Sequestrate dai Carabinieri del NAS sette case di riposo a Castel Giorgio

Ospitavano tutte anziani non autosufficienti nonostante le diffide inviate ai titolari delle case di riposo da parte della Regione Umbria e del Comune di Castel Giorgio, diffide emesse sulla base delle segnalazioni dei militari del Nucleo Antisofisticazioni dei Carabinieri cominciate già dal 2006.
Nella mattinata di sabato 27 febbraio, ben sette case di riposo sono state messe sotto sequestro nel comune del comprensorio orvietano, dai carabinieri del NAS di Perugia guidato dal Capitano Marco Vetrulli. Il provvedimento è stato emesso dal G.I.P. dott. Gianluca Forlani, su richiesta del sostituto procuratore dott. Flaminio Monteleone proprio per tentare di dare un concreto "giro di vite" ai reiterati ingressi di anziani non autosufficienti in strutture non autorizzate per questo tipo di degenza. Le case di riposo finite al centro della vicenda sono infatti residenze dedicate, e autorizzate da regolare licenza dal Comune di Castel Giorgio, esclusivamente ad anziani autosufficienti.
Nonostante i numerosi controlli dei Carabinieri, sia da parte dei NAS che da parte della locale compagnia, abbiano più volte evidenziato questa situazione, nonostante le diffide, fin dal 2006, le strutture hanno continuato, nel tempo, ad ospitare anziani non autosufficienti. Su circa 130 ospiti complessivi, sono una settantina ora gli anziani a cui sarà trovata, al più presto, una nuova residenza, in regola con i requisiti di legge. Una residenza di questo tipo deve infatti rispondere a precise norme che prevedono la presenza di un direttore sanitario, di personale medico ed infermieristico specializzato. Nelle strutture sequestrate a Castel Giorgio, dove comunque gli anziani sono ben accuditi e non vi sono problemi di sorta per quanto riguarda la pulizia o il comportamento degli operatori nei riguardi degli ospiti, lavorano sei o sette persone per struttura.
Il sequestro di quest'oggi obbliga ora le strutture, ogni qual volta sono accolti nuovi ospiti, a sottoporli ad una visita della ASL di competenza che verifica i requisiti di autosufficienza e autorizza l'ingresso nella casa di riposo. Gli anziani che attualmente sono ospitati nelle strutture oggetto dell'ordinanza di sequestro non subiranno alcun disagio in quanto tutte le case continueranno ad assicurare i servizi agli ospiti, mentre per tutti coloro che non essendo autosufficienti non possono restare in queste strutture, sarà la Regione Umbria a farsi carico dell'onere di trovare per loro una adeguata collocazione presso centri in regola con le normative relative.
Ai titolari delle case di riposo interessati dal sequestro odierno sono stati contestati la violazione dell'art. 650 del Codice Penale in materia di inosservanza dei provvedimenti dell'autorità e la violazione dell'art 193 del Testo unico delle leggi sanitarie che stabilisce la tipologia delle strutture sanitarie che necessariamente devono essere autorizzate per poter esercitare la corrispondente attività sanitaria. Le operazioni di verifica e controllo di tutte le situazioni sanitarie dei circa settanta anziani a cui ora dovrà essere trovata una nuova residenza protetta sono ancora al vaglio degli inquirenti, certo è che il problema delle lungodegenze, specie nei casi di non autosufficienza, resta molto sentito nell'Orvietano dove si può arrivare a sborsare rette mensili di 1000/1500 euro per un posto in strutture molto spesso in grande sofferenza.

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