ambiente

Verso la realizzazione del Parco urbano del Paglia. Quindici associazioni siglano un accordo

giovedì 6 marzo 2014
Verso la realizzazione del Parco urbano del Paglia. Quindici associazioni siglano un accordo

L'associazione Val di Paglia Bene Comune ha presentato mercoledì 6 marzo l'annunciato laboratorio di progettazione partecipata e riqualificazione urbana del Paglia, teso a rinaturalizzare il sistema fluviale. Nella stessa occasione, le 15 associazioni coinvolte hanno firmato un accordo per dichiarare il loro interesse alla realizzazione del Parco civico del Paglia, impegnandosi ad apportare un proprio contributo nelle fasi di progettazione, realizzazione, mantenimento e gestione

"La catastrofe registrata - ha detto il presidente dell'associazione Enrico Petrangeli - comincia ad avere anche alcuni effetti positivi. Insieme, stiamo dando vita a un laboratorio di riqualificazione urbanistica del tratto urbano del Paglia. La modalità partecipata vorrebbe aiutare a costruire un movimento di opinione tale che, quando tra breve arriveranno le ruspe, avremo un'idea collettiva condivisa sulla messa in sicurezza e sul futuro di quest'area. In assenza, rischiamo che queste opere diventino ostacoli alla fruibilità del fiume".

"L'alluvione del 12 novembre - ha aggiunto l'assessore Claudio Margottini - ha messo in evidenza la inadeguatezza delle conoscenze scientifiche sui meccanismi di inondazione del tratto urbano del Paglia e la necessità di aggiornamento dei meccanismi di protezione civile centrali, che dovevano informare il territorio comunale e consentire la sicurezza dei cittadini di Orvieto. Sulla constatazione di tali carenze, l'Amministrazione Comunale di Orvieto, in accordo con la Regione Umbria, il Consorzio di Bonifica e l'Amministrazione Provinciale di Terni, ha deciso di intraprendere un percorso innovativo e rivoluzionario di pianificazione urbanistica, dove la messa in sicurezza del tratto urbano del Paglia, dall'area del Tevertino fino al Porto di Pagliano, si coniuga con lo sviluppo dello stesso e viene deciso congiuntamente con tutti i portatori di interesse locali, associazioni, comitati e singoli cittadini. E' un modello di partecipazione democratica, che viene sempre riferito come necessario ed obbligatorio nei testi di mitigazione degli effetti delle calamità naturali, ma che finora non ha trovato quasi mai applicazione concreta. Per la prima volta si pianifica congiuntamente la destinazione di un territorio, armonizzando la messa in sicurezza con la fruibilità e valorizzazione dello stesso. Argini che diventeranno piste ciclabili, percorsi didattico-ambientali, aree per la pesca, circuiti per mountain bike, piste per il ruzzolone, orti civici e tanto altro, il tutto in una porzione di territorio destinata a divenire l'oasi ecologica della città di Orvieto". Non solo mitigazione del rischio, quindi, ma anche gestione del territorio.