cronaca

Il Vescovo Tuzia promuove la Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Padre Chiti

martedì 21 aprile 2015
Il Vescovo Tuzia promuove la Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Padre Chiti

Un decisione attesa e accolta con grande entusiasmo dai tanti fedeli e devoti del frate-soldato Gianfranco Maria Chiti. Il saio rattoppato, e la lunga barba bianca di quell’uomo che chiusa la carriera militare scelse la vita quasi solitaria del convento sono ancora nel cuore di tanti orvietani e non solo.

In molti nelle loro preghiere si affidano al Servo di Dio Fra Gianfranco Maria Chiti. Lo venerano e sperano in una sua intercessione, sperano nel suo conforto come sapeva fare quando nel Convento di San Crispino riceveva le tante persone che ogni giorno cercavano in lui risposte e sostegno.

“Sono giunto alla determinazione di promuovere la Causa di beatificazione e canonizzazione del servo di Dio Fra Gianfranco Maria Chiti” scrive il vescovo della diocesi di Orvieto - Todi Monsignor Benedetto Tuzia nell’editto proclamato il 13 aprile scorso.

“Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini - continua il Vescovo Tuzia -, nato a Gignese (VB) il 6 maggio 1921 e morto a Roma ne1l’Ospedale Militare “del Celio” il 20 novembre 2004 in fama di santità. A questo scopo il Postulatore, legittimamente deputato, ha rivolto a me, a norma del Diritto, la formale richiesta di iniziare l’Inchiesta diocesana sulla vita, virtù e fama di santità del predetto Servo di Dio”.

“Avuto il consenso della Conferenza Episcopale - prosegue l’editto -, espresso nella Sessione del 15 aprile 2013 Prot. N. 017/13, il consenso di Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Agostino Vallini, Vicario di Sua Santità per la Diocesi di Roma a istruire il Processo presso questa Diocesi in data 5 novembre 2013 Prot. N. 428/20/S, ritengo opportuno, per la gloria di Dio, che è mirabile nei suoi Santi, di accogliere tale richiesta e di procedere in conformità alla Costituzione Apostolica Divinus Perfectionis Magister del 25 gennaio 1983 e delle rispettive Normae servandae emanate dalla Congregazione per le Cause dei Santi il 17 febbraio 1983”.
Pertanto

Le disposizioni di Monsignor Benedetto Tuzia prevedono che: “Quanti sono a conoscenza del Servo di Dio e conservano significativi ricordi e documenti utili alla Causa, ne diano relazione alla Nostra Curia Vescovile, indicandone le fonti della propria conoscenza e apponendo alla stessa relazione la firma, la data e il proprio indirizzo. Chi ritiene di conoscere qualcosa che sembri contraria alla fama di santità del servo di Dio, è tenuto ugualmente a notificarla”.

Inoltre si chiede che “Tutti coloro che sono in possesso di Scritti di qualsiasi genere sono invitati a consegnarli quanto prima alla medesima Curia Vescovile, in originale o in fotocopia, debitamente autenticata dal nostro Cancelliere o dal proprio Parroco”.

L’editto, per stessa disposizione del vescovo sarà “portata a conoscenza del clero, dei religiosi e venga aflissa alle porte delle parrocchie della nostra Diocesi”.