cronaca
Sconcertanti novità nell’omicidio di Allerona. Dopo l’autopsia si fa avanti l’ipotesi del delitto intenzionale
domenica 30 ottobre 2005
Novità sconcertanti nelle indagini in corso per appurare la causa dell’omicidio di Sauro Mencarelli, il 44 enne elettrauto di Allerona rimasto tragicamente vittima, venerdì verso le otto del mattino, di un colpo di arma da fuoco in un luogo appartato nei pressi di Acqualoreto, mentre, dopo aver avuto un rapporto con una prostituta, si stava ricomponendo all’esterno della sua auto, una Punto azzurro scuro. Mentre la donna era ancora nell’auto, l’uomo, colpito alla testa, si è accasciato al suolo e lei, spaventatissima, è fuggita dando poco dopo l’allarme.
Alle prime ipotesi degli inquirenti - i carabinieri di Orvieto e quelli del comando provinciale di Terni, coordinati dal procuratore della Repubblica di Orvieto Calogero Ferrotti – che pur non escludendo l’omicidio intenzionale stanno valutavano la possibilità che l'uomo fosse stato ucciso per errore da un colpo di fucile sparato da un bracconiere, è succeduta invece, più credibilmente, proprio quella dell’omicidio volontario.
A mutare la direzione delle indagini l’autopsia sul corpo del cadavere effettuata ieri mattina: oltre alla morte istantanea, infatti, l’autopsia avrebbe messo in evidenza che il colpo potrebbe essere partito non da una carabina ma piuttosto da un’arma più leggera, forse una pistola, da una distanza più ravvicinata e non dalla parte della boscaglia. All’ipotesi del bracconiere inconsapevole succede dunque quella dell’agguato o del regolamento dei conti.
Tutt’altro che facili le indagini per gli inquirenti, dato che si tratta di scavare nella vita di un uomo che tutti descrivono come poco socievole ed estremamente tranquillo e schivo, almeno apparentemente.
Sauro Mencarelli era celibe e viveva con i genitori; non aveva, in paese, amicizie particolari e non partecipava alla vita sociale. Difficoltoso, dunque, ricostruire la sua vita privata e i suoi movimenti. Quello che al momento emerge è che la prostituta con cui si è incontrato nella tragica mattina di venerdì – una trentenne bosniaca con regolare permesso di soggiorno, residente a Marsciano dove è coniugata con un 64enne del luogo – non era un rapporto occasionale del momento, ma una relazione che l’uomo intratteneva, sulla Todi-Baschi, con una certa regolarità; forse, di quella donna, Sauro Mencarelli si stava innamorando.
Possibile, dunque, anche il delitto passionale, che tuttavia tenderebbe ad escludere il marito della donna, che ha fornito un irreprensibile alibi. Possibile, anche, qualche regolamento di conti più misterioso e oscuro legato al mondo della prostituzione, che gli inquirenti stanno cercando di ricostruire con interrogatori legati a quel giro e indagando nell’archivio telefonico di Sauro Mencarelli.
Al momento comunque, i numerosi interrogatori condotti – sia con la donna bosniaca, che con una sua amica di lavoro, con altre colleghe, con i genitori del Mencarelli e con altri suoi concittadini – e sui quali è mantenuto il più stretto riserbo, non hanno fatto emergere nulla di particolarmente illuminante.
Alle prime ipotesi degli inquirenti - i carabinieri di Orvieto e quelli del comando provinciale di Terni, coordinati dal procuratore della Repubblica di Orvieto Calogero Ferrotti – che pur non escludendo l’omicidio intenzionale stanno valutavano la possibilità che l'uomo fosse stato ucciso per errore da un colpo di fucile sparato da un bracconiere, è succeduta invece, più credibilmente, proprio quella dell’omicidio volontario.
A mutare la direzione delle indagini l’autopsia sul corpo del cadavere effettuata ieri mattina: oltre alla morte istantanea, infatti, l’autopsia avrebbe messo in evidenza che il colpo potrebbe essere partito non da una carabina ma piuttosto da un’arma più leggera, forse una pistola, da una distanza più ravvicinata e non dalla parte della boscaglia. All’ipotesi del bracconiere inconsapevole succede dunque quella dell’agguato o del regolamento dei conti.
Tutt’altro che facili le indagini per gli inquirenti, dato che si tratta di scavare nella vita di un uomo che tutti descrivono come poco socievole ed estremamente tranquillo e schivo, almeno apparentemente.
Sauro Mencarelli era celibe e viveva con i genitori; non aveva, in paese, amicizie particolari e non partecipava alla vita sociale. Difficoltoso, dunque, ricostruire la sua vita privata e i suoi movimenti. Quello che al momento emerge è che la prostituta con cui si è incontrato nella tragica mattina di venerdì – una trentenne bosniaca con regolare permesso di soggiorno, residente a Marsciano dove è coniugata con un 64enne del luogo – non era un rapporto occasionale del momento, ma una relazione che l’uomo intratteneva, sulla Todi-Baschi, con una certa regolarità; forse, di quella donna, Sauro Mencarelli si stava innamorando.
Possibile, dunque, anche il delitto passionale, che tuttavia tenderebbe ad escludere il marito della donna, che ha fornito un irreprensibile alibi. Possibile, anche, qualche regolamento di conti più misterioso e oscuro legato al mondo della prostituzione, che gli inquirenti stanno cercando di ricostruire con interrogatori legati a quel giro e indagando nell’archivio telefonico di Sauro Mencarelli.
Al momento comunque, i numerosi interrogatori condotti – sia con la donna bosniaca, che con una sua amica di lavoro, con altre colleghe, con i genitori del Mencarelli e con altri suoi concittadini – e sui quali è mantenuto il più stretto riserbo, non hanno fatto emergere nulla di particolarmente illuminante.

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