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Gianni Cardinali regala ali all'Unitre: "Così si vola nel Giardino dei Lucherini"

mercoledì 16 dicembre 2015
di Davide Pompei
Gianni Cardinali regala ali all'Unitre: "Così si vola nel Giardino dei Lucherini"

Il rosso del sangue sul bianco della neve. Il sangue del maschio di una capinera colpito con la fionda, la neve eccezionale della nevicata del '56. L'animale che arruffa le penne e muore dentro una scatola davanti al camino, il ragazzino che ne ha provocato sofferenza e decesso che improvvisamente cambia la visione della vita. Nessuna edificante favola natalizia, né alcuna conversione francescana ma il prologo di una storia lunga 25 anni, di chi è passato dal catturare gli uccelli ad attendere ogni anno il loro arrivo, nell'accogliente giardino della propria abitazione, a ridosso di un esempio di archeologia industriale situata in pieno centro storico come l'antico serbatoio di accumulo d'acqua della funicolare.

Sfoglia pagine e immagini di quella storia annunciata, sabato 12 dicembre, nella Sala Incontri "Maria Teresa Santoro" di Palazzo Simoncelli, il biologo Gianni Cardinali, già professore di scienze naturali e carismatico relatore dell'Università delle Tre Età di Orvieto. "Non sono un vero ornitologo – mette subito in chiaro – ma un appassionato del mondo degli uccelli. Osservandoli con curiosità ho imparato a capire tante cose sulla loro natura, mi sono appassionato al loro modo di andare, tornare, procacciarsi il cibo". Una vera e propria flotta a due ali popolata da lucherini. Ma anche fringuelli, pettirossi, cardellini, cinciallegre sospettosissime, piccoli uccelli in migrazione, in riproduzione, in lotta per sopravvivere alle modifiche procurate dall'inquinamento luminoso e dall'attività degli uomini che, come piccoli miracoli quotidiani, appaiono sulla finestra di chi ha la pazienza di attenderli.

"Il lucherino – ha spiegato il professore – è un animaletto confidente per natura, anche se viene messo in gabbia si dimostra caratterialmente disponibile. A Londra e in altre parti d'Europa viene a mangiare tranquillamente sulle mani di una persona. L'Europa del nord verso i volatili è protettiva, quella dell'est indifferente, l'area mediterranea aggressiva. Basti pensare che in Italia fino a qualche anno fa non c'erano più cicogne, ora ridotte ad appena 800.000. Nel '56 abitavo a Baschi. Mio padre era capostazione e il responsabile dell'impianto elettrico dello scalo ferroviario mi insegnò tra le altre cose a costruire gabbie per gli uccelli.

Ora in giardino ho posizionato diverse mangiatoie, alcune poco dispendiose costruite con sottovasi per la raccolta di acqua piovana, altre circondate da reti anti-piccione. Nell'inverno del 2009, con circa due chili di semi di girasole sul tavolo sono arrivati 150 lucherini. Intorno a -2° sono stati capaci di mangiare un quantitativo che pesava il doppio del loro corpo, circa 15 grammi. Solitamente restavano da gennaio ad aprile, poi partivano nonostante il cibo fosse abbondante, per fare ritorno a novembre. Un paio di volte hanno saltato l'appuntamento per via dei cambiamenti climatici. Ho imparato a cogliere segni indicativi del loro ritorno o meno e non so dire la gioia che ogni volta provo nel vederli. Il contatto con loro è una felicità continua, è vita".

Riprodurre artificialmente il loro verso più volte al giorno e far trovare loro semi e frollini all'uovo sembra essere il primo passo per una forma di bird watching urbano, a dovuta distanza. La presenza di alberi intorno è indispensabile, la somministrazione di pane sconsigliata. In primavera, poi, va aiutata la riproduzione perché anche gli ambienti naturali sono mutati rispetto alla campagna degli anni '60. Ultima arrivata sulla Rupe, la taccola. Tornato a nidificare nei sottotetti di molti palazzi, il balestruccio abituato a fare tutto in volo, compreso dormire e riprodursi. Spariti, invece, dal centro storico i passeri. Di qui il suggerimento, di allestire dei nidi artificiali per offrire loro ospitalità. O, anche, far transitare nel maxi-schermo allestito in Piazza Cahen le immagini che documentino quanta vita si nasconde tra le fronde.