cronaca

Centrale a biomasse, il Tar respinge il ricorso dell’azienda

sabato 9 aprile 2016
di G. An. - @direorvietonews
Centrale a biomasse, il Tar respinge il ricorso dell’azienda

La Centrale a Biomasse di Fabro non si farà, il Tribunale amministrativo dell’Umbria respinge il ricorso dell’azienda Terra Rossa dando ragione al Comune. “Il TAR ci ha dato ragione. La centrale a biomasse non si farà. Game over”, scrive soddisfatto il sindaco di Fabro, Maurizio Terzino, sul suo profilo Facebook.

Ed è decisamente una vittoria importante quella ottenuta dal Comune sull’azienda che aveva presentato il progetto e che, nei fatti, apre un precedente anche sull’eventuale destino dell’altro contestato progetto della realizzazione di una centrale a biomasse a Castel Viscardo. 


Due “centrali” che hanno seguito quasi un binario parallelo: quello della progettazione, della contestazione e della contrarietà dei cittadini e dei comuni. Per Fabro il futuro è ben diverso e soprattutto la sentenza, pubblicata sul sito internet del Tar dell’Umbria e qui consultabile, mette in evidenza dei passaggi chiave che vanno nella direzione della tutela della scelta fatta dall’amministrazione.

Nella sentenza numero 333 del 2016, il presidente Stefano Fantini, insieme ai magistrati Massimo Santini e Paolo Amovilli, scrivono testualmente che: “Nel caso di specie, pertanto, se l’intenzione è a ben vedere quella di limitare la funzionalità dell’impianto (alla sola produzione di energia elettrica) occorrerebbe di conseguenza mettere la PA nelle condizioni di giudicare il diverso impatto e, in particolare, i diversi costi e benefici che ne scaturirebbero, nella direzione sopra indicata, dalla differente impostazione progettuale. Valutazione, questa, che necessariamente deve scontare la previa eliminazione del titolo che nel frattempo si era formato su ben altri presupposti”.

Aggiungendo che “In termini più concreti: se l’amministrazione si era erroneamente convinta che si trattasse di impianto di cogenerazione, con tutti i suoi annessi vantaggi, una volta accortasi che si discuta in realtà di ben altro impianto (ossia di sola produzione di energia elettrica) e che dunque tali benefici sono in realtà insussistenti (o sussistono ma in misura ridotta), deve essere accordata all’amministrazione medesima la possibilità di apprezzare nuovamente la situazione nella sua effettiva consistenza. E tanto potrà avvenire soltanto attraverso la rimozione dell’atto sul quale si era fondata l’originaria erronea convinzione”.

Era l’aprile del 2015, esattamente un anno fa, quando dopo incontri pubblici, polemiche, proteste e accesi dibattiti, il sindaco Maurizio Terzino decise di revocare la Procedura Abilitativa Semplificata esprimendo palesemente la contrarietà alla realizzazione della centrale come chiedevano i comitati e cittadini. A distanza di dodici mesi, e in seguito al ricorso al Tar della società che aveva presentato il progetto, arriva la sentenza che respinge le istanze dell’azienda comunque, pare, intenzionata a impugnare anche questo provvedimento.

Il sindaco Terzino: "La sentenza ribadisce la buona fede dell'amministrazione"