cronaca

E la festa continua...Primo bilancio di Orvieto Music Festival

martedì 23 agosto 2005
di Laura Ricci
Orvieto Music Festival è ormai nel vivo e nel cuore dell’evento e, per un primo bilancio, la nostra redazione ha incontrato alcuni membri dell’Agio, l’associazione che ne ha ideato l’attuazione e ne ha curato gli aspetti organizzativi: il presidente Moreno Nazzaretto, Luca Puzzuoli – che è anche amministratore della Multiservice meeting & eventi, e Alessandra Carnevali che, dell’Agio, cura l’Ufficio Stampa.
Positive le valutazioni di massima, con alcuni aggiustamenti da apportare alle prossime edizioni, come del resto sempre accade quando, da una prima edizione, con l’esperienza del primo evento si passa alle successive.

“Credo che la manifestazione dovrebbe coinvolgere maggiormente la città negli spazi – ci dice Luca Puzzuoli – ma la formula si conferma giusta. Le 1000/1500 presenze delle prime due sere non sono poche, specie considerando il tempo che finora non ci ha troppo assistito. Cinque giorni con una Piazza come questa (ndr Piazza del Popolo) aperta, con stand e concerti, si è rivelata una scelta vincente, che ha convogliato soprattutto quel pubblico giovane che, anche di qualche goccia di pioggia, non si fa un problema. E’ però vero che una manifestazione così dovrebbe avere una tempistica diversa, nel senso che dovrebbe cominciare il mercoledì e poi proseguire in ascesa fino al sabato e alla domenica, non il contrario; quindi, pur tornando a ringraziare il Comune di Orvieto per la grande disponibilità mostrata, speriamo di poter convincere, per le prossime edizioni, che potrebbe essere importante spostare in questi giorni il mercato per permettere a questo evento una modulazione migliore”.

“Sono molti quelli che si mostrano favorevoli alla Piazza sgombra – continua Alessandra Carnevali – Certo, c’è chi critica, non si può piacere a tutti… ma ci sono molti altri, anche gli anziani, che si dichiarano contenti di questa parentesi di vera e propria isola da abitare tranquillamente, magari anche con i bambini. Sì, ci sembra che le critiche siano molto minori, e forse pretestuose, rispetto ai commenti positivi. La cosa importante, a mio avviso, è che in tempi ristretti abbiamo organizzato questo evento; che abbiamo dimostrato, a quella fascia un po’ scettica che afferma che a Orvieto poco c’è o poco si fa di più libero e popolare, e che aspetta che sia sempre il settore pubblico ad agire, che, se si vuole, le cose si possono fare, mettendo in relazione il privato e il pubblico”.

E’ proprio su questa collaborazione tra pubblico e privato che insistono ancora sia il presidente Nazzaretto che Puzzuoli, in questa nuova concezione del fare e dell’organizzare, sulla quale in conferenza stampa ha calcato anche il vice sindaco Carpinelli, che dovrebbe sempre più affermarsi. “L’Agio – spiegano – è nata proprio con questo intento, quello di poter diventare un supporto dell’istituzione per eventi e iniziative nella città, nuovi come questo in corso o anche già consolidati. Senza ovviamente volerci sostituire ad altri soggetti che già operano in connessione con l’ente pubblico, vorremmo a nostra volta diventare interlocutori, per mettere a frutto sempre meglio e di più le potenzialità umane, professionali e anche economiche esistenti nella città. Invece di aspettare sempre la mano pubblica, gli imprenditori possono, e a nostro avviso devono, contribuire all’immagine della città e alla sua diffusione a vari livelli”.

