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"Rifioriamo" tra i ciliegi. Dalla zona rossa, "Il Grande Racconto del Prunus Avium"

martedì 14 aprile 2020
di Davide Pompei
"Rifioriamo" tra i ciliegi. Dalla zona rossa, "Il Grande Racconto del Prunus Avium"

Nel Lunedì dell'Angelo, da Celleno (Viterbo) – quarta zona rossa del Lazio, dopo Fondi (Latina), Nerola (Roma) e Contigliano (Rieti), a causa dei recenti casi riferiti al cluster della Casa di Riposo "Villa Noemi" – sboccia una speranza. Tra i ciliegi in fiore del suo giardino, il professor Saverio Senni, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell'Università degli Studi della Tuscia, nel pomeriggio di lunedì 13 aprile ha condotto "Il Grande Racconto del Prunus Avium".

Prima di una serie di lezioni in video streaming tra i ciliegi per proporre un viaggio nel profilo botanico, agronomico ed economico ma anche poetico, letterario e storico del comune ciliegio dolce, simbolo stesso di questo lembo di territorio. Una diretta Facebook dalla propria pagina, in un momento particolarmente difficile per il Paese e ancor più per il territorio del cosiddetto "Borgo Fantasma", in cui la fioritura dei ciliegi ricorda che, malgrado tutto, è primavera.

Un momento di speranza e anche di omaggio a chi non ce l'ha fatta. "Il Ciliegio – spiega il professore – è da sempre associato al carattere fragile ed effimero della vita, per i suoi fiori delicati, per i frutti che deperiscono rapidamente e per le piante che vivono in media come gli esseri umani. Tant'è che nell'arte religiosa le ciliegie erano spesso considerate come simbolo della passione e morte di Cristo. Per tutti, si menziona la meravigliosa Madonna con ciliegie del Tiziano.

Ma anche in letteratura ampi e numerosi sono i riferimento al ciliegio e ai suoi frutti, come hanno fatto Italo Calvino, Beppe Fenoglio e Dario Fo, solo per menzionare alcuni autori italiani". Cuore di queste morbide campagne è il paese vecchio posto su uno sperone di tufo – proprio sopra al giardino privato da cui è avvenuta la diretta – e abbandonato anni fa dopo violenti terremoti. Con appena 1.300 abitanti, è stato recentemente scoperto dal pubblico italiano ed internazionale.

Ed è stato indicato dal quotidiano britannico "Telegraph" tra i borghi fantasma più belli d'Italia. Quanto alle sue "cerase" sono citate già nello statuto medievale del Comune che fa di Celleno il paese delle ciliegie dove oggi nessuno può entrare o uscirne per questioni di sicurezza. Anche l'intrattenimento dei giorni della quarantena si rivela, dunque, un segnale di rinascita e riscoperta della bellezza della coltura locale, con un immenso background storico culturale.

L'iniziativa rientra nel progetto "Rifioriamo" promosso dal Comune, in collaborazione con l'Ateneo viterbese, l'Istituto Scolastico “Pio Fedi”, la Pro Loco e il Centro Sociale di Celleno e tutte le altre associazioni comunali. Risiedendo nel paese ad antica vocazione cerasicola, il docente universitario si è presto appassionato anche ai significati, non solo economici, della coltura del ciliegio ed ha promosso insieme ad altri la costituzione dell'Associazione Nazionale Città delle Ciliegie.

Quest'ultima si è costituita nel 2007 proprio a Celleno e conta l'adesione di tutte le principali realtà nazionali. Tra i tanti interventi a favore di questo luogo, Senni ha portato qui dagli Stati Uniti d'America l'irriverente gara allo sputo del nocciolo della ciliegia che, ogni anno, ha luogo nell'ambito della sagra. Nel 2018, il record massimo di 22,80 metri detenuto dal Mauro Chiavarino. L'evento è regolato da norme, mesi di training e apposito sputometro per eseguire le performance.