Ben 250 reperti ritrovati a Orvieto sono il cuore del nuovo museo archeologico di Napoli

La Rupe involontaria protagonista della nuova esposizione etrusca che da pochi giorni è stata aperta presso le sale dell’Istituto Denza di Posillipo. Il museo, che è stato chiamato Museo Archeologico Etrusco “De Feis”, è stato allestito a cura dalla archeologa dottoressa Fiorenza Grasso, raccoglie ben 250 reperti etruschi provenienti proprio da Orvieto.
Come spiegano dal sito NapolidaVivere: “Le antichità etrusche esposte sono di proprietà dei Padri Barnabiti e provengono dalla collezione di Padre De Feis raccolte nella seconda metà dell’800: vengono esposti al pubblico dopo un lungo periodo di conservazione e con la volontà dei Padri Barnabiti di Napoli di far fruire alla città di questi preziosi beni”.
L’esposizione - continua l’articolo di NapolidaVivere - contiene oltre ottocento reperti che appartengono al periodo collocabile tra l’età del bronzo e l’epoca imperiale, reperti che nel 2003 sono stati dichiarati di “eccezionale interesse archeologico e storico-artistico” dalla Sovrintendenza per i Beni e le Attività Culturali della Regione Toscana. I reperti furono raccolti dal padre barnabita Leopoldo De Feis tra il 1869 e il 1882 con la volontà di dotare il collegio fiorentino barnabita “Alla Querce” di un museo didattico dedicato a questa antica popolazione. Purtroppo per mancanza di fondi il collegio fu chiuso nel 2003 e la collezione fu conservata nei depositi della sede barnabita di Firenze. Nel 2014 con il trasferimento a Napoli del Padre provinciale dei Barnabiti si è iniziato a valorizzare questo enorme patrimonio per renderlo di nuovo disponibile a tutti.
La collezione esposta al Densa, e curata dalla Grasso, comprende circa 800 pezzi di cui 250 reperti provenienti dalla zona di Orvieto come coppe, brocche con pregiati mascheroni decorativi con cinghiali e cavalli alati nei tipici colori nero lucente. La raccolta è stata anche arricchita di 47 ulteriori pregiate ceramiche rosse risalenti al quarto secolo avanti Cristo di origini campane e precisamente della zona di Montesarchio, importate presidio sannite di epoca preromana e provenienti dalla collezione D’Avalos.
Fonte: NapolidaVivere

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