ambiente

Destinazione: Parco Culturale dell'Alfina. Insieme, a tutela della bellezza

venerdì 28 luglio 2017
di Davide Pompei
Destinazione: Parco Culturale dell'Alfina. Insieme, a tutela della bellezza

Gettate le basi, iniziato il confronto. Un incontro interlocutorio con l'associazionismo ambientalista – tenutosi giovedì 27 luglio in Sala Consiliare – propedeutico all'avvio di un percorso congiunto, anche al fine della partecipazione ai bandi per l’acquisizione di risorse necessarie ad attuare i progetti. E un crono-programma che fissa agli inizi di agosto quello con i cittadini, a settembre la presentazione in Regione e in autunno la discussione in Consiglio Comunale per l'approvazione.

A scrivere, le regole del nascente Parco Culturale dell'Alfina, elaborato dall'Ufficio del Piano Regolatore Generale – la prima esperienza simile in Umbria – il Comune di Orvieto che sta attivando una serie di provvedimenti per la tutela di un territorio, già ricompreso nel Programma di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile "San Pietro in Tuscia ovvero il territorio degli Etruschi", che si estende dalla frazione di Benano all'area di Buonrespiro e Sugano. Da Canonica, intanto, sabato 29 luglio alle 18.30, partirà alla volta di San Quirico, la terza passeggiata promossa da Italia Nostra (per ulteriori informazioni e prenotazioni: 347.8584733 - orvieto@italianostra.org).

Quelle stesse regole potranno essere riprodotte dagli altri Comuni dell'Altopiano. Ovvero: Porano, Castel Giorgio e Castel Viscardo, in Umbria. E poi Bolsena, Acquapendente, San Lorenzo Nuovo e Proceno, nel Lazio. Agricoltura di qualità, turismo e cultura, i temi al centro dello studio unitario partecipato, in cui si esplicitano anche i divieti per altre tipologie di attività all'interno del parco che, sulla carta, punta a sviluppare l’attitudine a "fare sistema tra beni territoriali storici, archeologici, paesaggistici e naturalistici, beni immateriali e modi di vivere il territorio, mettendoli a rete con agricoltura e artigianato".

E quindi "accrescere il livello di responsabilità, per produrre buone pratiche, nuove consapevolezze, nuove regole di approccio al governo delle trasformazioni urbane e territoriali aprendo le porte alla cooperazione, alla partecipazione, alla concertazione, al partenariato inter-istituzionale pubblico-privato". E promuovere "politiche di sviluppo centrate sull'identità locale". Ma anche "assegnare visibilità a tutti i beni culturali e ambientali, diversificare e ampliare le attuali tipologie di frequentazione turistica, potenziando anche le infrastrutture, valorizzare tutte quelle attività compatibili con l’immagine complessiva della città e del territorio" nell'idea che "lo sviluppo nella tutela" non sia solo uno slogan, piuttosto una sfida per incentivare la diversificazione economica del territorio in modo ecosostenibile.

"Una proposta già presente nel PRG del Comune dal 2007 – ha sottolineato il sindaco Giuseppe Germaniche viene ripresa in mano dopo dieci anni, a fronte del mutamento di vari scenari anche normativi e di esperienze quali Area Interna e Contratto di Fiume". Banca dati preziosa, anche la Carta di Uso del Suolo, da cui emerge un 44% naturalistico, 44% ad uso agricolo e la restante parte a territorio insediato. "Per ogni classe del territorio – ha spiegato l'architetto paesaggista Veronica Guidonesono stati attribuiti dei parametri di valore del suolo che hanno consentito di elaborare anche la Carta della Qualità Ambientale. Infine, è stato determinato l’indice di conservazione del paesaggio che si attesta a 0,75 ovvero una qualità molto elevata".

"La trama minuta degli anni '50 – ha detto al riguardo l'architetto Rocco Olivadese, responsabile dell'Ufficio PRG – oggi non esiste più poiché la meccanizzazione ovviamente ha prodotto degli effetti. L’analisi dimostra, tuttavia, che il territorio ha problemi ma non è compromesso. Lo studio del Parco Culturale è aperto ai contributi esterni. Il passaggio in Regione è legato all’assenza di una normativa specifica. Naturalmente ci sarà il coinvolgimento dei Comuni limitrofi,chiamati alla condivisione".

Interessanti, gli spunti pervenuti dai rappresentanti del mondo ambientalista che hanno evidenziato "l'urgenza di partire con il piede giusto e di fare bene tutti, a partire dal Comune". Da tenere sotto osservazione, "l’aggravamento della situazione idrica puntando alla tutela idrogeologica, vocando l’intero Altopiano all’agricoltura biologica e cominciando ad incanalare le piogge torrenziali anche mediante il modello delle antiche trosce, affinché non dilavino sul territorio e non vengano disperse".

Ma anche "l'esigenza di mantenere una posizione di controllo del territorio velocizzando azioni a fronte della preoccupazione concreta che il mosaico paesaggistico venga oggettivamente modificato". Di qui, la necessità di "evidenziare il problema dell'eliminazione drastica di grandi blocchi geologici in luogo dello spianamento e di corredare lo studio con la carta pedologica del suolo per verificarne l’erosione e pensare alla sua corretta manutenzione, anche boschiva". Perché "il concetto di resilienza sta anche nella capacità di un territorio di tornare come era prima e per farlo serve ampia coesione. La gestazione del parco non dovrà avere tempi lunghi. Sì all'inserimento di coltivazioni agricole di qualità biologiche e alla valorizzazione dei beni culturali, no agli impianti industriali".

Nota della Redazione: Orvietonews, giornale online registrato presso il Tribunale di Orvieto (TR) nr. 94 del 14/12/2000, non è una bacheca pubblica. Pur mantenendo fede alla disponibilità e allo spirito di servizio che ci ha sempre contraddistinto risultando di gran lunga l’organo di informazione più seguito e letto del nostro territorio, la pubblicazione di comunicati politici, note stampa e altri contributi inviati alla redazione avviene a discrezione della direzione, che si riserva il diritto di selezionare e modificare i contenuti in base a criteri giornalistici e di rilevanza per i lettori.