”Certo – aggiunge Moreno Nazzaretto – sarà l’Agio a rischiare in proprio, ma a noi questo rischio piace e non è certo per guadagnare, ma piuttosto per passione e per contribuire alla vita cittadina che ci siamo messi in gioco. A questo proposito vorrei ringraziare ancora una volta tutti gli sponsor, piccoli e grandi, la stessa Akebia, Tra gli Etruschi, Pizzardi, la sorgente Tione, il ristorante Re Artù; ma, soprattutto, l’Aquila Bianca che ci ha offerto gratuitamente l’alloggio per gli artisti e lo staff, e in particolare la Banca del Credito Cooperativo Trasimeno e Orvietano che, in pochissimo tempo, ci ha concesso un consistente contributo che, per noi, è stato un vero toccasana. Vorrei sottolineare – aggiunge – che è un caso che finora abbiamo organizzato eventi tutti musicali; siamo pronti a collaborare a qualunque altro tipo di iniziativa, sport, cultura, altro, siamo aperti a ogni proposta. Nell’immediato pensiamo di offrire il nostro contributo anche alla manifestazione a venire di Umbria Jazz…Sì, ancora musica… ma è solo un caso, ribadisco. Speriamo anche, come sta accadendo, che questa manifestazione porti all’associazione nuova linfa e nuovi iscritti”.

“Orvieto è una città di 20.000 abitanti che ha splendide evidenze artistiche e storiche e un panorama di eventi di tutto rispetto – continua Luca Puzzuoli – ha sicuramente un’immagine, in Italia e nel mondo, superiore e ben più prestigiosa di quella di altre cittadine, pure storiche, della stessa dimensione. Di questo dobbiamo dare merito alle amministrazioni, passata e presente, che su questa immagine hanno investito. Mancava, nel target d’élite degli eventi – compresa la stessa Umbria Jazz – una manifestazione come questa: di qualità ma per un target anche medio. Del resto, senza arrivare di nuovo all’élite, la qualità nelle prossime edizioni si può migliorare, magari pensando, almeno per una serata, anche a qualche nome più grande”.

“Quella che va migliorata – conclude Alessandra Carnevali – è anche la promozione. Quest’anno abbiamo pensato, nei tempi ristretti – a una promozione con manifesti, brochure, sito internet ovviamente e passaggi su radio Subasio, e in un mese, agosto, in cui alcuni sono in vacanza e non ne vengono raggiunti; ma è chiaro che con tempi più distesi la promozione va estesa sia nelle forme che nel raggio d’azione. Spiace un po’ constatare – permettetecelo con un pizzico di rammarico – che almeno la stampa locale poteva dare maggiore risalto all’evento. Tuttavia si sa, almeno all’inizio nemo propheta in patria…”

Bene, questo il primo bilancio. Mentre ne rendiamo conto scrivendo – piccola notazione redazionale – ci vengono da fuori le note del CD che accompagna chi comincia a lavorare per la serata, poi i ritmi di prova dei gruppi che si dovranno esibire…Scendiamo un attimo per un caffè, per dare un’occhiata: i raggi di sole – speriamo che duri - rendono particolarmente bella la Piazza che si prepara alla musica. Le sedie e i tavoli ancora per la maggior parte vuoti, ma con qualcuno che siede semplicemente godendosi il sole e i preparativi, qualcuno che arriva a curiosare attratto dalla musica. Orvieto è splendida; anche se non proprio tutti gli abitanti lo sanno, è internazionale… nessuno lo sente più di chi l’ha scelta, non essendoci nato, per vivere… A me, girovaga inquieta, che amo dire che si può vivere a Porano come fosse Londra o Parigi, piace vedere per qualche giorno Piazza del Popolo così fuori dal ruolo abituale… mi ricorda il “vivere fuori” alla francese, le belle Piazze di Francia e di Germania animate in estate dai loro festival, la Londra dai tanti spettacoli all’aperto del Covent Garden. Soprattutto – chissà perché (aria, atmosfera, odor di cibo, medioevo?) – mi ricorda l’altrettanto splendida Avignone, il suo festival estivo di teatro in piazza. E chissà, se anche Orvieto avesse trovato il suo festival? Non si sa mai, senza voler spaventare nessuno potremmo anche arrivare, come Avignone, ad averlo un mese…