugia, in seguito a gravi complicanze insorte dopo essere stato operato, pochi giorni prima all’interno della stessa struttura ospedaliera, alle tonsille e ai tessuti molli del palato.

Un intervento chirurgico ritenuto “di routine”, sebbene delicato, a cui l’architetto viterbese aveva deciso di sottoporsi per risolvere una fastidiosissima apnea notturna. Si era rivolto al Santa Maria della Misericordia per l’amicizia che lo legava all’equipe medica.

Alcuni giorni prima dell’operazione, però, succede l’impensabile. Stando a quanto riportato nei fascicoli dell’inchiesta e divulgato dal legale dell’architetto, l’avvocato Luca Mecarini del foro di Viterbo, per Pucciarelli viene organizzata una cena a base di carbonara a casa della dottoressa sua amica, ovvero: Maria Cristina Cristi, il medico viterbese indagata per omicidio colposo insieme ad altri quattro medici del Silvestrini di Perugia.

Pucciarelli sarebbe stato fatto uscire una prima volta per andare al supermercato a fare la spesa e la seconda volta per recarsi a casa della dottoressa dove si è svolta la cena. Il tutto documentato da immagini e commenti in una chat su whatsapp denominata “rapimento Gino”, finite nel fascicolo della Procura della Repubblica di Perugia grazie alle indagini difensive svolte dall’avvocato mecarini che assiste la famiglia del paziente.

Adesso per 5 medici coinvolti nella vicenda, compreso il primario della clinica otorinolaringoiatrica del Silvestrini, il professor Giampietro Ricci, il pm Gemma Miliani ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio colposo, ossia, come è scritto negli atti, perché “per colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia, e nella violazione della leges artis, cagionavano la morte di Gino Pucciarelli (nato il 17.6.1966), il quale il 3.7.2015 veniva sottoposto ad intervento chirurgico di turbino-settoplastica, tonsillectomia e uvuloplastica. Dopo dimissione del 4.7.2015, veniva nuovamente ricoverato in data 11.7.2015 per revisione della ferita e controllo dell’emorragia. Decedeva in data 16.7.2015 per arresto cardiorespiratorio acuto da shock emorragico con inalazione di sangue nelle vie aeree”.

Gli altri professionisti coinvolti nell’inchiesta ai quali la Procura della Repubblica di Perugia avrebbe notificato l’avviso di conclusione indagini sono: l’otorino Paolo Pettirossi, il chirurgo Luigi Giuseppe Gallucci e l’anestesista Carla Monacelli.

I familiari della vittima, assistiti dall’avvocato Luca Mecarini, hanno chiesto un risarcimento di 1,1 milioni di euro e provvedimenti disciplinari per i medici coinvolti: “Non si possono chiudere gli occhi di fronte all’evidenza di comportamenti illogici e irresponsabili”. Secondo quanto si apprende dall’ufficio stampa del nosocomio perugino la Commissione disciplinare dell’ospedale “si è insediata da un mese e sta valutando i comportamenti degli indagati in relazione al regolamento interno”.