cronaca

È il Tenente Renato Nava il nuovo Comandante della Guardia di Finanza: efficienza e comunicazione

giovedì 22 dicembre 2005
di Laura Ricci
Cambio di vertici alla Tenenza della Guardia di Finanza di Orvieto.
È il Tenente Renato Nava il nuovo Comandante, insediatosi ufficialmente nella giornata di oggi, giovedì 22 dicembre, in sostituzione del Tenente Aniello De Vita, che lascia Orvieto per proseguire la sua esperienza e la sua carriera a Firenze.
Poco più che quarantenne, cordiale, comunicativo, il Tenente Nava, laureato in Scienze economiche e manageriali, proviene dal ruolo Ispettori e da una lunga e variegata carriera svolta a Roma, che gli permette un vasto raggio di competenze in tutti i settori nei quali la Guardia di Finanza è chiamata ad operare.
Ha trascorso 5 anni nel comparto "Terrorismo e pronto impiego", 10 anni alla sezione "Verifiche", ex Seconda Compagnia, oggi Primo Gruppo; ha quindi svolto una delicata missione per un’importante indagine riguardante il doping amministrativo sul calcio di serie B e, rientrato al Comando Provinciale di Roma, si è occupato per vari anni dei rapporti con la stampa.

Proprio a partire da questa esperienza, svolta come le altre con passione e professionalità, ama definirsi “metà finanziere e metà giornalista”, ben consapevole dell’importanza della comunicazione e anche del suo stile, che non ama impersonale e asettico, ma ben organizzato e condito con quelle che, per rendere la comunicazione chiara, leggibile e appetibile sono le regole base: chi ha fatto che, come, con quali mezzi, seguendo quali piste, per quali più o meno avvincenti vie e con quali risultati. Per personale convinzione – “meglio dare bene la notizia che trovarsela bucata” - e del tutto in linea con il processo innovativo che, a questo proposito, è stato voluto da alcuni anni dal Comandante Generale Roberto Speciale, con l’istituzione di un’Ufficio Stampa centrale e la nomina di un portavoce nella persona del Generale Toschi.

Tra gli obiettivi di questa cura indubbiamente intelligente e moderna dell’informazione, quello di sfatare il falso mito del finanziere "castigatore", di informare sui nuovi e delicati compiti della Guardia di Finanza, di instaurare collaborazione con la Stampa, “perché – afferma il Tenente Nava – quando siamo alla fine di un’operazione ancora non abbiamo concluso, il passo finale è comunicarla, per informare ma anche per procurarci la visibilità che con il nostro lavoro meritiamo."
Ci tiene, infatti, il Tenente Nava a sottolineare il nuovo ruolo che da qualche anno la Guardia di Finanza ricopre, non più solo Polizia Tributaria, ma Polizia Economico-finanziaria a tutela dello Stato e della Comunità Europea, con il compito di contrastare l’evasione e l’elusione fiscali e di controllare i bilanci sia rispetto alle entrate che alle uscite. Un ruolo di alta valenza sociale, dato che tutti ben sappiamo, specie in questa epoca di ridimensionamento dei bilanci pubblici, a quanti servizi e a quante pubbliche esigenze potrebbe sopperire una corretta coscienza fiscale dei cittadini.
“Proprio perché ha questi delicati e non facili compiti – afferma il Tenente Nava – il finanziere è qualcuno che studia e si aggiorna continuamente e ha un lavoro professionalmente molto impegnativo."

Nel prendere il comando della Tenenza di Orvieto il Tenente Renato Nava ha dichiarato di aver molto apprezzato il lavoro svolto dal suo predecessore, importante e proficuo su tutti i fronti, specie nell’aver stroncato praticamente sul nascere un fenomeno socialmente pericoloso come l’usura; e di ritenersi molto soddisfatto del clima di efficienza e di serena condivisione nel quale si lavora nella Caserma di Orvieto, in cui da poco tempo, per essere sempre più presenti sul territorio, è stato istituito anche il nucleo mobile.
Ferma e manifesta anche la sua volontà di collaborazione con i cittadini, nel desiderio che si instauri una nuova mentalità, che veda nella Finanza non qualcuno istituito per “punire” ma piuttosto per “tutelare”; e nella speranza che, con questa nuova mentalità, nell’interesse della collettività i cittadini arrivino, fiduciosamente, a collaborare e segnalare. “Senza arrivare alla delazione – afferma – non c’è bisogno, con i mezzi moderni, internet, le banche dati, oggi le indagini si fanno con poche indicazioni e dalla scrivania. Insomma, ci siamo anche e soprattutto quando non ci vedete”.

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