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Il politico e il naturalista. Lettera aperta di Gianni Cardinali al consigliere Galanello

venerdì 18 gennaio 2013

LETTERA APERTA A
FAUSTO GALANELLO
CONSIGLIERE REGIONALE DELLA REGIONE UMBRIA

Gentile Consigliere,
a metà degli anni '70, quando ad Orvieto nel teatro Mancinelli strapieno, riuscimmo ad organizzare una giornata dedicata al lupo con Luigi Boitani, il più importante esperto di quel periodo, quando i lupi si contavano in un centinaio e confinati nel Parco Nazionale d'Abruzzo, girava una conversazione tra una signora con una pelliccia di mammifero selvatico ed un naturalista.
La signora chiedeva: "a cosa serve un animale selvatico vivo?"; il naturalista rispondeva: "a nulla, signora, come Mozart".
Oggi i lupi hanno riconquistato l'Appennino e alcune parti delle Alpi, raggiungendo un numero che supera i 1000 esemplari.
Recentemente ho avuto occasione di vedere un filmato girato dalla Regione Umbria nella Selva di Meana dove si potevano osservare insieme ben quattro lupi.
L'emozione è stata grande come grande è stato l'orgoglio per avere dedicato una parte della vita alla difesa di questo patrimonio.
Lei oggi ha scritto: "La presenza di branchi di lupi nelle campagne dell'Orvietano rappresenta ormai un'emergenza per le attività di pastorizia da sempre presenti sul territorio. Gli attacchi ai greggi, un tempo solo occasionali, sono divenuti addirittura quotidiani. La Regione Umbria collabori con gli allevatori attraverso forme di prevenzione del fenomeno, tra cui possibili catture degli esemplari in soprannumero finalizzate al ripopolamento di altre aree appenniniche abbandonate dalla specie. Si attivino inoltre indennizzi diretti alle aziende colpite; nel 2012 sono state 42 le aziende che hanno denunciato perdite di bestiame nella Provincia di Terni, prevalentemente collocate nell'area dell'Orvietano, per oltre 400 capi tra ovini, bovini ed equini ed un danno diretto ed indotto stimato in oltre 100 mila euro. I danni subiti dagli allevatori bovini, ovini ed equini sono soggetti ad un iter macchinoso e burocratico e non si quantificano in rimborsi economicamente obiettivi. Non si tiene infatti conto - aggiunge - delle tante problematiche collegate agli attacchi dei lupi, come il deperimento e la perdita dei capi feriti, la diminuzione della capacità produttiva, nonché la riduzione dei nuovi nati e della selezione genetica dei capi allevati: aspetti che ricadono tutti sulle spalle degli allevatori".

In ogni paese civile, quando accadono eventi disastrosi come i terremoti, insieme alla vita delle persone e, guarda un po', degli animali, si tende a salvaguardare l'opera d'arte o il monumento come testimonianza di una vita che non muore con gli individui.
Notoriamente si tratta del patrimonio culturale, ed anche in tempi di crisi, sempre che non sopravvenga la barbarie, sempre in agguato, con calma ed intelligenza si trovano risorse se si è governati da uomini di valore (almeno vogliamo sperare!!)come noi sicuramente abbiamo in Umbria, soprattutto nei settori di competenza.
Dico questo perché non mi è per nulla piaciuto quello che lei ha scritto, soprattutto perché ha riportato molto indietro le lancette dell'orologio come se in quaranta anni non fosse accaduto nulla.
Se io fossi stato il consigliere regionale di queste zone fortunate per molti aspetti patrimoniali, compreso, se permette, quello naturale, avrei manifestato felicità per la presenza dei lupi e mi sarei battuto come un leone perché gli enti preposti svolgessero al meglio le loro funzioni di risarcimento dei danni.
Siamo poi così sicuri che tutte quelle cifre siano da attribuire ai lupi? Sa perché mi sorprende, anche se c'è una componente di verità, perché se i lupi sono aumentati è dovuto alla diminuzione forte del bracconaggio ma soprattutto alla presenza diffusa dei cinghiali e dei caprioli prede non difficili!!
Poi, per cortesia, non accetti suggerimenti come quello di catturarli per trasferirli altrove dove non ci sono.
Un lupo, in una notte e senza essere trasferito, è capace di macinare tanti chilometri che lei non riesce ad immaginare.
Lasci perdere e si dia da fare perché la Regione, le Province che ancora ci sono, si organizzino per funzionare meglio, visto che lei steso dice: "i danni subiti dagli allevatori bovini, ovini ed equini sono soggetti ad un iter macchinoso e burocratico e non si quantificano in rimborsi economicamente obiettivi."
Cordiali saluti

Gianni Cardinali
Orvieto, 18 gennaio 2013


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